Pensioni più alte grazie ai contributi figurativi: cosa è importante sapere

Antonio Cosenza

11/03/2021

I contributi figurativi aumentano l’importo della pensione? Non sempre; in alcuni casi potrebbero anche risultare dannosi.

Pensioni più alte grazie ai contributi figurativi: cosa è importante sapere

In prospettiva gli assegni di pensione saranno sempre più bassi: per questo motivo, capire cosa fare per aumentarne l’importo è molto importante, in modo da non farsi trovare impreparati.

In questo articolo vogliamo parlarvi dei contributi figurativi e di come questi influiscono sull’importo di pensione. Ci sono, infatti, dei casi in cui questi contribuiscono ad aumentare l’assegno, altre - invece - in cui possono risultare persino dannosi.

Ci sono poi dei contributivi figurativi validi solamente ai fini dell’acquisizione del diritto alla pensione, senza avere quindi alcun impatto sull’assegno dell’interessato.

Per chi non lo sapesse, quando parliamo di contributi figurativi ci riferiamo a quei periodi in cui il lavoratore non ha svolto normale attività lavorativa e per i quali quindi viene meno per il datore di lavoro l’obbligo di versare i contributi previdenziali.

Tuttavia, ci sono dei periodi che il legislatore ha giudicato come meritevoli di tutela ed è per questo motivo che - per garantire ai lavoratori la copertura assicurativa necessaria - è stato previsto l’accreditamento, senza alcun onere per il lavoratore, dei relativi contributi presso l’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti (AGO). Accredito a carico dell’Inps che in alcuni casi è in automatico (d’ufficio), mentre in altri è il lavoratore a doverne fare richiesta.

Come anticipato, questi contributi sono utili sia ai fini del diritto alla pensione che della misura della stessa; solamente in alcuni - rari - casi, sono utili solo per l’acquisizione del diritto.

Contributi figurativi: quando si considerano per il calcolo della pensione

Sono molto pochi, in realtà, i casi in cui i contributi figurativi sono utili solamente ai fini dell’acquisizione del diritto alla pensione. Nel dettaglio, questo vale per:

  • lavori socialmente utili le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di servizi di utilità collettiva;
  • godimento di prestazioni di invalidità previdenziale (AOI e pensione di inabilità). Questo vale sia per i lavoratori autonomi che per i dipendenti.

Eccetto che in queste due situazioni, i contributi figurativi accreditati valgono sia per la misura dell’assegno che per il raggiungimento del diritto alla pensione. Vale, ad esempio, per i periodi in cui il lavoratore è in cassa integrazione, come pure per il servizio militare o per i periodi coperti da indennità di disoccupazione.

Ma attenzione: perché questo non significa che in ogni caso i contributi figurativi andranno ad aumentare l’assegno. Potrebbe succedere, infatti, che questi siano persino dannosi, andando ad abbassare la pensione del lavoratore.

Contributi figurativi: quando possono risultare dannosi

Quando i contributi figurativi riferiscono a periodi successivi al 1° gennaio 1996, e quindi rientrano nel regime contributivo per il calcolo dell’assegno, sono sempre utili per aumentare l’importo della pensione.

Ciò dipende dal funzionamento del calcolo contributivo, in quanto questo tiene conto di tutti i contributi accreditati nell’assicurazione generale obbligatoria per quantificare l’importo dell’assegno. Più sono i contributi versati, i quali si accumulano nel cosiddetto montante contributivo, e maggiore sarà l’importo della pensione.

Il problema potrebbe nascere per i periodi figurativi che rientrano nel regime retributivo. Con questo sistema di calcolo, infatti, la pensione è calcolata tenendo conto delle ultime retribuzioni del lavoratore. Più queste sono elevate e maggiore sarà l’importo del rateo di pensione spettante (e viceversa).

Potrebbe succedere, quindi, che dei contributi figurativi vadano ad impattare negativamente sulla media delle retribuzioni. Detto questo, vi è comunque la possibilità per l’interessato di chiedere la rinuncia dell’accredito dei periodi figurativi sul conto assicurativo.

In tutti i casi in cui i periodi figurativi potrebbero comportare un nocumento sulla pensione, il lavoratore ha diritto a chiedere espressamente l’esclusione di tutti questi periodi (o solamente di alcuni di questi). La facoltà di rinuncia, però, vale solamente per quei contributi figurativi che sono accreditati su domanda dell’interessato.

Ci sono, infatti, anche contributi figurativi che vengono accreditati d’ufficio: a questi non si può mai rinunciare al loro accredito, neppure quando potrebbero risultare dannosi ai fini della pensione.

Iscriviti a Money.it