Partite IVA: ISA e forfettari nel mirino dell’Agenzia delle Entrate dal 2020

Rosaria Imparato

12 Dicembre 2019 - 16:57

Nel 2020 nel mirino del Fisco ci saranno soprattutto partite IVA, sia i forfettari che gli autonomi in regime ordinario. L’Agenzia delle Entrate userà i dati degli ISA e dei conti correnti per procedere con i controlli. Inoltre, ai Comuni vengono dati incentivi per segnalare i casi di evasione fiscale.

Partite IVA: ISA e forfettari nel mirino dell’Agenzia delle Entrate dal 2020

Partite IVA, nuovi controlli dell’Agenzia delle Entrate dal 2020: i lavoratori autonomi, compresi quelli in regime forfettario saranno nel mirino delle verifiche del Fisco.

Ad aiutare il Fisco a scovare gli evasori fiscali ci saranno anche i dati provenienti dagli ISA, gli Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale che hanno sostituito gli studi di settore.

Una vera e propria lotta all’evasione quella del Governo Conte, che punta a scovare i “furbetti” non solo con accertamenti su larga scala, ma tramite controlli specifici effettuati su contribuenti selezionati.

A far scattare le verifiche del Fisco sarà la disparità tra quanto dichiarato dai titolari di partita IVA e quanto effettivamente presente sul conto corrente.

I controlli verranno aiutati anche dalle segnalazioni da parte dei Comuni. Il Decreto Fiscale infatti prevede la proroga degli incentivi ai Municipi che, se segnaleranno illeciti tributari, avranno come ricompensa il 100% del riscosso.

Partite IVA e regime forfettario: controlli dell’Agenzia delle Entrate dal 2020

Nel mirino dell’Agenzia delle Entrate dal 2020 ci saranno soprattutto Partite IVA, i lavoratori autonomi, e soprattutto coloro che hanno aderito al forfettario.

Con il boom di adesioni al regime forfettario nel 2019 c’era da aspettarselo, vista la flat tax al 15% per ricavi e compensi fino a 65.000 euro.

I controlli delle Entrate si concentreranno non solo su chi aderirà al regime forfettario 2020, ma anche sulle partite IVA che beneficiano della tassa piatta dall’anno scorso.

Dalle anticipazioni fornite dal Sole 24 Ore, anche le partite IVA che si trovano nel regime dei minimi devono aspettarsi degli accertamenti del Fisco.

Le verifiche dell’Agenzia delle Entrate sui lavoratori autonomi scatteranno nei casi di mancata presentazione:

Inoltre, dal 2020 l’Agenzia delle Entrate potrà controllare anche i dati di attività svolte nel 2018, come:

  • la trasmissione di dichiarazioni o comunicazioni all’Agenzia;
  • la difesa di clienti presso le commissioni tributarie o durante l’iter di reclamo;
  • la cura di pratiche di aggiornamento catastale.

In questi casi saranno incrociati i dati degli ISA con i redditi dichiarati.

Conti correnti e ISA, i dati aiutano l’Agenzia delle Entrate nei controlli

L’Agenzia delle Entrate ha altri assi nella manica per scovare gli evasori fiscali.

I controlli dal 2020 si intensificheranno anche grazie a nuovi strumenti come il risparmiometro, l’algoritmo che verifica se i risparmi accumulati in un anno sono coerenti con i redditi dichiarati allo Stato.

L’occhio vigile del Fisco controllerà i conti correnti dei contribuenti anche con la Superanagrafe, il database che contiene sia i dati dell’Agenzia delle Entrate che quelli della Guardia di Finanza.

Non solo: anche i controlli a tappeto sulle fatture elettroniche previsti dal Decreto Fiscale dal 2020 forniranno una buone mole di dati da analizzare.

Infine, i dati comunicati con gli ISA saranno controllati dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate, che potranno decidere, eventualmente, di revocare i vantaggi fiscali.

Entro la fine del 2020 è previsto l’arrivo di un software che aiuterà gli uffici nell’analisi di rischio e di controllo delle partite IVA obbligate alle pagelle fiscali.

Controlli Agenzia delle Entrate, nel 2020 Comuni incentivati a segnalare i casi di evasione fiscale

Nel 2020 sarà prolungato l’impegno che si chiede ai Comuni per partecipare alla lotta all’evasione.

L’articolo 34 del Decreto Fiscale, “Compartecipazione comunale al gettito accertato” prevede la proroga fino al 2021 di incentivi ai Comuni che partecipano all’attività di accertamento tributario.

Nel dettaglio, ai Municipi che effettuano delle segnalazioni qualificate verrà data una somma pari al 100% del riscosso.

Forse con questo tipo di incentivo i Comuni saranno più disponibili a segnalare i casi di presunto illecito, dando un concreto aiuto al Governo nella lotta all’evasione.

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