Cosa sono le opzioni scoperte e come funzionano

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1 Ottobre 2024 - 17:43

Le opzioni scoperte (chiamate anche naked options) sono tipi di opzioni a cui non è associata una posizione di segno opposto sul sottostante. Ecco cosa sapere.

Cosa sono le opzioni scoperte e come funzionano

Le opzioni sono strumenti finanziari complessi, utilizzati da investitori e trader per scommettere sui movimenti futuri del mercato. Tra le diverse strategie che si possono adottare nel trading di opzioni, le «opzioni scoperte» o «naked options» rappresentano una delle operazioni più rischiose, ma anche potenzialmente redditizie.

Se ti stai chiedendo cosa significhi vendere un’opzione scoperta e come funzioni questo tipo di strategia, sei nel posto giusto. A patto, però, che ti sia le caratteristiche delle opzioni call e delle opzioni put, strettamente correlate alla nostra analisi. Di fatto, ora vedremo come si diventa venditori di opzioni, in un contesto dove i rischi sono elevati, ma le opportunità di profitto possono essere altrettanto alte.

Cos’è un’opzione scoperta (naked option): significato e definizione

Un’opzione scoperta, o «naked option», è una strategia di trading che coinvolge la vendita di un’opzione senza possedere l’attività sottostante. In altre parole, chi vende un’opzione scoperta non possiede le azioni (o altri asset) su cui l’opzione è basata, esponendosi a potenziali perdite illimitate. Si tratta di una pratica molto rischiosa, e non è consigliata a chi non ha una profonda conoscenza dei mercati finanziari.

Per comprendere meglio cos’è un’opzione scoperta, è utile confrontarla con l’opzione coperta.

  • Nel caso di un’opzione coperta, il venditore possiede già l’attività sottostante (ad esempio, azioni). Questo riduce il rischio, poiché in caso di esercizio dell’opzione, il venditore sarà in grado di consegnare l’attività senza doverla acquistare a prezzi di mercato potenzialmente molto più alti. Ad esempio, se vendi una call coperta (un’opzione che dà al compratore il diritto di acquistare), possiedi già le azioni su cui l’opzione si basa. Se il prezzo dell’azione sale e l’opzione viene esercitata, consegnerai le azioni che già possiedi. Il tuo rischio è limitato al mancato profitto, ovvero non potrai beneficiare dell’aumento del prezzo oltre il valore dell’opzione venduta.
  • Al contrario, con un’opzione scoperta, non possiedi l’attività sottostante. Se vendi una call scoperta e il prezzo dell’azione sale drasticamente, dovrai acquistare le azioni a un prezzo di mercato molto più alto per consegnarle al compratore dell’opzione. Questo crea una potenziale perdita illimitata. La differenza chiave tra un’opzione scoperta e un’opzione coperta è dunque la presenza o meno del possesso dell’attività sottostante, che influisce significativamente sul livello di rischio.

Statisticamente nel 70-80% dei casi, le opzioni non vengono esercitate e chi ha venduto le stesse si tiene i premi incassati. Tuttavia, vendere opzioni può essere molto rischioso e ci si può trovare in una condizione simile a quella vissuta dal mega-fondo LTCM gestito dai cervelloni di Harvard, premi nobel, fisici quantistici e matematici: essere venditore di opzioni “scoperte” (nude o “naked”, senza protezione). Risultato? Seria possibilità di finire in bancarotta.

Come funzionano le opzioni scoperte: qualche esempio per capire

Per comprendere meglio il funzionamento delle opzioni scoperte, esploriamo alcuni esempi pratici.

Esempio di una call scoperta

Supponiamo che Mario, un trader, venda una call scoperta su 100 azioni di una società X, con un prezzo di esercizio (strike price) di 50 euro. Il premio ricevuto per l’opzione è di 2 euro per azione, quindi Mario incassa subito 200 euro (2 euro x 100 azioni).

In questo scenario:

  • se il prezzo dell’azione di X rimane inferiore a 50 euro fino alla scadenza dell’opzione, Mario non dovrà consegnare le azioni, e potrà tenere i 200 euro incassati come profitto;
  • se il prezzo dell’azione sale oltre i 50 euro, diciamo fino a 70 euro, l’acquirente dell’opzione eserciterà il suo diritto di acquistare le azioni a 50 euro. Mario dovrà quindi comprare 100 azioni sul mercato a 70 euro ciascuna, pagando 7.000 euro, e venderle a 50 euro per un totale di 5.000 euro. In questo caso, Mario subirebbe una perdita di 2.000 euro (7.000 - 5.000), ridotta solo dai 200 euro del premio che aveva incassato all’inizio, per una perdita netta di 1.800 euro.

Questo esempio evidenzia il rischio illimitato di una call scoperta. Se il prezzo dell’azione continua a salire, le perdite di Mario potrebbero crescere senza limite.

Esempio di una put scoperta

Nel caso di una put scoperta, il venditore si impegna a comprare l’attività sottostante se il prezzo scende sotto lo strike price. Immaginiamo che Mario venda una put scoperta su 100 azioni di una società Y, con un prezzo di esercizio di 30 euro. Il premio ricevuto è di 1,50 euro per azione, quindi Mario incassa subito 150 euro.

  • Se il prezzo dell’azione rimane sopra i 30 euro, Mario non dovrà fare nulla e potrà tenere i 150 euro di premio come profitto.
  • Se invece il prezzo dell’azione scende sotto i 30 euro, ad esempio fino a 15 euro, l’acquirente della put eserciterà il suo diritto di vendere a Mario le azioni a 30 euro. Mario dovrà quindi comprare le azioni per un totale di 3.000 euro (30 euro x 100 azioni), mentre il valore di mercato delle azioni è di soli 1.500 euro (15 euro x 100 azioni), subendo così una perdita di 1.500 euro, meno il premio di 150 euro ricevuto all’inizio. La perdita netta sarebbe quindi di 1.350 euro.

Nel caso della put scoperta, il rischio è limitato alla differenza tra il prezzo di esercizio e il prezzo di mercato, moltiplicata per il numero di azioni, ma può comunque essere significativo.

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