Visite fiscali, nessuna novità nel 2025. Ecco quali sono gli orari delle fasce di reperibilità per dipendenti del settore privato e del pubblico impiego.
Gli orari delle visite fiscali stabiliscono quando i lavoratori del settore privato e del pubblico impiego devono essere reperibili presso il domicilio indicato nel certificato medico. Durante tali fasce orarie, possono essere effettuati controlli per verificare lo stato di malattia o il rispetto delle regole, come ad esempio l’astensione da attività che possano compromettere la guarigione.
La normativa prevede che le visite fiscali possano avvenire solo in determinati orari della giornata, inclusi festivi e fine settimana. In passato, gli orari di reperibilità erano differenti tra dipendenti pubblici e privati, ma nel 2024, grazie alla sentenza del Tar del Lazio n. 16305/2023, è stata sancita l’incostituzionalità delle fasce orarie più estese per il pubblico impiego (7 ore), portandole in linea con quelle dei lavoratori privati. Da allora, sia per il settore pubblico che per il privato, gli orari sono stati uniformati a 4 ore complessive, 2 al mattino e 2 al pomeriggio.
Nel 2025, non ci sono state ulteriori modifiche normative in materia di visite fiscali. L’unica novità recente riguarda appunto i dipendenti pubblici, ma per questi siamo ancora in attesa di aggiornamenti normativi definitivi che al momento non sono stati pubblicati.
Per i lavoratori del settore privato, restano invariati sia gli orari di reperibilità sia le regole sulle sanzioni e gli esoneri, come stabilito dal decreto legislativo n. 206/2017 (Riforma Madia). La visita fiscale continua a essere disposta d’ufficio dall’Inps o su richiesta del datore di lavoro, ma in questo secondo caso, i costi restano a carico dell’azienda.
Nonostante le statistiche indichino una probabilità relativamente bassa di ricevere una visita fiscale, soprattutto per i lavoratori privati, il mancato rispetto dell’obbligo di reperibilità può comportare gravi conseguenze. Tra queste, vi sono sanzioni pecuniarie e, nei casi più gravi, il licenziamento per giusta causa.
Pertanto, è fondamentale conoscere non solo gli orari delle visite fiscali, ma anche l’intera normativa, per evitare errori che potrebbero compromettere il rapporto di lavoro.
Orari visite fiscali 2025
Una recente sentenza del Tar del Lazio ha ritenuto illegittima la disparità di trattamento tra pubblico e privato. Per i primi, infatti, l’obbligo di reperibilità era di 7 ore al giorno, mentre per i secondi solamente 4 ore.
A recepire la decisione del Tribunale amministrativo è stata l’Inps con il messaggio numero 4640 del 22 dicembre 2023, fissando gli stessi orari per ogni tipologia di impiego in attesa di un eventuale adeguamento normativo (che al momento manca).
Quindi, anche quest’anno gli orari delle visite fiscali per i dipendenti pubblici e privati sono i seguenti:
- la mattina dalle ore 10:00 alle ore 12:00;
- nel pomeriggio dalle ore 17:00 alle ore 19:00.
Orari che valgono 7 giorni su 7, festivi compresi.
Ricordiamo, poi, che le visite fiscali possono essere anche ripetute. Ciò significa che può esserci più di un controllo nella stessa giornata, purchè nel rispetto dei suddetti orari, o comunque all’interno dello stesso periodo di malattia.
Casi di esonero
Durante le fasce orarie sopra indicate, il lavoratore deve rendersi reperibile al controllo dell’Inps, tuttavia ci sono dei casi di esonero.
Per esonero delle visite fiscali si intende quindi la possibilità del lavoratore di non rispettare la reperibilità nelle fasce stabilite. Secondo la legge, tale possibilità è riconosciuta in presenza di:
- patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
- stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%.
L’esonero può avvenire anche in caso di depressione o ansia del lavoratore, laddove la vita sociale e attività all’aria aperta possono contribuire al suo miglioramento e benessere.
