La bozza della legge di Bilancio 2024 porta molte novità, tra queste l’aumento dei contributi Inps a carico delle partite Iva. Chiarimenti sui soggetti interessati e importi da versare.
Aumentano gli importi dei contributi Inps a carico dei lavoratori autonomi con partita Iva, ecco chi dovrà pagare di più dal primo gennaio 2024.
L’articolo 31 della bozza di legge di Bilancio 2024 prevede l’estensione della platea deneficiari dell’Iscro (Indennità per la continuità reddituale e operativa) riconosciuta agli iscritti alla Gestione Separata Inps con redditi fino a 12.000 euro, la misura sarà finanziata con un aumento dei contributi a carico delle partite Iva.
Ecco i dettagli del provvedimento con l’aumento dei contributi Inps per partite Iva.
Iscro 2024 chi potrà beneficiarne? Cambiano i limiti
La legge 30 dicembre 2020, n. 178 articolo 1, comma 386, prevede in favore dei soggetti iscritti alla Gestione Separata Inps la corresponsione di un’indennità di disoccupazione per i lavoratori autonomi con reddito inferiore a 12.000 euro. In precedenza il limite era 8.972,04 euro.
L’Iscro viene riconosciuta, su domanda, in presenza dei seguenti requisiti:
- non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
- non percepire l’assegno di inclusione;
- aver conseguito, nell’anno precedente rispetto alla presentazione della domanda, un reddito inferiore almeno al 70% rispetto alla media dei redditi prodotti nei due anni precedenti;
- essere in regola con i versamenti dei contributi previdenziali;
- essere titolari di partita IVA attiva da almeno tre anni, alla data di presentazione della domanda;
- aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12.000 euro.
Quanto si percepisce di Iscro?
L’Indennità di continuità reddituale e operativa non può essere inferiore a 250 euro mensili e superiore a 800 euro mensili.
Viene calcolata in misura pari al 25% su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda.
In caso di cessazione della partita Iva durante il periodo di percezione oppure di percezione di pensioni o assegno di inclusione, il beneficio si perde immediatamente.
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Aumento dei contributi Inps per le partite Iva, a quanto ammontano?
Il comma 13 dell’articolo 31 della bozza di legge di Bilancio 2024 prevede che, per far fronte all’aumento della platea dei beneficiari dell’ISCRO, sia disposto un aumento dell’aliquota pari allo 0,35% a partire dal 1° gennaio 2024.
Non si tratta di una novità, infatti già in passato era stato previsto un aumento dei contributi a carico dei lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS, non si trattava però di un aumento strutturale ma di natura “eccezionale” e destinato a venir meno dal 1° gennaio 2024 perché in scadenza. Senza l’intervento previsto nell’articolo 31 della bozza della legge di Bilancio 2024, dal primo gennaio si sarebbe ritornati all’aliquota applicata fino al 2020, cioè 25,72%.
L’aumento previsto nell’articolo 31 è strutturale e di conseguenza l’aliquota dei contributi Inps arriverà a 26,07%.
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