Pensione di vecchiaia invalidi da 6 a 11 anni prima, ecco per chi e come

Simone Micocci

17 Gennaio 2023 - 18:03

Gli invalidi con riduzione della capacità lavorativa pari almeno all’80% maturano con largo anticipo il diritto alla pensione di vecchiaia. Di seguito una guida completa.

Pensione di vecchiaia invalidi da 6 a 11 anni prima, ecco per chi e come

Il diritto alla pensione di vecchiaia viene maturato con largo anticipo, dai 6 agli 11 anni prima, dagli invalidi in misura non inferiore all’80 per cento.

A stabilirlo è stato l’articolo 1, comma 8, del D.lgs 503/1992, dove ai lavoratori la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle loro attitudini, sia ridotta in misura non inferiore all’80 per cento viene data la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia a 60 anni nel caso degli uomini e a 55 anni per le donne.

Dal 1° gennaio 2013 i suddetti requisiti anagrafici vengono adeguati alle aspettative di vita. Il risultato è che nel 2023, così come anche l’anno prossimo, gli invalidi con percentuale pari almeno al 80% vanno in pensione all’età di:

  • 61 anni nel caso degli uomini;
  • 56 anni per le donne.

Si ricorda, invece, che per la pensione di vecchiaia ordinaria serve aver compiuto almeno i 67 anni di età. Dunque, trattandosi di un’importante opportunità per anticipare l’accesso alla pensione, è bene approfondire gli aspetti di tale agevolazione per i lavoratori invalidi, anche perché - come vedremo di seguito - non si applica nei confronti di tutti.

Requisiti

Come anticipato, la pensione di vecchiaia per invalidi prevede un requisito anagrafico differente per uomini e donne: i primi devono aspettare fino al compimento dei 61 anni, anticipando così l’accesso alla pensione di 6 anni, mentre le seconde possono farlo con ben 11 anni di anticipo, in quanto è sufficiente aver compiuto i 56 anni di età.

C’è poi un requisito contributivo, che è lo stesso di quello previsto generalmente dalla pensione di vecchiaia, pari dunque a 20 anni (salvo per coloro che soddisfano i requisiti per andarci a 15 anni con una delle tre deroghe Amato).

Chi è escluso

Tuttavia, tale agevolazione non vale per tutti i lavoratori con invalidità all’80%: si applica, infatti, solamente nei confronti dei lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e ai fondi sostitutivi dell’Ago, quindi solamente per i dipendenti del settore privato.

Ne sono esclusi tanto i dipendenti pubblici quanto i lavoratori autonomi.

Altro requisito essenziale prevede il possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995: ne sono esclusi, per questo, i cosiddetti contributivi puri, coloro che hanno iniziato a lavorare successivamente a tale data.

Invalidità specifica

Bisogna sottolineare poi che per poter accedere a tale agevolazione è necessario sottoporsi nuovamente a una visita medica presso le commissioni sanitarie dell’Inps.

Ciò vale anche per coloro a cui l’invalidità è già stata riconosciuta in percentuale non inferiore all’80%; questo perché per accertare l’esistenza delle condizioni per l’accesso alla pensione di vecchiaia agevolata è necessario che l’invalidità sia valutata ai sensi della legge n. 222/1984. Si guarda, infatti, all’invalidità specifica e non a quella generica (valutata ai sensi della legge n. 118/1971): ciò vuol dire che la riduzione della capacità lavorativa dell’80% dovrà afferire all’occupazione solitamente svolta.

Quando viene pagata la pensione

Nei confronti degli invalidi che accedono alla pensione con l’agevolazione in oggetto si applica un trattamento differente per quel che riguarda la decorrenza dell’assegno.

Solitamente, infatti, la pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di perfezionamento di tutti requisiti richiesti, o in alternativa, su richiesta dell’interessato, dal primo giorno del mese successivo a quello in cui viene presentata la domanda.

Gli invalidi, invece, devono attendere l’apertura di una finestra mobile di 12 mesi per ottenere il primo rateo pensionistico. La prima pensione, dunque, arriverà non prima di un anno dalla maturazione dei suddetti requisiti.

Condizioni

Così come per tutti gli altri che accedono alla pensione di vecchiaia, anche per gli invalidi vale la regola per cui ai fini del conseguimento del diritto è richiesta la cessazione di eventuali rapporti di lavori dipendenti. Per poter andare in pensione, quindi, bisogna smettere di lavorare come dipendenti.

Lavoratori privi della vista

Un approfondimento a parte lo meritano i lavoratori colpiti da cecità assoluta con residuo visivo non superiore a un decimo in entrambi gli occhi. Per i lavoratori del settore privato il diritto alla pensione di vecchiaia si raggiunge all’età di 56 anni nel caso degli uomini e 51 anni per le donne.

Ciò però vale solo per quei lavoratori ciechi dalla nascita o comunque divenuti tali prima dell’inizio del rapporto assicurativo, o comunque per quelli che lo sono diventati successivamente ma possono far valere almeno 10 anni di contributi dopo l’insorgere della cecità.

Diversamente, i lavoratori ciechi possono accedere alla pensione di vecchiaia al pari degli invalidi all’80%, quindi all’età di 61 o 56 anni; in tal caso, però, sono sufficienti 15 anni di contributi.

Vale sempre la regola per cui bisogna attendere 12 mesi per la decorrenza della pensione.

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