L’Ungheria ha annunciato che acquisterà 700 milioni di metri cubi di gas in più dalla Russia: per l’Unione europea si tratta dell’ennesima beffa da parte di Viktor Orban.
Mentre l’Europa si appresta ad approvare il settimo pacchetto di sanzioni contro la Russia da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, l’Ungheria ha appena stretto un accordo con Mosca per l’acquisto di ulteriori 700 milioni di metri cubi di gas.
La stretta di mano tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e quello ungherese Peter Szijjarto è avvenuta proprio nella capitale russa, con Budapest che ha definito la missione moscovita necessaria per “garantire la sicurezza energetica dell’Ungheria nei prossimi mesi”.
“Con lo scopo di garantire l’approvvigionamento energetico del paese - ha scritto il ministro magiaro Szijjarto su Facebook - Il governo ha deciso di acquistare 700 milioni di metri cubi di gas metano in più rispetto alla quantità prevista nel contratto a lungo termine”.
L’attuale accordo prevede l’invio annuo di 4,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia all’Ungheria, con la fornitura ora destinata ad aumentare proprio nel momento in cui l’Ue sta cercando in ogni modo di capire come poter fare a meno del gas russo.
Gas, l’Ungheria fa come vuole
Dallo scorso 24 febbraio la questione del gas è uno dei tanti convitati di pietra seduti al complesso tavolo della guerra in Ucraina. Nei giorni scorsi l’Ue ha presentato un piano per ridurre del 15% i consumi in vista si un possibile stop delle forniture da parte della Russia, ma già Spagna, Portogallo e Grecia hanno bocciato questa ipotesi.
Al momento il gasdotto Nord Stream ha ripreso a funzionare dopo il periodo di manutenzione, ma i flussi sono ridotti al 40%. Per arrivare a un riempimento degli stoccaggi comunitari all’80% entro novembre sarà di conseguenza una autentica corsa contro il tempo, ma tutto potrebbe diventare vano se Mosca dovesse decidere di chiudere i rubinetti nelle prossime settimane.
Finora il gas è stato sempre escluso dalle sanzioni Ue e l’argomento non è entrato nemmeno nella discussione del pacchetto ora al vaglio di Bruxelles, ma l’accordo siglato tra Russia e Ungheria, che viene rifornita attraverso un gasdotto via Turchia-Bulgaria-Serbia, sembrerebbe essere un autentico schiaffo alla strategia comunitaria.
Del resto Viktor Orban è andato per conto suo già per i vaccini, importando subito lo Sputinik V made in Russia, ottenendo anche una deroga per quanto riguarda l’embargo al petrolio russo. Questa rinnovata sintonia con il Cremlino però di certo non può far piacere a Bruxelles.
“Inizialmente, pensavo che ci fossimo solo sparati a un piede - ha dichiarato Orban alcuni giorni fa in riferimento alle sanzioni - Ma ora è chiaro che l’economia europea si è sparata nei polmoni e ora fatica a respirare”.
L’obiettivo del governo magiaro così è quello di garantire la sicurezza energetica dell’Ungheria, e poco importa se questo vuol dire andare in direzione diametralmente opposta alla linea dura che l’Unione europea ha intrapreso con la Russia: se la questione energetica dovesse iniziare a sfaldare l’Ue, per Vladimir Putin questa sarebbe una vittoria importante tanto quanto quella di una eventuale presa di tutto il Donbass.
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