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Parlare alle macchine e ai clienti: ecco cosa significa essere data driven

Dario Colombo

3 Maggio 2023 - 08:00

Oggi anche le Pmi devono fare scelte data driven, basate sui dati. Per farlo imprenditori e professionisti devono parlare la stessa lingua in fabbrica e con i clienti. Ecco come.

Parlare alle macchine e ai clienti: ecco cosa significa essere data driven

Nelle grandi imprese oggi si parla molto di modello aziendale data driven, ossia farsi guidare dai numeri, avere un approccio basato sui dati, per prendere decisioni informate, basate su fatti oggettivi e non su sensazioni personali.

Ma cosa significa se lo si applica alle Pmi? La domanda assume un accento ancora più forte se la si incrocia con il trend tecnologico dominante del momento, l’intelligenza artificiale.

E ne fa scaturire un’altra: forse le aziende guidate dai dati, caratterizzate da un’automazione accentuata e totalizzante rimettono in discussione il ruolo della guida umana, dell’imprenditore e dei sui consulenti? Facciamo spoiler e diamo subito la risposta: no.

Il principale beneficio dell’automazione è l’eliminazione dell’errore umano. Questo non significa togliere lavoro, ma farlo meglio e produrre di più.
L’integrazione dei gestionali sul luogo di produzione è il passo decisivo da fare adesso per fare crescere la produttività.

Anche nell’era data driven le decisioni sono sempre umane, in particolare se si tratta di una Pmi manifatturiera, di produzione. Creata e gestita da chi viene dal mondo del fare. L’imprenditore della Pmi dovrà sempre prendere decisioni.

Pmi in equilibrio fra macchine e clienti

Nel modello data driven, abbiamo detto, le decisioni devono essere basate sui dati e non sulle sensazioni e questo significa che l’imprenditore avrà sempre bisogno del suo consulente principe per districarsi nel mondo dei dati: il professionista che lo supporta nella gestione.

Bisogna quindi saper stabilire una connessione fra processi produttivi, operativi e amministrativi con i gestionali aziendali, utilizzando strumenti tecnologici appropriati.

Vediamo come si fa, partendo da una considerazione.
La trasformazione digitale è un processo continuo e inarrestabile nelle strutture produttive e logistiche del nostro Paese.
Il modello di Industria 4.0 porta alla digitalizzazione dei processi, creando un dialogo digitale e la necessità di automatizzare scambi che storicamente sono stati manuali.

L’efficienza operativa si ottiene con l’acquisizione automatizzata dei dati che emergono dall’interconnessione di macchine e impianti di produzione con il sistema gestionale: il mondo dei dati è il progresso del mondo produttivo.

L’efficienza commerciale si ottiene con la raccolta e l’analisi regole dei dati con un sistema di Customer Relationship Management.

Fabbrica e clienti, dati di produzione e dati commerciali: sono i due assi su cui ruotano le Pmi data driven ed entrambi coinvolgono i professionisti che lavorano a stretto contatto con l’imprenditore.

Cosa significa essere data driven

La trasformazione digitale in atto ci dice che non si tratta di una questione solamente tecnologica. Se un’azienda vuole adottare un approccio data driven dovrà anche aprirsi al cambiamento culturale e creare le condizioni favorevoli, anche dal punto di vista delle risorse umane.

Quindi cosa significa per una Pmi essere data driven? Vediamo spiegarlo con parole semplici.

Per una Pmi essere data driven significa fare affidamento sulla raccolta e sull’analisi dei dati per prendere decisioni strategiche. Questo è un approccio importante per le Pmi, per via della disponibilità limitata di risorse rispetto alle grandi aziende.
Le Pmi che adottano l’approccio data driven hanno la possibilità di raccogliere informazioni sui loro prodotti, sulle loro operazioni, sui loro clienti, migliorando la loro efficienza, riducendo i costi e aumentando la loro competitività.

Una Pmi data driven utilizza strumenti e tecnologie per raccogliere dati dai propri clienti che vengono poi analizzati per identificare i loro modelli di comportamento e per comprendere meglio le loro esigenze e aspettative. Inoltre, questi dati sono utilizzati per monitorare le prestazioni dell’azienda e per identificare le aree che richiedono miglioramenti o investimenti.

L’adozione dell’approccio data driven aiuta una Pmi a creare una cultura basata sui dati dentro la propria organizzazione. La raccolta e l’analisi dei dati possono diventare parte integrante della pianificazione e dell’attuazione delle strategie aziendali. In questo modo, l’azienda diventa più proattiva nel gestire i cambiamenti e le opportunità di mercato.

Inoltre l’approccio data driven può aiutare una Pmi a mantenere un approccio più focalizzato ai propri prodotti e servizi. Grazie ai dati raccolti, l’azienda può concentrarsi su ciò che funziona meglio e ridurre gli sprechi di tempo e risorse nelle aree che non apportano valore aggiunto.

Come una Pmi diventa data driven

La chiave di un approccio data driven, quindi, è utilizzare i dati per gestire i processi aziendali e prendere le decisioni.

Per una Pmi il modo migliore per attuare un approccio data driven è partire da un ambito preciso, l’area in cui l’esigenza di miglioramento è maggiore.

Potrebbe lavorare sull’efficienza della produzione, per comprendere i colli di bottiglia attraverso l’uso dei dati provenienti dagli strumenti di produzione. Oppure orientarsi sulle vendite, comprendendo i margini e l’ordinativo medio.

