Pensioni anticipate, nuove scadenze per la domanda

Simone Micocci

8 Ottobre 2024 - 09:56

Andare in pensione in anticipo con Ape Sociale o Quota 41, nuove scadenze per la domanda con l’approvazione del ddl collegato Lavoro.

Pensioni anticipate, nuove scadenze per la domanda

Con l’approvazione del ddl sul collegato Lavoroentreranno in vigore nuove scadenze per la presentazione delle domande per il pensionamento anticipato con l’Ape Sociale e Quota 41 (riservata ai lavoratori precoci).

Nel dettaglio, vengono equiparati i termini per la richiesta di accesso a queste due prestazioni, prevedendo tre tranche per entrambe. Tanto per Quota 41 quanto per accedere all’Ape Sociale andrà quindi presentata domanda entro il 31 marzo di ogni anno, o in alternativa entro il 15 luglio o comunque non oltre il 30 novembre. Tuttavia, le domande vengono accolte solamente se l’esito del previsto monitoraggio è positivo, ossia nel caso in cui risultino ancora risorse finanziarie residue. Pertanto, conviene presentare domanda già entro il 31 marzo, in modo da avere maggiori possibilità che la propria richiesta di andare in pensione in anticipo venga accolta.

Cos’è Quota 41 e chi riguarda

Oggi per andare in pensione con Quota 41 bisogna presentare domanda entro il 1° marzo di ogni anno, mentre la seconda tranche - prevista solo a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, termina a fine novembre.

Con l’approvazione del ddl collegato Lavoro, invece, le scadenze vengono riviste come sopra, spostando la prima scadenza a fine marzo e aggiungendo una seconda tranche con termine fissato al 15 luglio.

Per chi non lo sapesse, Quota 41 è la misura che consente l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Si configura quindi come un’alternativa alla pensione anticipata, per la quale invece sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Tuttavia, Quota 41 non è per tutti: è riservata infatti ai cosiddetti lavoratori precoci, ossia coloro che al compimento dei 19 anni di età potevano già vantare 12 mesi di contribuzione. Aver iniziato a lavorare da molto giovani, quindi, viene premiato con uno sconto sui contributi per andare in pensione, fermo restando però che almeno un contributo settimanale deve essere stato versato entro il 31 dicembre 1995, data che ha segnato il passaggio dal sistema retributivo al contributivo.

E non è tutto, perché Quota 41 - come pure l’Ape Sociale di cui parleremo di seguito - è riservata solamente a quei lavoratori che rientrano in uno dei profili che necessitano di una maggior tutela. Non basta essere precoci, è richiesta anche l’appartenenza a una tra le seguenti categorie:

  • disoccupati che da almeno 3 mesi hanno cessato di percepire l’indennità di disoccupazione:
  • invalidi civili (con percentuale di almeno il 74%);
  • caregiver (da almeno 6 mesi);
  • addetti ad attività gravose o usuranti.

Va poi ricordato che Quota 41, al pari della pensione anticipata, prevede una finestra mobile trimestrale. Questo significa che la pensione decorre trascorsi 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.

Cos’è l’Ape Sociale e requisiti

La seconda forma di pensione anticipata, per quanto non sia prettamente corretto definirla così, menzionata dal ddl collegato Lavoro è l’Ape Sociale. Si tratta più precisamente di un anticipo pensionistico, di uno strumento con cui si può smettere di lavorare in anticipo percependo una rendita che tuttavia non è una vera e propria pensione. Questa, infatti, scatterà solo al raggiungimento dell’età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia, pari a 67 anni.

Basti pensare, ad esempio, che l’Ape Sociale spetta per 12 mensilità l’anno, non prevedendo alcuna tredicesima.

Va detto che le scadenze per presentare domanda di Ape Sociale non sono diverse da quelle previste dalla nuova legge. Qui vengono semplicemente equiparati i termini per la richiesta di Quota 41 con quelli per l’anticipo pensionistico in oggetto quindi.

Con Quota 41 l’Ape Sociale condivide i profili interessati: anche questa infatti è una misura rivolta a coloro che appartengono a uno di quei profili meritevoli di tutela, quali disoccupati, invalidi, caregiver e addetti ai lavori gravosi (sono esclusi invece gli usuranti).

Per accedere a questa misura serve aver compiuto 63 anni e 5 mesi di età, oltre ad aver maturato almeno 30 anni di contributi, 36 nel caso dei gravosi. Chi entro la fine dell’anno conta di soddisfare questi requisiti, quindi, può fare domanda per il riconoscimento ai fini dell’accesso all’Ape Sociale entro il 31 marzo: la richiesta si può fare in alternativa entro il 15 luglio o il 30 novembre, con la speranza però che ci siano ancora risorse disponibili.

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