Ben 5 Paesi sono a rischio recessione. Ecco le economie che fronteggeranno le maggiori difficoltà tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020
Ben 5 Paesi sono attualmente a rischio recessione.
A ribadirlo un’interessante analisi condotta da Forbes che ha analizzato la situazione economica di alcuni dei maggiori Stati del globo.
Nessuna sorpresa di sapere che nella lista dei Paesi a rischio recessione oggi è finita anche l’Italia. Il Belpaese comunque si è trovato in buona compagnia accanto a diverse colleghe decisamente illustri.
Paesi a rischio recessione: i 5 più esposti
Il 2018 è sembrato sin da subito l’anno dell’espansione economica globale. Le banche centrali di tutto il mondo hanno iniziato a cambiare la propria politica monetaria (sie pensi soltanto al rialzo dei tassi Fed o alla fine del QE della BCE).
Poi però qualcosa è cambiato e sul finire dell’anno sono iniziati a emergere i primi segnali di rallentamento che in qualche caso, come quello italiano, hanno scatenato vere e proprie recessioni tecniche.
E proprio il termine recessione è tornato sulla bocca di tutti con l’arrivo del 2019, anno in cui l’intera economia mondiale ha iniziato a rallentare. Anche gli Stati Uniti e la Cina (dunque non soltanto Stati del Vecchio Continente) hanno messo in guardia i mercati.
Secondo una recente indagine pubblicata da Forbes, i 5 Paesi più a rischio recessione sono oggi:
- Hong Kong
- Regno Unito
- Germania
- Italia
- Cina
Hong Kong |
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La situazione nel Paese è sempre più incandescente. Le proteste sono esplose qualche mese fa contro una legge accusata di aver messo in discussione l’indipendenza del territorio autonomo. Il caos è degenerato e l’economia ne ha risentito tanto da incappare in una recessione tecnica.
Regno Unito |
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In questo caso, a pesare maggiormente sulle casse britanniche è stata la Brexit. A più di tre anni dal referendum che ha sancito la vittoria del “Leave” il Regno Unito non è ancora riuscito ad abbandonare l’UE. Per la prima volta dal 2012 il PIL si è contratto inaspettatamente, ma a deludere sono state anche la produzione industriale e quella manifatturiera. Secondo gli esperti l’ipotesi di no deal (ormai sempre più improbabile) potrebbe dare il colpo di grazia al Paese.
Germania |
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L’economia tedesca è finita sotto i riflettori nelle ultime settimane, durante le quali i segnali di rallentamento sono emersi con prepotenza. Al centro del dibattito non soltanto la debolezza del comparto automotive, fiore all’occhiello dell’industria di Germania, ma anche la frenata del manifatturiero.
Italia |
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Il Belpaese è già finito in recessione tecnica negli ultimi due trimestri del 2018. Da quel momento, nonostante i tentativi di recupero, l’economia ha dovuto continuare a fare i conti con la disoccupazione, la bassa produttività, un debito pubblico monstre e, ovviamente, le incertezze politiche.
Cina |
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Lo scorso 18 ottobre il PIL della Cina ha lasciato a bocca aperta e si è riportato sui minimi di 30 anni. Un vero e proprio campanello d’allarme per i teorici della recessione che hanno messo in evidenza altresì l’impatto della guerra commerciale sull’economia del Dragone.
Quelli appena citati non sono sicuramente gli unici Paesi a rischio recessione. Economie come la Turchia, l’Argentina, il Messico, il Brasile e l’Iran stanno attraversando fasi ancor più complicate.
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