In pensione con 15 anni di contributi nel 2022: basta aver ottenuto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria dei contributi entro il 26 dicembre 1992.
Ci sono dei lavoratori che possono accedere alla pensione di vecchiaia con soli 15 anni di contributi. Ne abbiamo già parlato in queste pagine, facendo chiarezza sulle regole introdotte dalla legge Amato le quali, come sottolineato dalla circolare Inps n. 16 del 2013, si applicano anche in seguito all’entrata in vigore dei nuovi requisiti di accesso alla pensione come stabiliti dalla riforma Fornero del 2011.
Regole che in tre circostanze consentono di accedere alla pensione di vecchiaia con meno anni di contributi rispetto a quelli richiesti, ossia 15 anni anziché 20. Ad esempio, è così per coloro che hanno un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e rientrano nel regime di calcolo misto o retributivo.
O anche per chi alla data del 31 dicembre 1992 poteva vantare già 15 anni di contributi, ipotesi che oggi riguarda un numero esiguo di persone.
Ma c’è un’altra circostanza che può far sì che la persona possa andare in pensione con soli 15 anni di contributi. Si tratta di un dettaglio, un adempimento che se assolto entro la data del 31 dicembre 1992 potrebbe far riconoscere un sostanziale sconto contributivo.
Cosa bisogna aver fatto per andare in pensione con 15 anni di contributi
La seconda deroga Amato riconosce la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi ai lavoratori ammessi alla prosecuzione volontaria in data anteriore al 31 dicembre 1992.
Ricordiamo, infatti, che per il lavoratore che cessa o interrompe l’attività lavorativa vi è la possibilità di richiedere il versamento volontario dei contributi, così da perfezionare comunque i requisiti di assicurazione e contribuzione utili a raggiungere il diritto alla pensione (o incrementare l’importo del trattamento pensionistico).
Per la prosecuzione volontaria dei contributi è necessario presentare apposita richiesta all’Inps; averlo fatto almeno 30 anni fa, quindi, permette di andare in pensione con il requisito contributivo di allora (come stabilito dall’articolo 2, comma 3, del decreto n. 503), quindi con 15 anni di contribuzione, a fronte di 67 anni di età (requisito anagrafico richiesto nel 2022).
Ed è importante sottolineare che non basta aver presentato richiesta di prosecuzione volontaria entro la suddetta tale per poter beneficiare di tale sconto. Come si legge nella circolare Inps n. 16 del 2013, infatti, è richiesto che la decorrenza dell’autorizzazione alla prosecuzione volontaria si collochi entro la data del 26 dicembre 1992; entro tale data, quindi, l’Inps deve aver dato il via libera.
Aver presentato domanda non obbliga il lavoratore ad aver anche provveduto al versamento dei contributi. Lo sconto contributivo, infatti, si applica indipendentemente dal fatto che l’assicurato ammesso alla prosecuzione volontaria abbia effettuato dei versamenti anteriormente alla suddetta data.
Attenzione: è importante precisare che tale possibilità è riservata solamente a coloro che rientrano nel regime retributivo o contributivo per il calcolo della pensione. Ciò significa che bisogna avere un’anzianità assicurativa antecedente al 1° gennaio 1996.
Le altre deroghe Amato
Come anticipato, il decreto legge Amato introduce altre due deroghe all’accesso alla pensione di vecchiaia, entrambe riservate a coloro che alla data del 1° gennaio 1996 hanno almeno un contributo settimanale versato.
La prima deroga interessa quei lavoratori che al 31 dicembre 1992 hanno maturato i requisiti di assicurazione e di contribuzione previsti dalla normativa previgente, ossia 15 anni di contributi.
Un numero ridotto di persone. Basti pensare che chi oggi va in pensione a 67 anni nel 1992 aveva 37 anni; ciò significa che deve aver iniziato a lavorare a 22 anni mantenendo una carriera continua. Non che non possa succedere, ma è anche vero che questi nella maggior parte dei casi hanno continuato a lavorare oltre il suddetto termine, maturando così molti più anni di contributi rispetto ai 15 richiesti.
Più interessante la terza deroga Amato, la quale invece consente il pensionamento con 15 anni di contributi a coloro che hanno un’anzianità assicurativa di 25 anni. Tuttavia, dal momento che è richiesto almeno un contributo settimanale versato prima del 1° gennaio 1996, è chiaro che per ricorrere a questa deroga nel 2022 bisogna avere un’anzianità assicurativa di almeno 27 anni.
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