L’Ecofin indica all’Italia la strada da seguire sul fronte pensioni: bisogna tornare alle riforme degli anni passati, come quella approvata dalla Fornero. Quota 100, infatti, danneggia i conti pubblici.
Quota 100 non aiuta i conti pubblici dell’Italia; per questo il nostro Paese dovrebbe fare un “passo indietro” e tornare a quanto stabilito dalla Legge Fornero.
A dirlo è il Consiglio Ecofin (lo stesso che avrebbe dovuto decidere sulla procedura d’infrazione ai danni dell’Italia) il quale ha approvato le raccomandazioni specifiche per Paese di tutti gli Stati membri dell’UE.
Tra le indicazioni per l’Italia ratificate dal Consiglio Economia e Finanza c’è appunto quella riguardante il tema pensioni, con gli Stati membri dell’UE che non concordano sulla strada intrapresa dal Governo Lega-Movimento 5 Stelle negli ultimi anni.
Se da un lato da Roma fanno sapere di voler rispettare gli impegni presi mantenendo Quota 100 almeno fino al 2021 (scadenza fissata dal decreto 4/2019), gli altri Paesi concordano sul fatto che l’Italia debba attuare a pieno le riforme pensionistiche degli anni passati - come appunto quella datata 2011 e firmata dalla Fornero - così da ridurre la spesa previdenziale.
Tra Italia e UE, quindi, continua a non esserci un accordo sul fronte pensioni; parole che non lasciano ben sperare per il futuro perché dopo la tregua che ha portato l’Italia ad evitare la procedura d’infrazione sembra possa riaccendersi lo scontro, con l’Europa che ancora una volta detta la linea da seguire per tenere sotto controllo i conti pubblici.
Ecofin: “L’Italia dica addio a Quota 100, torni alla Fornero”
“La marcia indietro rispetto agli interventi dei Governi precedenti peggiorerà la sostenibilità delle finanze pubbliche”. Con queste poche righe l’Ecofin ha bocciato ancora una volta l’ultima riforma delle pensioni attuata dall’Italia, lasciando intendere che se il Governo non tornerà sui propri passi in futuro potrebbe esserci nuovamente lo spettro di una procedura d’infrazione ai nostri danni.
Niente Quota 100 quindi; all’Italia viene chiesto di attuare a pieno le riforme pensionistiche degli anni passati. È necessario, infatti, ridurre il peso delle pensioni così da avere margini per altra spesa sociale e pubblica favorevole alla crescita.
Dichiarazioni che sembrano precludere all’Italia la continuazione del percorso di riforma delle pensioni che - secondo gli intenti di Lega e Movimento 5 Stelle - dovrebbe portare all’estensione di Quota 41 per tutti i lavoratori.
Non conosciamo la posizione dell’Italia in merito alle nuove direttive sul fronte pensioni; al termine dell’Ecofin, infatti, il Ministro dell’Economia Giovanni Tria ha lasciato Bruxelles senza incontrare la stampa e quindi non sappiamo se sul testo approvato dall’Ecofin c’è anche la firma dell’Italia. In tal caso il nostro Paese si impegna a seguire le direttive, contrariamente ancora una volta continueremo per la nostra strada con il rischio però di essere sanzionati dall’UE.
Non solo pensioni: le altre indicazioni per l’Italia
Le indicazioni per l’Italia non si limitano al fronte pensioni: da Bruxelles, ad esempio, è arrivato anche l’invito a realizzare già nel 2020 (quindi con la prossima Legge di Bilancio) un aggiustamento strutturale dello 0,6% del PIL, pari quindi a circa 11 miliardi di euro.
Oltre a questo viene chiesto al nostro Paese di portare a termine le riforme annunciate negli anni scorsi ma ancora in cantiere: ad esempio, l’Ecofin chiede di fare in modo di ridurre, una volta per tutte, i tempi dei processi civili. Inoltre, è necessario migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, così come pure rivedere i valori catastali non aggiornati.
Infine, l’UE chiede di tagliare il cuneo fiscale (specialmente sul lavoro) oltre a contrastare l’alto tasso di evasione.
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