Quali sono i Paesi più poveri del mondo? Ecco le 10 nazioni meno ricche secondo i dati aggiornati del PIL pro capite.
Il nostro pianeta dispone di risorse e ricchezza sufficienti a garantire uno stile di vita dignitoso a tutti gli abitanti della Terra. Nonostante ciò, in molti Paesi la popolazione si ritrova a vivere tutt’oggi in uno stato di povertà estrema. Diversi sono gli elementi che contribuiscono, purtroppo, ad impoverire una nazione. Tra questi si annoverano conflitti, instabilità politiche e il recente impatto del Covid.
Una situazione che non può passare di certo inosservata, anche perché se uno Stato è indebitato non può sostenere un adeguato sistema scolastico, oltre che quello sanitario. Se tutto questo non bastasse, una forza lavoro poco istruita presenta inevitabilmente maggiori difficoltà a risolvere i problemi e a creare le giuste condizioni per favorire la crescita.
Insomma, purtroppo, tra i Paesi più poveri del mondo si annoverano proprio quelle nazioni dove tutte queste componenti rappresentano gli aspetti sociali, culturali ed economici più rilevanti, che si riflettono del dato del PIL pro capite.
PIL pro capite, un parametro che certifica la povertà
È difficile, in ogni caso, conoscere a priori le cause della povertà a lungo termine. Allo stesso modo, non è possibile definire con certezza un metodo di calcolo infallibile che permetta di stabilire a livello assoluto quale sia il Paese più povero di tutti. A tal fine, però, ci giunge in aiuto il PIL pro capite, che viene utilizzato come valore metrico standard dalla comunità internazionale.
Questo dato, che si aggiorna continuamente in base a diversi fattori, è uno stretto parente del PIL ma, a differenza di esso, riesce a fotografare meglio la situazione. Difatti, parametrando le differenze del costo della vita e dell’inflazione, l’indice del potere d’acquisto certifica universalmente la debolezza economica di un popolo.
I 10 Paesi più poveri del mondo: la classifica aggiornata
Stando a tali dati, si stima che nei 10 Paesi più ricchi del pianeta il potere d’acquisto medio pro capite è superiore a 110 mila dollari annui. Nei 10 Paesi più poveri, invece, tale valore è inferiore a 1.500 dollari.
Di seguito, riportiamo la classifica, stilata originariamente da Global Finance, dei dieci stati più poveri del 2024, tenendo conto dei dati del Fondo monetario internazionale, World Economic Outlook, aprile 2024.
10. Yemen
Con un Pil pro capite di 1.996 dollari, lo Yemen è il decimo Paese più povero al mondo e il più povero della penisola arabica. Segnato dalla fine del 2014 da una guerra civile, quest’ultima ha mandato in frantumi l’economia locale. Il clima di instabilità ha compromesso la concreta attuazione di progetti sia pubblici che privati con la conseguenza che in questa terra, nota per essere ricca di petrolio, oltre l’80% degli abitanti vive in condizioni di povertà e sottosviluppo.
Quasi metà della popolazione è occupata nell’agricoltura. Per quanto concerne il settore secondario, lo Yemen presenta anche giacimenti minerari, da cui vengono estratti, come detto, petrolio e gas naturale. In fase di sviluppo il settore terziario, anche se al momento non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti.
9. Madagascar
In seguito all’indipendenza dalla Francia, conseguita nel 1960, il Madagascar è stato segnato da periodi all’insegna dell’instabilità politica, colpi di Stato ed elezioni oggetto di contestazione. A peggiorare la situazione le conseguenze del Covid e della guerra in Ucraina. In seguito a quest’ultima si è registrato un aumento del prezzo dei prodotti alimentari che pesa sulle tasche dei cittadini.
Se tutto questo non bastasse, il Madagascar è tra i primi 10 Paesi al mondo ritenuti vulnerabili ai rischi climatici, quali inondazioni, siccità e cicloni che provocano danni ad abitazioni e raccolti. Con un Pil pro capite pari a 1.979 dollari, questo Paese presenta uno dei tassi di povertà più alti a livello mondiale.
8. Liberia
La più antica repubblica africana, la Liberia è purtroppo uno dei Paesi più poveri dell’Africa occidentale. La mancanza di una solida leadership al governo, l’inflazione, la disoccupazione e i numerosi conflitti interni hanno contribuito nel corso degli ultimi anni ad impoverire l’economia locale.
Basti pensare che, stando alle ultime stime, il PIL pro capite è pari a 1.882 dollari. La speranza è che vengano attuate delle politiche ad hoc, volte a favorire la ripresa. A partire dalle spiagge sabbiose fino ad arrivare ai parchi nazionali, dove sono presenti alcuni degli animali più affascinanti del pianeta; d’altronde, sarebbero veramente tante le opportunità da cui poter ripartire.
