Pensioni, ecco i nuovi requisiti con l’aumento dell’età pensionabile

Simone Micocci

1 Aprile 2025 - 11:24

Pensioni, cambiano i requisiti per andarci. Ecco cosa cambia dall’1 gennaio 2027.

Pensioni, ecco i nuovi requisiti con l’aumento dell’età pensionabile

Dal 2027 aumenta l’età pensionabile, per quanto il governo stia provando a rassicurare i lavoratori promettendo il congelamento del meccanismo che adegua i requisiti per andare in pensione (qui quelli aggiornati al 2025) all’andamento delle speranze di vita.

Come noi di Money.it avevamo già anticipato mesi fa, infatti, l’Istat - dopo anni di pausa dovuti alla pandemia - ha registrato un nuovo incremento delle speranze di vita che avrà conseguenze sulle pensioni a partire dal 2027. Per il biennio 2025-2026, proprio per l’effetto Covid, non c’è stato infatti alcun incremento, lasciando inalterati i requisiti per il collocamento in quiescenza per ben 8 anni (l’ultimo c’è stato nel 2019, con un aumento di ben 5 mesi che tuttavia non è stato applicato sulla pensione anticipata).

Ecco perché i requisiti per andare in pensione cambieranno, il che vale per tutte le misure oggi vigenti. A meno che ovviamente il governo non pensi a una soluzione per bloccare l’aumento dell’età pensionabile come promesso dal sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon. Una presa di posizione che tuttavia non lascia certezze per il futuro, visto che comunque “tra il dire e il fare” ci sono miliardi di risorse da trovare. E considerando l’interesse - poco - che il governo Meloni ha dimostrato sul tema delle pensioni in queste ultime tre leggi di Bilancio, non è detto che la promessa fatta da Durigon risulti condivisa da tutta la maggioranza.

L’aumento dell’età pensionabile

Non c’è ancora nulla di ufficiale, visto che “non sono stati ancora fatti i calcoli al centesimo”, ma verosimilmente l’aumento della speranza di vita a 65 anni (quindi più o meno in età da pensione) sarà tra i 4 e i 5 mesi.

Questo dato inciderà sulle regole per andare in pensione, dal momento che ogni due anni - regola rivista proprio dalla legge Fornero - è previsto che l’età pensionabile venga aggiornata sulla base delle speranze di vita. Se si vive di più, infatti, si allunga il periodo in cui si percepisce la pensione e di conseguenza aumentano i costi che l’Inps dovrebbe sostenere. A tal proposito, proprio per assicurare sostenibilità al sistema è stato deciso che se le aspettative di vita aumentano si allunga anche il momento del pensionamento.

Non tutta la variazione registrata però si riverserà sui requisiti per l’accesso alla pensione, in quanto, come confermato dai ricercatori Istat nel corso dell’ultima conferenza stampa, va sottratta la speranza di vita andata persa durante la pandemia.

Ecco perché l’aumento in programma dall’1 gennaio 2027 sarà di “soli” 3 mesi.

Come cambiano i requisiti per la pensione

L’aumento delle speranze di vita avrà ripercussioni su tutte le misure di pensionamento disciplinate dalla legge Fornero, la riforma che nel 2011 ha rivisto in maniera considerevole le regole di accesso alla pensione stabilendo, come anticipato, che queste debbano essere aggiornate ogni due anni in base all’andamento delle speranze di vita.

Ovviamente l’incremento ci sarà per la pensione di vecchiaia, la cui età salirà a 67 anni e 3 mesi. Non cambia invece il requisito contributivo - pari a 20 anni - non soggetto all’adeguamento. Per quanto riguarda l’opzione contributiva della pensione di vecchiaia, invece, l’età pensionabile salirà persino a 71 anni e 3 mesi, ritardando ulteriormente il momento del pensionamento per coloro che non riescono a raggiungere i requisiti minimi per l’opzione tradizionale (ad esempio chi ha meno di 20 anni di contributi oppure non raggiunge l’importo minimo richiesto ai contributivi puri).

Per quanto riguarda la pensione anticipata, invece, l’adeguamento ci sarà obbligatoriamente per il requisito contributivo visto che non è previsto alcun limite anagrafico per andarci. Si sforano quindi i 43 anni (e 1 mese) di contributi per gli uomini, 42 anni e 1 mese per le donne, indipendentemente dall’età. Per i lavoratori precoci che soddisfano i contributi per Quota 41, invece, il minimo di contributi sale a 41 anni e 3 mesi.

Nel caso dei contributivi puri che hanno maturato un assegno piuttosto consistente - almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale - c’è poi la possibilità offerta dall’opzione contributiva della pensione anticipata, il cui diritto al collocamento in quiescenza si raggiunge a 64 anni (e 3 mesi dal 2027) e 25 anni di contributi.

Nessun adeguamento è invece previsto per la pensione con Quota 103 - che non è detto venga confermata fino al 2027 - così come pure per l’Ape Sociale (63 anni e 5 mesi) e Opzione Donna, misure che comunque saranno sicuramente oggetto di intervento con le prossime leggi di Bilancio.

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