Riforma delle pensioni, Mario Monti ed Elsa Fornero “bocciano” le indiscrezioni riguardo all’abbassamento dell’età pensionabile.
Elsa Fornero e Mario Monti, i due che nel 2011 si sono visti protagonisti di quella che molto probabilmente resterà la riforma del sistema pensionistico più discussa della storia italiana, tornano a parlare di pensioni.
Lo fanno a poche ore di distanza ed entrambi dimostrano di essere contrari a qualsiasi riforma che - come quella su cui sta lavorando il Governo - punti ad abbassare l’età pensionabile. Se da una parte l’ex Ministro del Lavoro contesta la decisione di mandare i lavoratori in pensione a 62 anni, Mario Monti ha consigliato al Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, di non avere ripensamenti riguardo alla riforma delle pensioni che intende attuare.
A quasi dieci anni di distanza dalla riforma che ha ritardato l’accesso alla pensione per milioni di lavoratori italiani, i due non sembrano avere alcun ripensamento riguardo alle novità introdotte nel 2011, consapevoli del fatto che una revisione del sistema pensionistico era necessaria per abbassare i costi della spesa previdenziale in un momento di profonda difficoltà per il Paese.
Anche se il periodo di difficoltà economica sembra essere passato, però, non è comunque il momento giusto per abbassare l’età per andare in pensione; secondo la Fornero, infatti, bisogna fare molta attenzione ad introdurre misure di flessibilità che potrebbero mettere a repentaglio la stabilità dei conti.
Niente pensione a 62 anni: l’avvertimento di Elsa Fornero
Oggi ci sono diverse opzioni che consentono al lavoratore di andare in pensione a 62 anni. Una di queste è la nuova Quota 100, per la quale bisogna aver contestualmente maturato almeno 38 anni di contribuzione.
L’idea dei sindacati, però, è di allargare la platea di coloro che possono accedere alla pensione a 62 anni ed è per questo che nell’incontro con il Ministro del Lavoro, in programma il prossimo 27 gennaio, presenteranno una proposta in tal senso.
Nel dettaglio, le parti sociali puntano ad un pensionamento a 62 anni di età e 20 anni di contributi, una proposta che Elsa Fornero ha immediatamente bocciato. Il problema è legato ai conti pubblici, in quanto “mandare in modo generalizzato in pensione le persone a 62 anni non è economicamente sostenibile”.
Aumentando la spesa per le pensioni, per cui l’Italia è già più avanti rispetto agli altri Paesi europei, infatti, si andrebbe ad accelerare il declino del Paese.
Pensioni, Elsa Fornero: “Quota 100 va annullata”
Oggetto di contestazione è anche Quota 100, misura che - come spiegato in questi giorni dal Premier Giuseppe Conte - non è in discussione fino al 31 dicembre 2021. Poi verrà molto probabilmente cancellata, con l’introduzione di una nuova misura di flessibilità su cui il Governo intende lavorare già dalle prossime settimane.
Anche per la Fornero bisognerebbe cancellare il prima possibile Quota 100 per puntare su misure di flessibilità, come l’Ape Sociale, rivolte alle persone che sono in difficoltà (economica o lavorativa). Ad esempio, suggerisce l’ex Ministro del Lavoro, si potrebbe ampliare la platea di coloro che vi possono fare accesso (oggi i requisiti ci dicono 63 anni di età e 30 anni di contributi, 36 per i lavoratori gravosi).
La Fornero poi avverte coloro che vorrebbero introdurre misure di flessibilità che prevedono penalizzazioni sull’assegno per coloro che anticipano l’accesso alla pensione, come ad esempio Quota 102. “Così si creano futuri poveri”, ha dichiarato, “perché solo tenendo le persone un po’ più a lungo a lavoro si possono avere buone pensioni”.
Mario Monti ricorda la riforma del 2011: “Ecco chi dobbiamo ringraziare”
Anche Mario Monti, che nel 2011 era alla Presidenza del Consiglio, è tornato a parlare di pensioni suggerendo al premier francese Emmanuel Macron di non fare, come invece sembra secondo le ultime notizie che arrivano dalla Francia, alcun passo indietro riguardo alla riforma delle pensioni annunciata in queste ultime settimane.
Secondo Monti, infatti, i Paesi moderni non si possono più permettere di mandare i cittadini in pensione molto presto; ecco perché, l’idea di prevedere un’età pensionabile a 64 anni per tutti era quella corretta.
A tal proposito, Monti ha ricordato quanto successo nel 2011, quando nonostante le dure novità introdotte non ci furono proteste come quelle scoppiate in Francia.
Già in passato l’ex premier dichiarò che gli stessi sindacati furono d’accordo con la riforma. Adesso ha aggiunto che fu fondamentale anche l’appoggio dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oltre che della “grande coalizione” che andava da Bersani a Berlusconi e da Fini a Casini. “Un senso di grande responsabilità da parte di tutti, abbiamo salvato l’Italia dal default”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA