Pensioni: in programma un aumento dell’età pensionabile. Tra la fine di Quota 100 e l’adeguamento con le aspettative di vita, nel 2023 si andrà in pensione con cinque anni e tre mesi di ritardo rispetto ad oggi.
Pensioni: c’è molta attesa di capire cosa cambierà dal 1° gennaio 2022. Il prossimo anno, infatti, cesserà di esistere Quota 100 e questo comporterà un aumento dell’età pensionabile di circa cinque anni.
Mentre oggi è possibile, soddisfando determinati requisiti, andare in pensione all’età di 62 anni, con la fine di Quota 100 si tornerà a fare riferimento ai soli requisiti dettati dalla Legge Fornero, con il diritto alla pensione di vecchiaia che si matura a 67 anni.
Già il 1° gennaio 2022, quindi, ci sarà un primo incremento dell’età pensionabile. E - indipendentemente da quali saranno le decisioni del Governo Draghi in merito alla riforma delle pensioni - un ulteriore aumento dei requisiti per l’accesso alla pensione è atteso l’anno successivo, il 1° gennaio 2023.
Nell’arco di un biennio, quindi, ci dovrebbe essere un notevole incremento dei requisiti per la pensione: vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare.
Pensioni: cosa cambia dal 1° gennaio 2022
Per scoprire cosa cambia dal 1° gennaio 2022 dovremo attendere le decisioni del Governo Draghi in merito al post Quota 100. Per il momento, le notizie non sorridono a coloro che vorrebbero anticipare l’accesso alla pensione: dal prossimo anno, infatti, non si potrà accedere a Quota 100, in quanto la misura introdotta dal primo Governo Conte cesserà di esistere e non ci sono speranza per una proroga.
Mentre dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 si può andare ancora in pensione all’età di 62 anni, solo se maturati i 38 anni di contribuzione, dal 1° gennaio 2022 l’età minima per andare in pensione è 67 anni (pensione di vecchiaia).
In alternativa vi è la possibilità offerta dalla pensione anticipata, con la quale non è prevista un’età anagrafica minima. Per accedere alla pensione anticipata bisogna comunque aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno e meno per le donne), quindi 4 anni e 10 mesi dopo Quota 100.
Improvvisamente, quindi, ci sarà un aumento notevole dell’età pensionabile. A tal proposito, il nuovo Governo Draghi potrebbe decidere di introdurre Quota 102, permettendo per almeno 12 mesi di andare in pensione a 64 anni di età e 38 anni di contributi. Si sta ancora ragionando su questa misura, specialmente sulla possibilità che questa possa prevedere una penalizzazione in uscita per chi decide di anticipare l’accesso alla pensione.
Pensioni: cosa cambia dal 1° gennaio 2023
Un ulteriore incremento dell’età pensionabile è in programma il 1° gennaio 2023. In questa occasione, infatti, ci sarà l’adeguamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia con le variazioni delle aspettative di vita.
La Legge Fornero ha stabilito che l’adeguamento con le aspettative di vita debba essere previsto ogni due anni: al 1° gennaio 2021, però, non vi è stata alcuna modifica per i requisiti per la pensione in quanto non c’è stata una variazione sensibile delle speranze di vita.
Il prossimo appuntamento è previsto il 1° gennaio 2023, quando, secondo indiscrezioni, l’età pensionabile dovrebbe salire di 3 mesi. Di conseguenza, l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia dovrebbe salire a 67 anni e 3 mesi (nessuna variazione, invece, per il requisito contributivo).
La variazione non si applicherà per la pensione anticipata, in quanto il decreto 4/2019, lo stesso con il quale è stata introdotta Quota 100, ne ha bloccato gli adeguamenti fino al 2026.
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