Pensioni, cosa cambia nel 2024: la legge di Bilancio peggiora requisiti e regole di calcolo

Simone Micocci

24/10/2023

Novità per le pensioni: così la legge di Bilancio 2024 cambia le regole di pensionamento (e per il calcolo della rivalutazione).

Pensioni, cosa cambia nel 2024: la legge di Bilancio peggiora requisiti e regole di calcolo

È uscita la nuova bozza della legge di Bilancio 2024 con la quale viene fatta chiarezza su una riforma delle pensioni che di fatto possiamo descrivere come peggiorativa rispetto alle regole attuali.

Di fatto, la maggioranza che aveva promesso il superamento della legge Fornero oggi si fa firmataria di una riforma che per quanto lontana da quella attuata nel 2011 è simile nelle intenzioni: vengono infatti effettuati tagli alla spesa pensionistica - per un valore di circa 2,7 miliardi di euro - con lo scopo di recuperare risorse per altre misure, come ad esempio il taglio del cuneo fiscale.

Una riforma che quindi penalizza tutti coloro che speravano in novità significative che favorissero l’accesso anticipato alla pensione come pure che ne incrementassero l’importo: non solo, infatti, vengono rivisti al rialzo i requisiti per l’accesso alle misure di flessibilità, ma viene ulteriormente peggiorato il meccanismo di rivalutazione rispetto a quanto già era stato fatto dalla scorsa legge di Bilancio.

Andare in pensione, tutte le novità dal 2024

Ecco un elenco che sintetizza le novità contenute dall’ultima bozza della legge di Bilancio 2024 utili per rispondere alla domanda su come si andrà in pensione il prossimo anno:

  • pensione di vecchiaia: oggi per andarci servono 67 anni di età, 20 anni di contributi e un assegno pari a 1,5 volte il valore dell’assegno sociale (condizione richiesta ai soli contributivi puri, ossia a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996). Dal prossimo anno sarà sufficiente aver maturato una pensione pari a 1 volta l’assegno sociale (che nel 2024 dovrebbe raggiungere un valore di circa 530 euro);
  • pensione anticipata contributiva, a cui oggi possono accedere i contributivi puri che al compimento dei 64 anni di età hanno maturato almeno 20 anni di contributi oltre a un trattamento pari ad almeno 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. Nel 2024 questo limite verrà innalzato e portato a 3,3 volte: ciò significa che per andare in pensione in anticipo bisognerà aver raggiunto una pensione di circa 1.749 euro;
  • Quota 103: addio alla misura introdotta dalla legge di Bilancio 2023 che per tutto l’anno corrente ha permesso di andare in pensione all’età di 62 anni a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi. Nel 2024 si passa a Quota 104 innalzando il requisito anagrafico a 63 anni e introducendo nel contempo un ricalcolo contributivo per chi vi accede. Viene invece mantenuto l’incentivo in busta paga per chi invece resta al lavoro rimandando il pensionamento;
  • Ape Sociale, nuovi requisiti anche per l’anticipo pensionistico che ormai veniva prorogato senza modifiche da diversi anni. L’età anagrafica sale infatti a 63 anni e 5 mesi (rispetto ai 63 anni attuali);
  • Opzione Donna: differentemente da quelle che erano le anticipazioni, Opzione Donna dovrebbe resistere ma con requisiti ancora più stringenti visto che l’età anagrafica sale da 60 a 61 anni. Viene poi mantenuta la possibilità di uno sconto di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 24 mesi.
  • ritornano gli adeguamenti con le speranze di vita per la pensione anticipata. Il decreto n. 4 del 2019, infatti, stabiliva che per la pensione anticipata e Quota 41 precoci il prossimo adeguamento con le aspettative di vita fosse in programma il 1 gennaio 2027, mentre la legge di Bilancio 2024 lo anticipa al 1 gennaio 2025. Va detto che questa novità non avrà risvolti pratici, in quanto le stime dell’Istat ci dicono che almeno fino al 31 dicembre 2026 non sono in programma aggiornamenti.

Calcolo pensione, tutte le novità dal 2024

Come anticipato, viene anche rivisto il meccanismo di rivalutazione. Sopra le 10 volte il trattamento minimo, infatti, vengono ulteriormente peggiorate le percentuali di rivalutazione, il che vorrà dire che gli aumenti riconosciuti per l’inflazione saranno molto più bassi rispetto a quelli di quest’anno (anche perché il tasso stimato è più basso, pari al 5,4% rispetto all’8,1% del 2023).

A tal proposito, ecco una tabella in cui mettiamo a confronto le percentuali di rivalutazione attuate nel 2023 con quelle in programma nel 2024:

Importo assegno Rivalutazione 2023 Rivalutazione 2024
Fino a 4 volte il trattamento minimo 100% 100%
Tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo 85% 90%
Tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo 53% 53%
Tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo 47% 47%
Tra le 8 e le 10 volte il trattamento minimo 37% 37%
Tra le 10 volte il trattamento minimo 32% 22%

Per quanto riguarda le pensioni minime, invece, non ci sarà alcuna novità rispetto a quest’anno: verrà infatti confermata la rivalutazione come prevista dalla legge di Bilancio 2023, con un tasso straordinario quindi del 2,7% per chi ha meno di 75 anni e del 6,4% per chi supera questa soglia. Stando al valore stimato di rivalutazione, quindi, le pensioni minime il prossimo anno potrebbero salire rispettivamente a un massimo di 617 euro e di 640 euro circa.

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