Opzione donna 2023 subirà modifiche con la legge di Bilancio in fase di approvazione. Alcune lavoratrici, però, potranno andare in pensione anticipata con i vecchi requisiti. Ecco come.
Andare in pensione con Opzione donna nel 2023 sarà possibile anche con i vecchi requisiti.
Opzione donna, la misura che permette alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione in anticipo, viene prorogata ormai da qualche anno dal primo gennaio con la manovra dell’esecutivo in carica.
Per il 2023, con la legge di Bilancio in fase di definizione, il governo guidato da Giorgia Meloni pensa di prorogare Opzione donna modificandone tuttavia i requisiti e in particolare l’età anagrafica per andare in pensione anticipata rispetto, per esempio, ai 67 anni previsti per quella di vecchiaia.
Un’altra modifica potrebbe essere quella che lega l’uscita con Opzione donna al numero di figli delle lavoratrici, condizione questa sulla quale si sta tuttavia riflettendo.
Nonostante le modifiche di Opzione donna 2023, molte lavoratrici potranno andare in pensione il prossimo anno con i vecchi requisiti grazie alla cristallizzazione.
Opzione donna 2023, uscita con vecchi requisiti per cristallizzazione: ecco per chi
Grazie alla cristallizzazione del diritto le lavoratrici dipendenti e autonome potranno andare in pensione anticipata con i vecchi requisiti previsti da Opzione donna anche nel 2023 nonostante le modifiche che arriveranno con la manovra.
Fino al 31 dicembre 2022 valgono i requisiti previsti con la legge di Bilancio attualmente in vigore per Opzione donna e che prevedono l’uscita anticipata:
- a 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti (che devono aver cessato il rapporto di lavoro);
- a 59 anni di età per le lavoratrici autonome;
- 35 anni di contributi per le lavoratrici dipendenti (“ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata”);
Con la cristallizzazione del diritto alla pensione, a oggi, chi ha raggiunto i requisiti suddetti previsti per Opzione donna nel 2022 entro il 31 dicembre 2021, congela gli stessi. La cristallizzazione permette quindi di congelare il diritto alla pensione anche nel caso in cui vada a intervenire una normativa che modifica la misura o la elimina del tutto.
Dunque le lavoratrici che hanno cristallizzato il diritto alla pensione con Opzione donna e i vecchi requisiti entro la data suddetta possono esercitare quel medesimo diritto in qualunque periodo successivo anche a distanza di tre o quattro anni.
Opzione donna 2023: i nuovi requisiti
Con la legge di Bilancio 2023 potrebbero andare in pensione anticipata con i nuovi requisiti le lavoratrici che avranno maturato gli stessi entro il 31 dicembre 2022. Stando alla bozza della manovra i requisiti per la pensione anticipata con Opzione donna saranno:
- 60 anni di età;
- 35 anni di contributi.
Il governo starebbe pensando di eliminare un criterio inserito in bozza e vale a dire il requisito anagrafico legato al numero dei figli; l’età anagrafica verrebbe ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni. Secondo questa opzione, che dovrebbe essere eliminata, le lavoratrici con due figli andrebbero in pensione a 58 anni di età con almeno 35 di contributi.
La riduzione dell’età anagrafica con Opzione donna 2023 resterebbe per:
- caregiver;
- invalide almeno al 74%;
- lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese in crisi (indipendentemente dal numero dei figli).
Nulla è ancora confermato e per capire come si potrà andare in pensione con Opzione donna nel 2023 occorrerà attendere l’approvazione del testo della manovra da parte del parlamento entro il 31 dicembre 2022 e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
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