7. Malawi
Stato senza sbocchi sul mare, il Malawi è uno dei Paesi più piccoli del continente africano. L’ultimo periodo è stato segnato da una crisi economica in seguito alla quale si è registrata la svalutazione della valuta, un pesante aumento dei prezzi degli alimenti e carenza di carburante. L’economia è basata principalmente sull’esportazione di prodotti agricoli. Quest’ultimi vengono utilizzati sia come generi alimentari che come materia prima per l’industria manifatturiera.
Fortemente dipendente dalle colture pluviali, l’economia del Malawi è sensibile ai possibili problemi conseguenti condizioni meteorologiche particolarmente vulnerabili. Il PIL pro capite è di 1.712 dollari e la ricchezza è concentrata nelle tasche di una ristretta cerchia di persone.
6. Niger
Con un PIL pro capite di 1.675 dollari, l’economia del Niger si basa prevalentemente sulla pastorizia e l’agricoltura che vanno ad affiancare l’industria manifatturiera e mineraria. Tra le principali risorse si annoverano carbone, oro, petrolio e ferro.
L’industria è ancora in via di sviluppo e il Niger si attesta come il quinto paese del pianeta per l’estrazione dell’uranio. Circa il 14% della popolazione soffre di qualche forma di malnutrizione e quasi il 60% vive al di sotto della soglia di povertà. A peggiorare la situazione i vari conflitti interni, l’elevato tasso di mortalità e la diffusione di diverse malattie.
5. Mozambico
Stato sovrano dell’Africa Orientale, è un’ex colonia portoghese. Indipendente a partire dal 1975, l’economia si basa prevalentemente sull’agricoltura che interessa all’incirca l’83% della forza lavoro locale, contribuendo per meno di un quarto al PIL. L’industria interessa soltanto l’8% della forza lavoro, ma produce all’incirca il 30% del Pil di questo Stato.
Con un PIL pro capite pari a 1.649 dollari, il Mozambico è tra i dieci Paesi più poveri del pianeta a causa dell’instabilità politica e delle gravi condizioni climatiche. Stando al Fondo monetario internazionale, comunque, nel corso dei prossimi anni si dovrebbe assistere ad un’importante e interessante espansione economica.
4. Repubblica Democratica del Congo
Questo Stato si contraddistingue per essere il più grande produttore mondiale di cobalto e un’importante fonte di rame, essenziale per la realizzazione di mezzi elettrici. Nonostante la presenza di numerose risorse minerarie, quali diamante e uranio, la Repubblica Democratica del Congo è uno degli Stati più poveri del mondo.
Dopo aver ottenuto nel 1960 l’indipendenza dal Belgio, questa nazione ha dovuto fare i conti con una forte instabilità politica e violenti scontri che hanno contribuito, purtroppo, ad impoverire tutto il territorio, che ad oggi attesta un PIL pro capite di 1.552 dollari. Quasi il 65% della popolazione sopravvive avendo a disposizione meno di 2,15 dollari al giorno.
3. Repubblica Centrafricana
Sul gradino più basso del podio dei dieci Paesi più poveri del pianeta troviamo la Repubblica Centrafricana che registra un PIL pro capite di 1.123 dollari. Indipendente dal 1960, questa ex colonia francese presenta uno degli indici di sviluppo umano più bassi a livello mondiale. Ricco di uranio, diamanti, petrolio e oro, il territorio presenta molte risorse naturali che, in gran parte, risultano essere poco sfruttate.
Molto importante la selvicoltura e l’agricoltura. Quest’ultima è caratterizzata dalla coltivazione e vendita di colture come arachidi, mais e manioca. Da non trascurare le zone selvagge che sono potenzialmente delle interessanti destinazioni per gli amanti dell’eco-turismo oltre che delle riserve preziose per la conservazione di diverse specie.
2. Burundi
Il Burundi continua, purtroppo, a dover fare i conti con gli strascichi della guerra civile che ha avuto luogo dal 1993 fino al 2005. Circa l’80% della popolazione dipende dall’agricoltura di sussistenza e ne consegue che il livello di insicurezza alimentare sia quasi il doppio rispetto alla media degli Stati dell’Africa sub-sahariana.
Meno del 5% degli abitanti dispone dell’elettricità e sono ancora in pochi a poter accedere all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Secondo Paese più povero al mondo, il PIL pro capite è di 916 dollari. Diversi gli aiuti finanziari ricevuti nel corso degli ultimi anni dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, ma la strada per lo sviluppo sembra essere ancora lunga.
1. Sud Sudan
Con un Pil pro capite di 455 dollari, il Sud Sudan è il Paese più povero del mondo.
Devastato da anni all’insegna della corruzione e delle guerre, questo Stato è ricco di risorse, quali petrolio, ferro, rame, argento, oro e zinco. La maggior parte della forza lavoro si occupa di agricoltura, prevalentemente di sussistenza. I vari conflitti interni e gli eventi atmosferici spesso estremi, però, rendono spesso impossibile riuscire a piantare e raccogliere i frutti del raccolto. Le infrastrutture sono carenti, oltre il 60% della popolazione necessita di assistenza umanitaria e, inoltre, il Paese registra anche un elevato tasso di analfabetismo femminile.
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