Pensione 5 anni prima: quando e come è possibile

Antonio Cosenza

29/04/2021

Anticipare la pensione di cinque anni è possibile, e non solo con Quota 100. Ci sono, infatti, diverse opzioni che consentono di farlo: ecco le più importanti.

Pensione 5 anni prima: quando e come è possibile

Come anticipato più volte, con la fine di Quota 100 - annunciata ma non ufficializzata con il Recovery plan - si andrà in pensione con cinque anni di ritardo.

Quota 100, infatti, permette - tutt’oggi - di accedere alla pensione con cinque anni di anticipo. Non sembra che verrà fatto qualcosa per agevolare l’accesso alla pensione una volta che questa misura cesserà di esistere, ma va detto che si può andare in pensione cinque anni prima anche con strumenti alternativi a Quota 100.

A tal proposito, in questo articolo trovate alcune soluzioni utili per farlo, con tutte le informazioni sui requisiti da soddisfare a seconda dei casi.

In pensione cinque anni prima con Quota 100

Non potevamo non partire da Quota 100, misura che in questi ultimi tre anni ha permesso a circa 300 mila persone di accedere alla pensione cinque anni prima rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia (67 anni di età e un’anzianità contributiva pari ad almeno 20 anni).

Come tutti ormai sapranno, questa consente il pensionamento anticipato all’età di 62 anni, a patto che nel contempo ci sia un’anzianità contributiva di almeno 38 anni. Tuttavia, per accedervi è necessario maturarne i requisiti entro il 31 dicembre del 2021. Chi lo fa potrà accedere a Quota 100 anche nel 2022 e negli anni successivi visto il principio della cristallizzazione del diritto alla pensione.

In pensione cinque anni prima con il contratto di espansione

La Legge di Bilancio 2021 ha prorogato il contratto di espansione per l’anno in corso; a tal proposito, si sta riflettendo anche della possibilità di confermarlo per il 2022, allargandone la platea.

È importante parlare del contratto di espansione in questo contesto in quanto si tratta di un’altra misura che consente di andare in pensione con cinque anni di anticipo. Introdotta dal Decreto crescita, infatti, questa consente alle imprese - con un organico di almeno 500 dipendenti, 250 in alcuni casi specifici - di favorire il pensionamento di alcuni impiegati così da puntare ad un rinnovo generazionale.

Si tratta a tutti gli effetti di uno scivolo pensionistico con il quale ai dipendenti in esubero ai quali mancano non più di cinque anni al raggiungimento del diritto alla pensione (o di vecchiaia o anticipata) viene riconosciuta un’indennità mensile pari al trattamento lordo di pensione maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

È il datore di lavoro a farsi carico dei costi ai quali si aggiunge, per i lavoratori che vengono accompagnati alla pensione anticipata, il versamento della contribuzione necessaria al raggiungimento dell’anzianità contributiva richiesta (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne).

In pensione cinque anni prima con le deroghe Amato e l’opzione Dini

Pensiamo ad un lavoratore che al compimento dei 67 anni di età non ha maturato il requisito contributivo necessario per accedere alla pensione di vecchiaia, pari a 20 anni. Ad esempio, un lavoratore che ha maturato appena 15 anni di contributi dovrebbe lavorare per altri cinque anni per accedere alla pensione di vecchiaia.

Ci sono, però, delle opzioni che gli consentirebbero di andare in pensione cinque anni prima, quindi già al compimento dei 67 anni, in quanto consentono l’accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi anziché con 20.

Nel dettaglio, la Legge Amato (503/1992), consente l’accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi a coloro che soddisfano una delle seguenti condizioni:

  • tutti i 15 anni di contributi fanno riferimento a periodi antecedenti al 31 dicembre 1992;
  • un provvedimento antecedente alla data del 31 dicembre 1992 ha autorizzato il versamento dei contributi volontari. Questo vale anche per coloro che di fatto non hanno mai provveduto al versamento;

Altra possibilità per andare in pensione con 15 anni di contributi anziché con 20 è quella offerta dalla Legge Dini 335/1995, la quale la riserva a coloro che oltre ad aver almeno un contributo accredito prima del 31 dicembre 1995 hanno anche maturato almeno cinque anni di contributi dal 1° gennaio 1996 in poi.

In pensione cinque anni prima con il riscatto della laurea (anche agevolato)

Come noto, con la pensione anticipata il diritto alla pensione si matura con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. Il tutto indipendentemente dall’età anagrafica.

Chi ha lavorato per 37 anni e 10 mesi, però, non deve per forza restare a lavoro per altri 5 anni per maturare il diritto alla pensione anticipata; vi è, ad esempio, la possibilità di riscattare gli anni di studio che hanno portato al conseguimento della laurea. Questo, quindi, potrebbe riscattare i cinque anni di studi universitari per accedere alla pensione con cinque anni di anticipo.

A tal proposito, ricordiamo che è prevista anche una modalità di riscatto agevolato della laurea: con un costo che in media si aggira intorno 5.200 euro per ogni anno (quindi 25.000 euro in totale per un corso quinquennale) è possibile aumentare la propria anzianità contributiva anticipando così la pensione di cinque anni.

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