Prezzo in decisa crescita in reazione alla paura globale innescata dall’epidemia di coronavirus. I dettagli
L’oro continua a mostrarsi uno dei pochi asset in grado di viaggiare al rialzo in questo particolare periodo.
Mentre tutto resta in balìa del panico globale innescato dall’epidemia di coronavirus, che ha trascinato il mercato in discesa, il metallo prezioso ha guadagnato oltre il 20% durante l’ultimo anno, ed è arrivato a scambiare fino a quasi 1.600 dollari l’oncia, cifra che rappresenta i suoi massimi dal 2013.
Sullo sfondo, spicca anche il rally di altri metalli preziosi come argento e platino, mentre il Dow Jones continua a mostrare performance deboli. In virtù di uno scenario simile, molti esperti si chiedono se l’oro possa arrivare a superare quota 2.000 dollari nel breve periodo.
Il massimo storico resta di poco superiore ai 1.900 dollari del lontano 2011, un traguardo raggiunto nel bel mezzo della crisi del debito europeo e pronto a confermare come i beni rifugio tendano a sovraperformare durante i periodi di timori e incertezze per gli investitori.
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Oro verso i 2.000 dollari sulla scia del coronavirus?
L’indice Business Fear & Greed targato CNN, che esamina il sentiment di mercato, è balzato verso i più elevati livelli di paura nell’ultima settimana.
David Beahm, presidente e CEO di Blanchard & Company, ha parlato di un attuale “contesto di mercato negativo”, dove “troppe cose potrebbero andare male”, e l’impatto economico di un rallentamento della Cina sulla scia del coronavirus potrebbe essere “avvertito a livello globale”.
Ma l’oro viaggiava in forte rialzo anche prima che la maggior parte delle persone sentisse parlare del coronavirus, in grossa parte grazie ai tre tagli di interesse da parte della Federal Reserve, che hanno contribuito a indebolire il dollaro.
Una circostanza che ha finito per rendere l’oro più attraente del biglietto verde e di altre valute, soprattutto per via dei tassi negativi in alcune parti d’Europa e Giappone.
Ma l’oro non è l’unico bene che ha beneficiato delle preoccupazioni sul dollaro e i bassi tassi di interesse. Anche argento, platino e palladio sono schizzati alle stelle durante l’ultimo anno.
Ralph Aldis, gestore di portafogli per alcuni dei maggiori investitori statunitensi, ha parlato di questo come di “un periodo fiorente per l’oro”.
Secondo Aldis, il metallo prezioso dovrebbe continuare a viaggiare al rialzo, anche in considerazione del trend mostrato dalle maggiori banche centrali, che puntano sempre di più sull’oro.
I dati raccolti dal World Gold Council indicano acquisti da parte delle banche centrali in aumento del 12% nei primi tre trimestri del 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Complessivamente, le banche centrali hanno aggiunto 547,5 tonnellate di oro al loro portafoglio investimenti:
“La Fed e le altre banche centrali hanno immesso grandi quantità di denaro sul mercato, sulla scia di un contesto che spinge le azioni piuttosto che gli utili, e che rende le persone più nervose. Questo sarà un anno di forte crescita percentuale per l’oro, che potrebbe raggiungere nuovi massimi storici, e quota 2.000 dollari sembra all’orizzonte”,
ha dichiarato Beahm.
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