Pensioni, ultime notizie: il Governo (e non solo) a lavoro per la nuova riforma. Quota 100 non si tocca, almeno fino al 2021.
Riforma delle pensioni: con il nuovo anno parte anche il progetto del Governo M5S-Partito Democratico di individuare misure di flessibilità da introdurre nei prossimi anni così da rendere più efficiente - ma allo stesso tempo anche sostenibile - il sistema previdenziale italiano.
D’altronde il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, lo aveva detto: “Lavoreremo per una riforma delle pensioni utile per superare la Legge Fornero”. Un obiettivo ambizioso, a cui lavoreranno Governo, Parlamento e anche il CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
Per la nuova riforma delle pensioni, quindi, si lavorerà su più fronti. È bene precisare però che l’intenzione del Governo non è di cancellare o modificare Quota 100, la quale resterà al suo posto almeno fino al dicembre del 2021, come da piani originari. A confermarlo è stata una nota pubblicata dal Movimento 5 Stelle nelle ultime ore, nella quale si legge che Quota 100, così come il reddito di cittadinanza (che Renzi però sembra voler rottamare), non si toccano.
A cosa, e come, intende lavorare, quindi, la maggioranza di Governo? Scopriamolo.
Riforma delle pensioni: studi tecnici per una miglior soluzione
Per attuare la nuova riforma delle pensioni il Governo lavorerà su due diversi fronti: tecnico e politico.
Per quanto riguarda il primo aspetto è stato chiesto al CNEL, che svolge la funzione consultiva rispetto al Governo, alle Camere e alle Regioni, di individuare una soluzione sostenibile, di flessibilità, con cui gestire la fase d’uscita da Quota 100. D’altronde con la fine di Quota 100 si rischia una scalone di 5 anni per il pensionamento, uno scenario che il Governo vuole assolutamente evitare.
Il secondo punto su cui il CNEL lavorerà è quello riguardante la previsione di una nuova forma di integrazione su base fiscale da attuare per coloro che, a causa del sistema di calcolo contributivo e delle difficoltà del mercato del lavoro, non riusciranno a garantirsi una pensione di importo adeguato.
Altro organo impegnato negli aspetti tecnici della nuova riforma delle pensioni è il Parlamento, dove già nelle prossime settimane dovrebbero partire i lavori di due nuove commissioni tecniche istituite appositamente per studiare la fattibilità di alcune misure.
Nel dettaglio, una di queste commissioni studierà la gravosità delle occupazioni, così da dare al Governo gli elementi necessari per valutare se effettivamente conviene - come proposto dal Presidente dell’Inps - legare i requisiti della pensione alla gravosità del lavoro svolto. Un sistema che sarebbe simile a quello adottato attualmente in Francia, ma che Macron ha però intenzione di riformare.
La seconda commissione, invece, studierà la spesa pubblica sia in materia previdenziale che assistenziale. Da questo studio dipenderà il buon esito del progetto che punta alla separazione di queste due voci di spesa.
Riforma delle pensioni: l’aspetto politico
Nel frattempo il Ministero del Lavoro avvierà un tavolo di confronto con i sindacati così provare a raggiungere un accordo condiviso.
D’altronde, in questi mesi le parti sociali non hanno mancato di attaccare il nuovo Governo, colpevole per non aver preso abbastanza in considerazione il tema pensioni nella Legge di Bilancio 2020.
Il 2020 sarà quindi l’anno della svolta, almeno sul fronte pensioni: come spiegato dai sindacati, infatti, già nella prossima primavera scopriremo se effettivamente il Governo ha deciso di mettere mano al sistema previdenziale e, soprattutto, se le misure in programma saranno sufficienti per superare la riforma Fornero.
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