C’è una nuova moda su TikTok: il parlato in corsivo. Cosa vuol dire parlare in corsivo e quali sono le origini di questo fenomeno?
Cosa vuol dire parlare in corsivo? Spopola sui social e tra i giovani la nuova moda linguistica del parlare in corsivo. Un trend che può sembrare nuovo per la sua portata - l’hashtag #corsivo ha superato le 24 milioni di visualizzazioni - ma che ha origine nel lontano 2009 negli Stati Uniti.
Il grande rispolvero di TikTok non è neanche il più recente degli utilizzi, infatti prima di essere “parlato” il corsivo è stato cantato. Anche se in molti credono di non aver mai sentito qualcuno parlare o cantare in corsivo, basti pensare che i più noti e giovani talenti della musica hanno utilizzato questa particolare cadenza nelle loro canzoni. Tra questi i più noti sono sicuramente Blanco, Madame e Sangiovanni.
La versione italiana del parlato corsivo rimarca un particolare accento (non dialetto) italiano: il milanese. Sui social chi usa il parlato corsivo sembra quindi sottolineare in maniera ironica un determinato modo di fare delle giovani ragazze di Milano. Punto di riferimento potrebbe essere l’iconica Chiara Ferragni.
Il fenomeno del parlato corsivo può apparire l’ennesimo gioco dei social, una challenge lanciata a suon di lettere trascinate, ma scavando un po’ più a fondo si possono trovare le radici del corsivo parlato addirittura nel latino.
Parlare in corsivo: cosa significa
Le nuove generazioni tendono sempre a stupire quelle più datate e spesso i fenomeni che diventano virali sui social non vengono compresi. “Parlare in corsivo” entra perfettamente in questa definizione. Cosa significa parlare in corsivo non è poi così difficile da spiegare, perché in realtà non è un fenomeno così nuovo e come “Povero gabbiano” si tratta di qualcosa che i giovani sui social hanno ritrovato e fatto proprio.
Parlare o cantare in corsivo vuol dire letteralmente allungare verso destra, cioè nel finale di parole, le lettere. Un esempio comune che viene fatto per spiegare tale inclinazione della pronuncia è con la parola “amo”, abbreviazione di “amore” che si usa tra amiche.
Lezione di corsivo:
Esempio: come pronunciare “amo”.
Se la parola finisce per “o”, come amo, si deve inserire una lettera “i” prima della “o”.
La pronuncia sarà quindi: “amio” con accento sulla “i” e allungamento della “o”.
Le molteplici origini del parlato corsivo
Le origini del parlato corsivo sono almeno due e provengono da due mondi differenti. Il primo accenno su internet di parlato in corsivo risale a un tweet di @TrackDroppa, che scriveva nel 2009:
Voice so smooth its like I’m singing in cursive.
In Italia si può far risalire il parlare in corsivo come a un modo di parlare tipicamente del Nord e in particolare di Milano. Nello slang milanese l’allungamento delle ultime lettere, quasi trascinate e un po’ nasali è piuttosto comune.
Il fenomeno linguistico del parlato corsivo
Il fenomeno del parlato corsivo ha il pregio di aver fatto interrogare i linguisti sulla sua origine. Interessante notare infatti che il parlato in corsivo è un diretto discendente della scrittura corsiva. Si potrebbe definire una trasformazione o trasposizione dallo scritto al parlato di una scrittura, ovvero il corsivo. Nella scrittura corsiva le lettere si inclinano verso destra e nel protendersi indicano la velocità stessa della scrittura.
Questo “protendersi” non manca neanche nel parlato corsivo di moda su TikTok, dove chiudendo gli accenti e allungando le vocali si finisce per parlare con una certa sfumatura che somiglia al milanese.
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