Pensione a 64 anni di età e 20 di contributi: quanto si deve guadagnare per andarci

Simone Micocci

11 Maggio 2021 - 10:03

Andare in pensione a 64 anni è possibile ma piuttosto ambizioso: ecco quanto bisogna guadagnare in 20 anni di lavoro per approfittare di questa opzione.

Pensione a 64 anni di età e 20 di contributi: quanto si deve guadagnare per andarci

Andare in pensione a 64 anni di età e 20 anni di contributi è possibile: lo prevede la cosiddetta opzione contributiva della pensione anticipata, riservata dunque a chi ha un’anzianità assicurativa successiva al 1° gennaio 1996.

Soddisfare il requisito anagrafico e contributivo non è però sufficiente per andare in pensione a 64 anni: è richiesto, infatti, anche un requisito di tipo economico che prevede possano accedere a questa misura di flessibilità solamente coloro che alla data della domanda hanno maturato un assegno di pensione pari o superiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.

Guardando all’importo dell’assegno sociale nel 2021 - 460,28€ per 13 mensilità, corrispondenti dunque a 5.983,64€ annui - ne risulta che per andare in pensione a 64 anni bisogna aver maturato un assegno annuo di 16.754,19€.

Allorché ci siamo chiesti: viste le regole per il calcolo contributivo, quanto bisogna guadagnare mediamente nei 20 anni di lavoro per avere possibilità di accedere a questa misura? Scopriamolo.

Quanto deve guadagnare un lavoratore che vuole andare in pensione a 64 anni

Dal momento che si tratta di un’opzione contributiva, la pensione anticipata a 64 anni e 20 di contributi è riservata a coloro che rientrano interamente nel regime contributivo.

Questo prevede che l’assegno viene così calcolato:

  • la retribuzione annua lorda viene moltiplicata per l’aliquota di computo (variabile a seconda della tipologia di impiego) così da capire quanto viene accantonato ogni anno a titolo di contribuzione. Per il lavoratore dipendente, ad esempio, l’aliquota è del 33%, mentre per un lavoratore autonomo con Partita Iva, iscritto alla Gestione Separata, è del 25%.
  • la contribuzione maturata annualmente viene moltiplicata per un tasso di capitalizzazione, così da rivalutarla in base all’andamento dell’inflazione;
  • il montante contributivo rivalutato viene moltiplicato per il cosiddetto coefficiente di trasformazione, variabile a seconda dell’età in cui si va in pensione. Nel 2021, per chi va in pensione a 64 anni, è previsto un coefficiente del 5,060%.

Al fine di semplificare il calcolo mettiamo da parte il tasso di capitalizzazione, visto che questo comunque non sposta di molto il nostro risultato finale. Guardiamo, quindi, solamente al montante contributivo e al coefficiente di trasformazione.

Abbiamo una pensione annua che deve essere almeno pari a 16.754,19€ (quindi 1.288,78€ mensili) e un coefficiente di trasformazione del 5,060%. Per arrivare a questo risultato bisogna aver maturato, in 20 anni di lavoro, un montante contributivo di almeno 299.181,96€. Questo significa che per ogni anno di lavoro bisogna aver accantonato un montante contributivo di circa 14.959,00€.

Quanto bisogna guadagnare per arrivare ad un tale importo? Prendiamo il caso del lavoratore dipendente, per il quale appunto c’è un’aliquota di computo del 33%. Questo, per arrivare a versare ogni anno una contribuzione di 14.959,00€ dovrà avere uno stipendio annuo lordo di 45.330,60€, dunque 3.486,96€ lordi (circa 1.700,00€ netti) mensili.

Nel caso del lavoratore autonomo iscritto alla Gestione Separata, invece, questo deve avere un reddito annuo di 59.836,00€.

Pensione a 64 anni: traguardo difficile (e per pochi)

Obiettivi piuttosto ambiziosi da raggiungere, specialmente alla luce della situazione complicata del mercato del lavoro in Italia.

Una misura che va a premiare chi è riuscito a meritarsi uno stipendio piuttosto elevato, ma che allo stesso tempo svantaggia chi - non sempre per colpe proprie - ha dovuto invece accettare stipendi più bassi.

Una situazione che non piace ai sindacati, i quali da tempo chiedono di eliminare i requisiti economici richiesti non solo per l’accesso alla pensione anticipata contributiva, ma anche per la pensione di vecchiaia a 67 anni (per i soli contributivi puri).

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