Dato che ci si deve basare sui dati, è indispensabile controllare, misurare e verificare il successo di ogni azione. L’ideale è accedere a questi dati con uno strumento che li renda chiari e comprensibili, perché possano sempre essere protagonisti delle decisioni.

In una Pmi data driven i dati diventano a tutti gli effetti degli asset e, come tali, è necessario che siano a disposizione di tutti i reparti aziendali.

Oggi esistono piattaforme e strumenti in grado di offrire alle Pmi i vantaggi di un approccio data driven, che si adattano alla flessibilità, scalabilità e semplicità di applicazione richieste.

Per esempio i software gestionali di nuova generazione offrono un approccio che unisce l’immediatezza di un classico software gestionale con la potenza e i vantaggi dell’utilizzo dei dati a supporto delle decisioni.

Che i software gestionali in Italia stiano sempre più prendendo piede lo conferma la ricerca “Il software gestionale in Italia: il percorso di trasformazione di Pmi e PA”, degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware.

Ma un’importante spinta all’utilizzo più intenso dei software gestionali è data anche dalla possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali: le imprese hanno la possibilità di usufruire del credito d’imposta previsto dal Piano Nazionale di Transizione Industria 4.0 per l’intero valore della strumentazione oltre alla formazione e al valore del software.

Capire le macchine con i dati delle connessioni

È in questo contesto che Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ha sviluppato un innovativo modulo del proprio gestionale Arca Evolution, che apporta un ulteriore progresso nell’automazione, andando ad automatizzare il dialogo a due vie tra il gestionale aziendale e le macchine o gli impianti di produzione e logistici.

Il modulo Arca4Connection consente lo scambio automatizzato dei dati tra i moduli del gestionale e i macchinari di lavorazione sia in import che in export, garantendo la massima automazione dei processi produttivi.

Il dialogo automatico a due vie tra gestionale e impianti e macchinari di produzione consente un risparmio di tempo e assicura la certezza e la completezza dei dati che arrivano direttamente da e alla risorsa eliminando il rischio degli errori manuali.

Il modulo di Arca Evolution grazie alla automatizzazione del dialogo da e verso il gestionale, si inserisce nell’architettura produttiva 4.0 e contribuisce all’approvvigionamento dei dati che, una volta analizzati ed elaborati, rendono possibile il miglioramento e la velocizzazione dei processi.
Arca4Connection è stato sviluppato per un mondo produttivo trasversale, e si rivolge alle Pmi di ogni comparto industriale di produzione, ri-lavorazione, commerciale o logistico.

L’obiettivo che il modulo di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia si pone, quindi, è di contribuire a rendere più efficienti i processi di produzione o le movimentazioni delle merci nei magazzini, ottenendo immediati e tangibili risultati economici in termini non solo di risparmio ma anche nella prospettiva di ottimizzazione dei processi, grazie all’analisi dei dati.

Capire i clienti con i dati delle relazioni

Dopo la fabbrica i clienti: per una Pmi essere data driven significa avere anche una maggiore consapevolezza riguardo il valore che un sistema Crm e l’analisi regolare dei dati dei propri clienti apportano.

Con il Crm si ottiene un incremento dell’organizzazione e del controllo dei processi e dei servizi pre e post vendita, si aumenta la produttività delle vendite e al contempo si ottiene anche una riduzione del tasso di abbandono dei clienti.

Ecco perché Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ha realizzato Player5, la nuova versione del proprio Crm integrato con Arca Evolution, che supporta le forze di vendita nel monitorare e tracciare le opportunità e classificare i clienti o potenziali tali e proporre i modelli di vendita più adatti.

Gestisce anche la relazione con i business partner in tutti i momenti del processo di vendita e post vendita e genera dati e informazioni per prendere decisioni di business, esattamente in ottica data driven.

Con Player5 si definiscono gli obiettivi commerciali e di marketing per monitorare lo stato di avanzamento delle attività rispetto agli obiettivi. E l’integrazione con Arca Evolution permette di avere le anagrafiche dei clienti allineate e una corrispondenza tra i documenti creati. I dati di Arca vengono acquisiti in modo automatico per la creazione di statistiche e report.

Il nuovo Crm di Wolters Kluwer ha una serie di moduli aggiuntivi: Player Business Intelligence, che rappresenta i dati del Crm aggregando le informazioni in dashboard interattive per prendere decisioni strategiche e migliorare le performance aziendali; Player Assistenza per la gestione e copertura dei processi post sales di assistenza tecnica, manutenzione, mobilità sul campo; Player Workflow Plus, per la schedulazione di task, la gestione di notifiche all’utente durante il processo per evidenziare eventuali ritardi e criticità e l’invio periodico di report sull’andamento delle attività.

Secondo Patrizia Setti, Lead Technology Product Manager SME market di Wolters Kluwer Tax and Accounting: “Se il mestiere di un CRM resta quello di una soluzione che gestisce il processo con cui un’azienda o un’organizzazione amministra le sue interazioni con i clienti, Player5, accessibile dal web, cerca di andare oltre, anche nell’ottica di uno sviluppo digitale complessivo delle PMI. Pur se diffuso, lo strumento CRM non è ancora così utilizzato nell’analisi della Customer Base. La bassa percentuale di utilizzo, avvalorata dai dati dell’Osservatorio CRM, fa forse emergere un problema culturale o un gap tecnologico, che Player 5 con la sua semplicità d’uso intende colmare.”

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