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Parler: giudice federale ne blocca ripristino su Amazon Web Services

Marco Ciotola

24/01/2021

Il giudice federale non ha accolto la richiesta del contestato social Parler di essere ripristinato su Amazon Web Services

Parler: giudice federale ne blocca ripristino su Amazon Web Services

Un giudice federale ha negato la richiesta di Parler di tornare tra le app disponibili su Amazon Web Services. Resta in piedi quindi l’ordinanza del tribunale che decreta la rimozione del contestato social dalla piattaforma di Jeff Bezos.

La decisione non pone fine al contenzioso, ma significa che il tribunale non costringerà Amazon Web Services a reintegrare Parler tra le disponibilità della sua piattaforma di cloud hosting.

La mossa di Amazon resta quindi ancora effettiva nel tenere lontano Parler dal web.
La piattaforma di social media vicina all’estrema destra ha citato in giudizio AWS all’inizio di questo mese, dopo che il colosso di Bezos aveva puntato il dito contro la piattaforma per il suo scarso impegno nel bloccare i post violenti e istigatori.

Parler: giudice federale ne blocca il ripristino su Amazon Web Services

Appena pochi giorni fa Tim Cook motivava la scelta di rimuovere il contestato social Parler dall’App Store, parlando di “libertà di parola e incitamento alla violenza che si scontrano”.

Su Parler è stata infatti applicata una linea durissima anche da altri colossi tech come Apple e Google, entrambi rapidi a rimuovere il social dai loro rispettivi store per il download. Parler è «accusato» di favorire una certa tipologia di utenti, dai cospirazionisti ai suprematisti per arrivare alla cosiddetta ultradestra.

Mentre Amazon continua a sostenere che la causa intentata da Parler “non sta in piedi”, e riferisce tramite documenti ufficiali che la piattaforma ha dimostrato “riluttanza e incapacità di rimuovere dai server di Amazon Web Services contenuti che minacciano la sicurezza pubblica”.

Il CEO di Parler, John Matze, ha dichiarato lunedì in tribunale che il suo social non ha le risorse per correre su server propri. La piattaforma ha anche cercato un’alternativa hosting ad AWS, ma è stato sempre respinto.

Il sito di Parler è improvvisamente riapparso online domenica pomeriggio con un messaggio di Matze:

“Ciao mondo, questa cosa funziona?”

Per ora non è chiaro chi possa effettivamente fornire i server su cui possa funzionare il social network di Parler.

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