Pensione di reversibilità: tagli e limiti di reddito aggiornati al 1° gennaio 2022

Simone Micocci

12 Aprile 2022 - 10:56

Pensione di reversibilità: quando scatta il taglio dell’importo? Ecco i limiti di reddito aggiornati al 1° gennaio 2022 e quali sono i superstiti che non se ne devono preoccupare.

Pensione di reversibilità: tagli e limiti di reddito aggiornati al 1° gennaio 2022

Per godere dalla pensione di reversibilità non basta avere un certo legame di parentela con il de cuius: la normativa fissa anche dei limiti di reddito entro cui colui che ha diritto alla pensione di reversibilità deve stare, pena una decurtazione dell’importo percepito.

Chi lavora, o comunque ha altre entrate, dunque, può comunque percepire la pensione di reversibilità; tuttavia deve mettere in conto la possibilità di non godere dell’importo pieno in quanto potrebbero essere superati i limiti imposti dalla normativa. A tal proposito, va detto che i limiti per godere interamente della pensione di reversibilità cambiano ogni anno, in quanto dipendono dall’importo del trattamento minimo di pensione, soggetto a rivalutazione ogni anno.

La misura del taglio, invece, è sempre la stessa, come indicato dall’articolo 1, comma 41 della legge Dini (legge 335/1995), e va dal 25% al 50% dell’importo a seconda del reddito percepito.

Vediamo, dunque, chi rischia il taglio della pensione di reversibilità nel 2022, e quali sono i redditi presi in considerazione per valutare se il titolare dell’assegno rientra nei limiti.

Limiti di reddito pensione di reversibilità aggiornati al 2022

La regola generale prevede che l’importo della pensione di reversibilità riconosciuta ai superstiti, nella quota a loro spettante, si riduce in presenza di altri redditi. Nel dettaglio, il taglio - come stabilito dalla legge Dini - viene calcolato secondo i seguenti criteri:

  • del 25%, per redditi superiori a 3 volte (ma inferiori a 4) il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
  • del 40%, per redditi superiori a 4 volte (ma inferiori a 5) il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
  • del 50% per redditi superiori a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Come anticipato, il trattamento minimo di pensione varia ogni anno in quanto soggetto a perequazione. Quest’anno è pari a 515,58 euro, 6.702,54 euro annui, e di conseguenza i limiti per la pensione di reversibilità sono (fonte: circolare Inps 33 del 28.02.2022):

  • zero tagli entro il limite di 20.489,82 euro;
  • meno 25%, in caso di reddito compreso tra 20.489,82 e 27.319,76 euro;
  • meno 40% per redditi fino a 34.149,70 euro;
  • meno 50% per redditi superiori a 34.149,70 euro.

Limite pensione di reversibilità: quali redditi vanno presi in considerazione

Ma quali sono i redditi percepiti dal titolare della pensione di reversibilità che vanno considerati? La risposta ce la dà la circolare Inps 38/1996, dove si legge che il limite si calcola prendendo tutti i redditi assoggettabili all’Irpef, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, con l’esclusione di:

  • trattamenti di fine rapporto (comunque denominati) e relative anticipazioni;
  • reddito della casa di abitazione;
  • competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.

Va esclusa anche la stessa pensione di reversibilità oggetto di verifica, come pure altre eventuali pensioni ai superstiti.

Quando non sono previsti tagli per la pensione di reversibilità

Non sempre, tuttavia, la pensione di reversibilità è soggetta a tagli. I limiti suddetti, con le relative riduzioni, si applicano esclusivamente nel caso di pensione spettante solamente a:

  • coniuge;
  • genitori;
  • fratelli e sorelle.

Considerando che le ultime due casistiche sono alquanto remote, perlopiù i limiti di reddito valgono per la pensione di reversibilità percepita dal solo coniuge superstite.

Non ci sono limiti, e quindi è sempre possibile cumulare la pensione percepita con altri redditi, nei casi in cui i titolari siano i figli - minori, studenti o inabili - anche se in concorso con il coniuge.

Reddito percepito e pensione di reversibilità: come viene comunicato all’Inps

L’Istituto ha dunque necessità di conoscere i redditi percepiti dal titolare della pensione di reversibilità per capire se questo rientra o meno nei limiti previsti.

Nel dettaglio, la comunicazione dei redditi percepiti va data già al momento della domanda per la pensione di reversibilità, ma non è sufficiente: ogni anno, infatti, il coniuge (e in rari casi genitori, fratelli e sorelle), devono prendere parte alla campagna Red con cui comunicare tutte le informazioni di cui l’Inps ha bisogno per effettuare una valutazione.

Il modello Red va inviato entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello a cui fanno riferimento i redditi: in caso di mancato invio scatta la sospensione della pensione di reversibilità per un periodo di 60 giorni e se oltre questo termine il modello continua a non essere inviato scatta la revoca definitiva della prestazione.

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