Pensione integrativa: quanto bisogna versare, e per quanto tempo, per assicurarsi una rendita aggiuntiva di 200 euro netti? Facciamo chiarezza.
Come più volte abbiamo avuto modo di consigliare, iscriversi a un fondo per la pensione integrativa è un ottimo modo per aumentare la propria rendita vitalizia.
D’altronde, con le regole del contributivo arrivare a una pensione con importo sufficiente per far fronte alle spese previste non è semplice; pensiamo ad esempio a un importo di 2.000 euro netti al mese, spettante solo a chi ha percepito stipendi elevati e con continuità.
Per evitare di arrivare all’età del pensionamento senza riuscire ad assicurarsi un assegno di importo adeguato bisogna quindi intervenire con largo anticipo, ad esempio versando ogni mese una parte dei risparmi in un fondo per la pensione integrativa o comunque prendendo in considerazione altre valide forme di investimento.
Ma concentriamoci sulla prima opzione rispondendo a una domanda comune tra coloro che stanno valutando l’adesione a un fondo pensione: quanto si guadagna? Anche perché bisogna considerare che nella maggior parte dei casi chi valuta tale investimento ha pochi soldi da destinarvi.
A tal proposito, proviamo a farci un’idea su quanto bisogna versare per arrivare a 200 euro in più di pensione ogni mese, così da poter decidere se prendere in considerazione una tale possibilità oppure se è meglio orientarsi su altri investimenti.
Pensione integrativa, non è una scienza esatta
Più volte abbiamo effettuato delle stime di calcolo delle pensioni, sottolineando però che per una proiezione precisa di quanto si prenderà manca un dato essenziale che sarà noto solamente con il passare degli anni, ossia la rivalutazione delle retribuzioni e del montante contributivo.
Non sappiamo infatti quale sarà l’andamento dell’economia nei prossimi anni, non potendo così rispondere alla domanda su quale sarà la rivalutazione applicata.
La stessa incertezza c’è nel caso dei fondi per la pensione integrativa, per i quali possiamo fare solamente una stima di quello che sarà il rendimento. E bisogna anche considerare che non c’è una sola forma di previdenza integrativa: come tutti gli investimenti ci sono quelli che rendono di più ma hanno un rischio maggiore, e viceversa.
La buona notizia è che nel quinquennio compreso tra il 2018 e il 2022 la media di rendimento di tutte le forme di previdenza integrativa è stata del 2%. Allungando l’orizzonte temporale, andando a ritroso fino al 2013, risulta rispettato il legame tra rischio e rendimento:
- mediamente, infatti, ad aver reso di più (dal 4,7% al 4,9%) sono state le linee azionarie (con rischio alto);
- seguono quelle bilanciate, dall’1,7% al 2,9%, con rischio di investimento medio;
- in conclusione ci sono quelle obbligazionarie, con rendimento dal -0,2% al 2,4%, con rischio basso.
Quindi, maggiore è il profilo di rischio - e ovviamente anche gli anni che mancano al raggiungimento della pensione, ragione per cui non è mai troppo presto per prendere in considerazione un tale investimento - e più possibilità ci sono di assicurarsi una rendita di importo elevato.
Come arrivare a 200 euro al mese di pensione integrativa
Fatte le dovute considerazioni possiamo rispondere alla domanda su quanto si guadagna versando a un fondo per la pensione integrativa. Come abbiamo avuto modo di anticipare la risposta potrebbe variare in base a molti fattori, in particolare dall’età in cui si comincia a versare. Anche perché solitamente chi è più giovane ha meno rischi di investire in fondi bilanciati o azionari, potendo quindi puntare a rendimenti maggiori con meno pericoli.
Ad esempio, proviamo a ragionare per obiettivi, fissando l’asticella a 200 euro netti di pensione integrativa ogni mese. Quanto bisogna versare, per quanto tempo e con che tipo di investimento, per raggiungere un tale importo?
A rispondere a questa domanda sono le elaborazioni condotte da Smileconomy, pubblicate dal Corriere della Sera:
Età di inizio versamenti | Età del pensionamento | Versamento mensile con rischio basso | Versamento mensile con rischio alto |
---|---|---|---|
35 anni | 65 anni e 5 mesi | 143 euro | 85 euro |
45 anni | 64 anni e 10 mesi | 269 euro | 192 euro |
55 anni | 67 anni e 5 mesi | 529 euro | 454 euro |
Questo specchietto è utile perché ci fa notare la differenza che c’è tra quanto deve versare chi aderisce a un fondo pensione da giovane, intorno ai 35 anni, e chi invece lo fa con l’avanzare degli anni.
Nel primo caso la spesa mensile è alquanto sostenibile, perché con un investimento più ad alto rischio sono sufficienti circa 85 euro al mese per assicurarsi una rendita aggiuntiva intorno ai 200 euro al mese, mentre se vuole stare più tranquillo può versarne circa 60 in più e aderire a un fondo con rischio basso.
Dopo 10 anni la spesa mensile da affrontare quasi raddoppia, mentre aspettando fino ai 55 anni diventa insostenibile per la maggior parte dei lavoratori in quando per un investimento a basso rischio (assolutamente consigliato quando mancano pochi anni alla pensione) servono più di 500 euro.
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