L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che per i soggetti obbligati ad avere un indirizzo PEC la notifica degli atti AdER avviene attraverso tale strumento. Cosa fare per evitare di perdere notifiche.
Perché è importante controllare spesso l’indirizzo PEC? Quali possono essere le conseguenze?
Per i professionisti che hanno obbligo di avere un indirizzo PEC (Posta Elettronica Certificata) l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può notificare gli atti, tra cui le cartelle esattoriali, utilizzando tale mezzo.
Ecco perché è bene controllare spesso l’indirizzo e verificare che sia attivo e abbia spazio sufficiente in memoria, in questo modo è possibile evitare le conseguenze legate alla mancata visione delle comunicazioni.
Vediamo i passaggi che deve effettuare AdER per la corretta notifica degli atti con la PEC, in quali casi è valida la notifica anche senza che il contribuente abbia espresso la volontà di ricevere gli atti in PEC.
Notifica atti AdER in PEC, in quali casi vale come raccomandata?
Molti non sanno che la legge prevede che l’AdER possa notificare gli atti ai soggetti obbligati alla tenuta della PEC e all’iscrizione negli Indici Nazionali degli Indirizzi PEC, proprio presso l’indirizzo PEC. Tale notifica ha gli stessi effetti di una raccomandata. Per gli altri contribuenti, cioè coloro che non sono obbligati ad avere nella disponibilità un indirizzo PEC vi è, invece, una volontarietà della notifica tramite tale mezzo.
Si ricorda che i soggetti obbligati alla tenuta della PEC sono imprese individuali o costituite in forma societaria, professionisti iscritti in albi o elenchi.
Perché la PEC è fondamentale? L’uso di un indirizzo PEC risponde a esigenze di tutela ambientale, infatti, viene ridotto l’uso della carta, si tratta, inoltre, di uno strumento economico per l’AdER e consente di avere celerità nelle notificazioni. Con la PEC è possibile certificare in modo preciso la data di trasmissione dell’atto e della ricezione da parte del suo destinatario. Una maggiore sicurezza, dunque, sul periodo entro cui si può effettuare il pagamento di una cartella o, eventualmente, procedere con un ricorso.
PEC, consigli dell’AdER per evitare sanzioni e ritardi
Al fine di evitare disguidi il titolare di indirizzo PEC deve costantemente:
- consultare la cartella di posta elettronica certificata;
- controllare che l’indirizzo PEC risulti correttamente censito, per il tramite della Camera di Commercio/Ordine professionale, sull’indice Ini-PEC (inipec.gov.it);
- accertarsi che l’indirizzo sia attivo e operativo (verificando anche i pagamenti in favore del gestore di PEC);
- accertarsi che vi sia spazio disponibile.
Si ricorda che in caso di notifica di una PEC da parte di AdER, se la stessa non va a buon fine, effettua un secondo tentativo dopo 7 giorni. Nel caso in cui anche questo tentativo fallisca, Agenzia delle Entrate-Riscossione deve provvedere al deposito telematico dell’atto nell’area riservata del portale gestito da InfoCamere. La pubblicazione del relativo avviso nello stesso portale ha la durata di 15 giorni e viene anche inviata al destinatario una raccomandata senza avviso di ricevimento, quale informativa dell’avvenuta notifica, mediante deposito telematico e senza procedere ad ulteriori adempimenti.
L’atto deve quindi essere scaricato dal portale di Infocamere attraverso l’uso di una password. La password può essere richiesta attraverso l’area riservata di Infocamere oppure sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it inserendo il numero dell’atto depositato riportato nella raccomandata. Infine, può essere richiesta presso un ufficio territoriale AdER.
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