Il diritto all’esonero spetta anche al lavoratore che ha necessità di uscire da casa per:
- accertamenti specialistici;
- per recarsi presso il proprio medico curante;
- per andare in farmacia;
- per interventi dentistici urgenti;
- in generale per cause di forza maggiore.
Inoltre, la giurisprudenza ammette tra le motivazioni di esonero dal rispetto delle fasce di reperibilità:
- attività di volontariato anche se non legate direttamente alla malattia e nel caso in cui non mettano a repentaglio la salute del lavoratore;
- visite a parenti in ospedale se gli orari coincidono con quelli della visita fiscale.
Molte volte i lavoratori pensano che essere presenti durante le fasce di reperibilità per la visita fiscale il primo e l’ultimo giorno di malattia non sia necessario. Non è tuttavia così perché le conseguenze per l’assenza alla visita fiscale sono le stesse sia che si tratti del primo sia che si tratti dell’ultimo giorno di malattia.
La giustificazione all’eventuale assenza, quindi, non può essere evitata neanche se l’assenza alla visita fiscale si verifica l’ultimo giorno di malattia. E se la giustificazione prodotta non rientra tra quelle previste che abbiamo sopra elencato si rischia anche la sanzione come vedremo di seguito.
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Sanzioni
Sono previste delle sanzioni per le visite fiscali in caso in cui il lavoratore non sia reperibile presso il proprio domicilio al recarsi del medico delegato e quando tale assenza non sia affatto giustificata.
In particolare per il lavoratore assente durante le fasce di reperibilità le sanzioni sono le seguenti:
- decurtazione del 100% dell’indennità di malattia per i primi 10 giorni;
- la decurtazione del 50% per le successive giornate.
Il lavoratore ha tuttavia 10 giorni di tempo dalla visita fiscale mancata per comunicare le motivazioni dell’assenza con una valida giustificazione. Il verbale di mancata presenza alla visita fiscale viene inviato dal medico a Inps e al datore di lavoro che potrebbe anche avviare un procedimento disciplinare contro il lavoratore.
Come funziona la visita fiscale (e quanto dura)
Lo svolgimento della visita fiscale è molto semplice e non è differente da un normale controllo del proprio medico. I compiti del medico incaricato sono due:
- intanto, come già ampiamente detto, questo accerta la presenza del lavoratore all’indirizzo indicato per la malattia;
- successivamente questo verifica se c’è concordanza tra la durata della malattia indicata nel certificato e lo stato del lavoratore al momento del controllo. A tal proposito, il medico può confermare la diagnosi oppure stabilire la guarigione anticipata, disponendo l’immediato rientro al lavoro.
Solitamente comunque non si tratta di un controllo approfondito, con il medico che perlopiù fa domande sullo stato di salute e sulla cura che si sta seguendo. Al termine del controllo poi il medico lascerà una ricevuta dell’avvenuta visita; questa però non vi esonera dal rispetto delle fasce di reperibilità, visto che comunque potrebbero esserci altre visite fiscali nei giorni seguenti.
La durata varia a seconda dei casi, ma in ogni caso tende a non superare la mezz’ora.
Si può uscire fuori dagli orari delle visite fiscali?
Non bisogna però commettere l’errore di pensare che negli orari diversi da quelli di reperibilità alla visita fiscale si possa uscire tranquillamente di casa. La regola prevede infatti che in ogni caso il lavoratore non può fare nulla che rischi di compromettere una rapida guarigione.
Se quindi il lavoratore in malattia, ad esempio con l’influenza, viene visto svolgere un’attività che possa mettere a rischio la sua salute, anche se non in orario di visita fiscale, può comunque essere sanzionato.
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Quante probabilità ci sono che passi?
Non sono molte le probabilità di ricevere un controllo durante la malattia. Ce lo dicono i dati Inps:
- nel primo trimestre del 2022, solamente nel solamente nel 2,47% delle volte è stata disposta una visita fiscale;
- nel settore pubblico la percentuale è del 6,47%;
- nel settore privato, invece, dell’1,26%.
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