I Paesi europei verseranno più soldi all’UE a causa della Brexit?

Violetta Silvestri

31 Ottobre 2019 - 15:18

I Paesi europei verseranno più soldi all’UE a causa della Brexit? Alcune considerazioni sulla definizione del bilancio europeo dopo l’uscita della Gran Bretagna.

I Paesi europei verseranno più soldi all’UE a causa della Brexit?

I Paesi europei verseranno più soldi all’UE a causa della Brexit? L’interrogativo nasce dalla questione della definizione dei finanziamenti del prossimo bilancio UE.

Si potrebbe scatenare una lotta senza precedenti tra i Paesi membri, soprattutto in seguito alla risoluzione del caos Brexit.

Con l’imminente uscita del Regno Unito, infatti, il blocco europeo perderà uno dei suoi principali contributi netti. Ciò dovrebbe causare una mancanza di circa di 10 miliardi di euro annui nel prossimo bilancio dell’UE. E la domanda su chi colmerà questa lacuna sta agitando diversi Stati membri.

I 27 Paesi dell’UE stanno discutendo sulle cifre, ma anche sul processo che sta dietro alla procedura di ricezione effettiva dei fondi da parte di Bruxelles.

Dopo la Brexit, ecco chi potrebbe pagare di più nell’UE

Il pagamento netto della Germania all’UE è stato di 13,4 miliardi di euro nel 2018, affermandosi come il contributo più alto.

Secondo alcuni rapporti dei media di inizio settimana, la cifra tedesca potrebbe passare da 15 miliardi di euro nel 2020 a 33 miliardi di euro nel 2027. Anche i Paesi Bassi potrebbero pagare il 75% in più a seguito della Brexit.

Tuttavia per Daniel Gros, economista tedesco e direttore del think tank di Bruxelles CEPS, è improbabile che Berlino arriverà a 33 miliardi visto che questa cifra rappresenterebbe l’1% del PIL tedesco.

Il bilancio dell’UE serve a finanziare politiche di tutto il blocco che vanno dallo sviluppo delle aree rurali, alla sicurezza, fino alla promozione dei diritti umani. Holger Schmieding, capo economista di Berenberg, spiega che questa volta i colloqui saranno particolarmente difficili. Queste le sue parole:

“La Germania non accetterà di pagare il doppio rispetto al suo contributo netto attuale. Alla fine si accorderà per accollarsi una quota sproporzionata del denaro del Regno Unito...Ma quel contributo tedesco aggiuntivo sarà collegato a condizioni come un re-indirizzamento dei fondi verso cause verdi”.

Secondo Gros, supponendo che la Germania pagherà in più un terzo del precedente contributo del Regno Unito, il «contributo netto tedesco aumenterebbe da 13,5 a 16 miliardi di euro, o da circa lo 0,4 allo 0,5% del PIL».

La Commissione Europea ha tenuto una conferenza stampa mercoledì per chiarire la questione. Il commissario Günther Oettinger, responsabile del bilancio e delle risorse umane, ha dichiarato ai giornalisti che:

“La spesa è un tema di grande importanza, in particolare alla luce del fatto che negli ultimi giorni alcuni media hanno pubblicato cifre piuttosto fuorvianti, ad esempio affermando che ci sarà un raddoppio del contributo tedesco a Bruxelles”.

Gli Stati cercano un compromesso sui versamenti all’UE

A Bruxelles le discussioni sui prossimi finanziamenti del budget UE nel dopo Brexit si intensificano. Secondo voci provenienti da funzionari europei, il bilancio è innanzitutto una questione politica.

La Francia, ad esempio, vuole stabilire condizioni per l’erogazione di fondi. I funzionari di Parigi sostengono che gli Stati che non rispettano i valori dell’UE non debbano ottenere alcun aiuto finanziario. Una misura, questa, ampiamente impopolare per i governi in Polonia e Ungheria, per citarne solo alcuni.

Sul tavolo c’è anche la questione del meccanismo dello sconto, un sistema di adattamento introdotto nell’UE nel 1984 su richiesta del Regno Unito. Ora che la Gran Bretagna è destinata a lasciare l’Unione, alcuni Paesi ritengono che il meccanismo dovrebbe essere eliminato del tutto.

Tuttavia, Angela Merkel ha già chiarito che Berlino non rinuncerà a tale sistema.

Se è vero, come suggerito da un altro funzionario europeo, che di solito i negoziati sul bilancio creano malcontento tra i Paesi, è altrettanto plausibile che per raggiungere un compromesso il livello di malcontento nei confronti del prossimo bilancio dell’UE deve essere “ragionevole”.

L’UE mira a concludere i negoziati di bilancio nel marzo del prossimo anno per applicare le nuove procedure tra il 2021 e il 2027.

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