Pensioni, dal 2027 aumentano di 3 mesi o no i requisiti per l’accesso?

Patrizia Del Pidio

10 Gennaio 2025 - 09:49

Nel 2027 i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia e anticipata aumenteranno di 3 mesi oppure no? Vediamo cosa è successo nelle ultime ore.

Pensioni, dal 2027 aumentano di 3 mesi o no i requisiti per l’accesso?

Nelle ultime ore si è assistito a certo caos sulle pensioni, dopo l’annuncio della Cgil che l’Inps aveva aumentato i requisiti di accesso alla pensione di tre mesi, dal 2027, nell’applicativo. Ma l’Inps smentisce tutto garantendo che le certificazioni per il pensionamento saranno redatte in base alle tabelle pubblicate attualmente.

Cosa è successo esattamente nelle ultime ore e dove sta la verità?

L’aggiornamento dei requisiti dal 2027

La bomba lanciata dalla Cgil nella giornata di ieri è che dal 2027 non saranno più sufficienti 67 anni di età ma serviranno tre mesi in più per accedere alla pensione di vecchiaia e per quella anticipata serviranno 43 anni e un mese di contributi. La bomba lanciata dal sindacato accusa l’Inps di aver modificato l’età pensionabile senza una comunicazione ufficiale da parte dei ministeri (che effettivamente non c’è stata).

La Cgil prosegue affermando che l’Inps avrebbe cambiato i criteri di calcolo delle pensioni introducendo, dal 2027, l’aumento di tre mesi per accedere alla pensione portando quindi i requisiti a:

  • 67 anni e 3 mesi di età per la pensione di vecchiaia;
  • 43 anni e 1 mese di contributi per la pensione anticipata.

Non basta, una nuova salita è prevista anche per il 2029 con un incremento di altri 2 mesi dei requisiti di pensionamento.

La smentita dell’Inps

Dopo il polverone sollevato dall’annuncio della Cgil, l’Inps rompe il silenzio solo in serata e chiarisce la questione del nodo pensioni. L’ente previdenziale interviene dopo che un’ondata di incertezza e di viva preoccupazione ha riportato al centro delle discussioni il tema delle pensioni, uno di quelli più nevralgici per moltissimi italiani. La notizia di ieri, infatti, aveva allertato tutti i corridoi della politica scatenando polemiche e portando alla richiesta di chiarimenti urgenti.

Che arrivano in serata con una nota dell’Inps che smentisce tutto chiudendo la questione. L’ente rassicura tutti che i parametri per le certificazioni resteranno inalterati e basati sulle tabelle in vigore che prevedono per il 2025 e per il 2026 un requisito di 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e di 42 anni 10 mesi di contributi per quella anticipata.

Il nodo dell’aumento dei requisiti di pensionamento

Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, ci tiene a calmare le acque e precisa che attualmente l’unico riferimento che si ha sull’incremento dei requisiti di pensionamento è quello che si evince dal 25° Rapporto della Ragioneria Generale dello Stato del 2024 con il quale non si prevedono aumenti dei requisiti nel 2027 e si attendono aumenti nel 2029 di un solo mese. In base a questo rapporto, quindi, i requisiti di accesso alla pensione aumenteranno solo nel 2029 portando l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni e un mese e i contributi per l’anticipata a 42 anni e 11 mesi.

La preoccupazione maggiore, in caso di aumento dell’età pensionabile nel 2027 è nei confronti di chi si troverebbe senza tutele ed esodato per aver aderito a scivoli pensionistici come l’isopensione. Chi ha utilizzato gli scivoli, infatti, ha preso un brutto spavento e ha temuto di restare sospeso, dopo l’accompagnamento, per qualche mese (senza accompagnamento e senza pensione).

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