Nonostante il pressing della Nato, l’Ungheria non invierà armi all’Ucraina: anche l’Austria sulla stessa lunghezza d’onda di Viktor Orban per timore di una escalation della guerra
Ungheria e Austria non forniranno armi all’Ucraina. Questo è quanto emergerebbe a seguito dell’incontro che si è tenuto a Budapest tra il ministro della Difesa ungherese Kristof Szalay-Bobrovniczky e la sua omologa austriaca Klaudia Tanner.
Viktor Orban così in merito alla guerra in Ucraina ancora una volta è in controtendenza rispetto alle indicazioni della Nato e dell’Unione europea, visto che anche per quanto riguarda le sanzioni nei confronti della Russia c’è stato più un distinguo da parte di Budapest.
Mentre Bruxelles decideva di fare a meno delle risorse di Mosca, giusto per fare un esempio a settembre l’Ungheria ha stretto un nuovo accordo con la Russia per la fornitura extra di 5,8 milioni di metri cubi di gas al giorno.
“La posizione dell’Ungheria è chiara: non spediamo armi nell’area del conflitto, perché vogliamo evitarne l’escalation, e la nostra posizione coincide con quella dell’Austria” sono state le parole del ministro magiaro come riportato dall’agenzia Tass.
In sostanza Orban teme che ulteriori e più potenti armi fornite all’Ucraina, come richiesto da una Nato pronta a venire incontro parzialmente alle richieste di Volodymyr Zelensky, potrebbe generare una escalation dagli effetti potenzialmente catastrofici.
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Ungheria e Austria: no ad armi all’Ucraina
Se dal 1955 l’Austria ha scelto di inserire nella Costituzione la neutralità dello Stato nei confronti delle dispute internazionali, ricalcando grossomodo il modello della Svizzera, l’Ungheria invece dalla fine degli anni ‘90 è un membro della Nato.
Budapest così nel rinsaldare l’asse con Vienna ha voluto sottolineare che “anche l’Austria, che è neutrale, non spedisce armi dove si svolgono le ostilità”, mentre il ministro austriaco Tanner ha sottolineato come “non stiamo parlando solo di guerra convenzionale, ma anche di minacce non tradizionali, come la crescita della migrazione, esacerbata dalla guerra”.
Insomma sul tema dell’invio di armi in Ucraina le posizioni di Ungheria e Austria sarebbero identiche anche se i motivi di fondo potrebbero essere diversi: se Viktor Orban da sempre viene descritto come non troppo ostile nei confronti di Vladimir Putin, è stato il primo nell’Ue a comprare i vaccini anti-Covid russi, i nostri vicini austriaci invece non avrebbero mezzi militari tali da potersi permettere il lusso di cedere armi e munizioni a Kiev.
La Nato manda i caccia?
Nel frattempo Volodymyr Zelensky dopo aver ottenuto un centinaio di tank dall’Occidente, dovrebbero arrivare al fronte a inizio primavera, adesso sta alzando il tiro delle suo richieste invocando anche caccia e missili a lungo raggio.
Da quanto si apprende la Polonia sarebbe pronta a fornire all’Ucraina alcuni caccia F-16, mentre da parte degli Stati Uniti c’è stato un secco “no” alla richiesta di jet da guerra avanzata da Kiev.
L’Italia a breve dovrebbe varare il sesto pacchetto di forniture di armi, il cui contenuto resterà top secret come i precedenti, ma tra le fila della Nato il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che “nulla è escluso da principio” in merito all’invio di jet da guerra.
Insomma se da una parte Ungheria e Austria si sono rifiutati di fornire armi all’Ucraina per paura di una escalation bellica, dall’altra diversi Paesi sarebbero pronti a oltrepassare anche la linea dei caccia: se il passo successivo dovesse essere poi l’invio pure di soldati, allora a quel punto una terza guerra mondiale sarebbe inevitabile.
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