La legge di Bilancio 2023 introduce paletti per le partite Iva «apri e chiudi» con l’obiettivo di contrastare evasione e frodi: ecco chi dovrà aspettarsi nuovi controlli e sanzioni da 3mila euro.
Giro di vite sulle partite Iva «apri e chiudi». A mettere i paletti con nuove regole, controlli e sanzioni è la legge di Bilancio 2023, con l’obiettivo preciso di contrastare l’evasione e le frodi fiscali messe in atto da quelle attività che aprono e chiudono prima che lo Stato si accorga di loro, e che quindi possa esigere il pagamento delle tasse. Queste stesse attività riaprono poi con un altro nome, in un loop infinito di evasione fiscale e attività illegali.
A definire il perimetro normativo è, appunto, la legge di Bilancio, in particolare con l’articolo 1, commi da 148 a 150. Sono previste specifiche analisi del rischio per intercettare soggetti fiscalmente pericolosi, per poi invitare a esibire i documenti attestanti l’effettivo esercizio di un’attività economica.
Partite Iva, nuovi controlli in arrivo: quali documenti servono
Il comma 148 articolo 1 della legge di Bilancio 2023 stabilisce che l’Agenzia delle Entrate dovrà effettuare specifiche analisi del rischio connesso al rilascio di nuove partite Iva. Nel momento in cui viene intercettato un soggetto «pericoloso», l’Agenzia lo inviterà a presentarsi di persona insieme ai documenti che ne attestano l’attività (cioè le scritture contabili obbligatorie per imprese commerciali, società ed enti equiparati, e per esercenti arti e professioni).
In questo modo l’Agenzia delle Entrate potrà verificare l’effettivo esercizio dell’attività. In caso di esito negativo, cioè se il soggetto non si presenta di persona all’Agenzia oppure se i documenti presentati non attestano l’effettivo esercizio dell’attività d’impresa, professionale o artistica, oppure non consentono di superare i profili di rischio individuati, l’ufficio sancirà la cessazione della partita Iva con apposito provvedimento.
Controlli partite Iva, nuova apertura solo con fideiussione
Lo stesso soggetto potrà richiedere l’apertura della partita Iva in un secondo momento, come imprenditore individuale o lavoratore autonomo oppure come rappresentante legale di società, associazione o ente costituito dopo il provvedimento di chiusura.
Inoltre, la legge di Bilancio ha stabilito che l’apertura di una nuova partita Iva sarà possibile solo rilasciando una garanzia sotto forma di polizza fideiussoria o fideiussione bancaria per la durata di tre anni e per un importo non inferiore a 50mila euro. L’importo deve essere pari, se superiore, all’ammontare delle somme dovute per violazioni fiscali commesse prima del provvedimento di cessazione, sempre che le stesse non siano state già versate.
Infine, la legge di Bilancio ha introdotto nei confronti dei soggetti destinatari di provvedimento di cessazione della partita Iva, la contestuale irrogazione di una sanzione amministrativa di 3mila euro.
In ogni caso, i dettagli operativi dovranno essere stabiliti da uno o più provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate, con cui dovranno essere definiti i criteri, le modalità e i termini per l’attuazione di quelle disposizioni.
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