Pensione con il minimo di contributi, attenzione all’importo: rischia di essere molto basso

Simone Micocci

7 Luglio 2022 - 12:30

Bastano cinque anni di contributi per andare in pensione: ma quanto spetta di assegno? Molto poco generalmente.

Pensione con il minimo di contributi, attenzione all’importo: rischia di essere molto basso

È vero, si può andare in pensione con soli cinque anni di contributi. Tuttavia, va detto che l’assegno riconosciuto è ben lontano dal poter essere definito una vera e propria rendita sulla quale fare affidamento.

Come ci spiegava qualche giorno fa l’ex ministro del Lavoro per il Governo Monti, Elsa Fornero, quando l’assegno viene calcolato interamente con il sistema contributivo bisogna prestare attenzione all’importo, perché in tal caso il pensionato avrà diritto esclusivamente a quanto ha effettivamente versato alla cassa di appartenenza.

D’altronde, per i contributivi puri non vi è neppure la possibilità di godere dell’incremento fino al minimo della pensione, strumento riservato a coloro che hanno anche solo una piccola parte di pensione calcolata con il retributivo. Quindi, l’importo che entrerà nelle tasche del pensionato sarà quello risultante dal calcolo contributivo, senza alcuna possibilità di ritocchi al rialzo.

Per questo motivo, come vedremo in questa guida, chi va in pensione con soli cinque anni di contributi, il minimo attualmente richiesto dalla normativa, generalmente ha diritto a un assegno d’importo molto basso. Meglio che niente sicuramente, anche perché altrimenti i contributi versati andrebbero persi, ma comunque non abbastanza per fare affidamento solo sulla pensione per sopravvivere.

Chi può andare in pensione con soli cinque anni di contributi

Come prima cosa chiariamo chi e come può andare in pensione con soli cinque anni di contributi.

Tale possibilità è riservata ai cosiddetti contributivi puri, ossia a coloro che hanno iniziato a lavorare, e a versare i contributi, successivamente alla data del 1° gennaio 1996.

Per questi vi è la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con un minimo di cinque anni di contributi, ma solo al compimento dei 71 anni di età. Si tratta di un ottimo strumento per coloro che durante il corso della carriera hanno lavorato sotto contratto solamente per pochi anni. Tuttavia, è bene essere chiari fin da subito: dal momento che per il calcolo dell’assegno si applicano le regole dettate dal contributivo, l’importo che ne risulterà potrebbe anche essere irrisorio.

Come si calcola la pensione con cinque anni di contributi

Per chi ricorre all’opzione contributiva della pensione di vecchiaia, dunque, l’importo dell’assegno viene calcolato con il sistema contributivo. Ciò significa che si terrà conto dell’ammontare dei contributi versati nel corso dei cinque anni, i quali saranno poi trasformati in pensione applicandovi un relativo coefficiente.

Nel dettaglio, i contributi versati nei cinque anni di lavoro, una volta rivalutati tenendo conto dell’andamento dell’inflazione negli anni, si accumulano andando a formare il cosiddetto montante contributivo.

Questo gruzzoletto verrà trasformato in pensione applicandovi il cosiddetto coefficiente di trasformazione, il quale è tanto più alto quanto più si ritarda l’accesso alla pensione. A tal proposito, per il biennio 2021-2022, il coefficiente di trasformazione per chi va in pensione a 71 anni è pari al 6,466%.

Quanto si prende di pensione con soli cinque anni di contributi

Vediamo qualche esempio per capire come questo calcolo incide sui contributi versati dal lavoratore. Consideriamo che stiamo parlando di appena cinque anni, un periodo davvero troppo limitato per pensare di garantirsi una pensione soddisfacente.

Pensiamo a Marco, 71 enne che ha lavorato in regola per appena 5 anni con uno stipendio annuo lordo di 25 mila euro. Di questi, il 33% ne è stato versato ogni anno a titolo di contributi: quindi, 8.250 euro per cinque anni, con il risultato di un montante contributivo di appena 41.250 euro.

Tradotto in pensione: il 6,466% di 41.250 euro equivale a un assegno annuo di 2.667,22 euro, quindi poco più di 200 euro al mese.

E ancora, Paolo, sempre 71 enne, che è stato meno fortunato di Marco in quanto nei cinque anni di lavoro ha percepito uno stipendio annuo lordo di 15 mila euro per due anni, 10 mila euro per un anno, e 18 mila euro per i restanti due.

Ne risulta, considerando la quota di contributi versata ogni anno, un montante contributivo appena superiore a 25 mila euro. Il risultato finale è una pensione di 1.616,50 euro l’anno, circa 134 euro ogni mese.

Insomma, davvero poco per farci affidamento.

Come aumentare la pensione raggiunta con cinque anni di contributi

Va detto che vi è la possibilità di percepire nel contempo sia la pensione che l’
assegno sociale, basta soddisfare i requisiti richiesti.

Inoltre, per coloro che hanno la pensione interamente liquidata con le regole contributive, c’è anche un’agevolazione: nel dettaglio, solamente i due terzi della pensione percepita concorrono ai fini della determinazione del limite di reddito previsto per beneficiare dell’assegno sociale.

Riprendiamo il caso di Paolo, che all’età di 71 anni è riuscito a raggiungere il diritto a una pensione annua di appena 1.616,50 euro. Non è sposato e non ha altri redditi, quindi il reddito familiare coincide perfettamente con il reddito da pensione.

A tal proposito, sappiamo che l’assegno sociale spetta a coloro che hanno un reddito non superiore a 6.085,30 euro, ma per avere diritto all’importo pieno - 468,10 euro nel 2022 - bisogna avere un reddito pari a zero. Diversamente, l’assegno sociale si calcola sottraendo dall’importo massimo il reddito percepito.

Come visto sopra, però, nel caso di Paolo il reddito percepito preso in considerazione per il calcolo dell’assegno sociale equivale ai 2/3 della pensione percepita, quindi 1.077,66 euro.

Ne risulta, sottraendo la suddetta cifra dall’importo massimo dell’assegno sociale riconosciuto in un anno, ossia 6.085,43, che Paolo avrà diritto a un assegno sociale di 385,21 euro al mese, al quale si aggiunge appunto una pensione di circa 134 euro. Complessivamente, quindi, andrà a prendere circa 519 euro ogni mese, più di quanto gli sarebbe stato riconosciuto dal solo assegno sociale.

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