Pensione a 70 anni nel 2025 per questi lavoratori, l’annuncio del governo

Simone Micocci

9 Settembre 2024 - 09:46

Andare in pensione a 70 anni, la novità nella legge di Bilancio 2025. Ma riguarderà solamente i dipendenti pubblici (e su base volontaria).

Pensione a 70 anni nel 2025 per questi lavoratori, l’annuncio del governo

Il ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo, ha parlato anche di pensioni durante il suo intervento al Forum Teha di Cernobbio, confermando le indiscrezioni che erano circolate nei giorni scorsi in merito alla possibilità che possa esserci un allungamento dell’età pensionabile per i dipendenti pubblici al fine di risolvere alcuni dei problemi di reclutamento che nell’ultimo periodo stanno caratterizzando la Pubblica amministrazione.

Nonostante i passi avanti fatti nel reclutamento di giovani, ad esempio snellendo le procedure per le assunzioni e intervenendo sulle retribuzioni, anche la Pubblica amministrazione, così come le aziende private, ha difficoltà nel trovare profili specializzati nelle discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Per questo motivo punta a trattenere i professionisti che già sono in servizio, proponendo un piano volontario di rinvio al pensionamento.

Un po’ come già fatto con i medici lo scorso anno, ai quali è stato consentito di restare in servizio fino ai 72 anni, la prossima legge di Bilancio dovrebbe essere l’occasione con cui la possibilità di ritardare il pensionamento verrà estesa ad altri profili del pubblico impiego.

Nessun obbligo quindi, quanto più una possibilità per coloro che non hanno interesse ad anticipare l’accesso alla pensione e quindi preferiscono restare al lavoro anche dopo aver raggiunto il limite di età ordinamentale.

Pensione a 70 anni nella Pubblica amministrazione, l’obiettivo di Zangrillo

Viste le difficoltà nel reclutare giovani leve esperte nelle discipline Steam, e tenendo conto dell’assoluto bisogno di disporre di questi professionisti al fine di garantire una migliore efficienza del pubblico impiego, il ministro della Funzione pubblica Paolo Zangrillo sta lavorando a un progetto che dovrebbe concretizzarsi con la prossima legge di Bilancio 2025.

L’obiettivo è trattenere al lavoro i dipendenti pubblici fino a 70 anni, su base anticipata.

Come ricordato dal ministro Zangrillo, d’altronde, oggi i dipendenti del comparto Difesa e Sicurezza vanno in pensione a 60 anni, mentre tutti gli altri a 65 anni di età con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno per le donne (una precisazione doverosa, visto che il ministro non ricordava quanti fossero i mesi di contributi), oppure a 67 anni come tutti gli altri (pensione di vecchiaia).

Requisiti che secondo il piano elaborato da Zangrillo insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, possono anche essere superati. Come anticipato, si sta approfondendo la possibilità, o meglio l’opportunità, di trattenere in servizio fino a 70 anni.

D’altronde non si tratterebbe di un “invecchiamento” della Pubblica amministrazione: questa possibilità, infatti, va comunque analizzata in un contesto più ampio, dove il numero di assunzioni - tra cui figurano tantissimi giovani - è in continua crescita.

Chi potrebbe andare in pensione a 70 anni

Nessun allarme: chi lo vorrà potrà continuare ad andare in pensione una volta raggiunti i requisiti attualmente previsti (che potete approfondire nel nostro corso dedicato alla pianificazione delle pensioni), mentre su base volontaria si potrebbe restare in servizio fino a 70 anni, con tutti i vantaggi del caso.

Una tale possibilità dovrebbe essere comunque concordata con l’Amministrazione di appartenenza. A tal proposito, Zangrillo ha spiegato che questa possibilità potrebbe vale per le Amministrazioni, “anche quelle decentrate”, che considerano una leva gestionale importante la possibilità di trattenere al lavoro fino a 70 anni un numero di dipendenti in percentuale al turnover, il 10% secondo la proposta del ministro della PA.

Conviene restare al lavoro fino a 70 anni?

Non è chiaro se ci saranno incentivi per invogliare i lavoratori a restare in servizio fino al compimento dei 70 anni di età. Va detto comunque che in ogni caso ritardare l’accesso alla pensione è comunque conveniente: intanto perché solitamente con il collocamento in quiescenza c’è una riduzione del reddito percepito, in quanto raramente l’importo della pensione è lo stesso di quello dell’ultimo stipendio.

Senza dimenticare poi che continuando a lavorare viene incrementato il valore del montante contributivo, così come si può godere di un coefficiente di trasformazione maggiormente favorevole rispetto a quello applicato a 65 o 67 anni.

Lavorare per più anni, quindi, assicura una pensione più alta, specialmente per coloro che proprio negli ultimi anni di lavoro hanno goduto di un incremento dello stipendio.

Dal punto di vista economico, quindi, andare in pensione a 70 anni sarebbe assolutamente conveniente.

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