Pensioni, bonus 200 e 150 euro da restituire per questi pensionati. Da giugno 50 euro in meno sull’assegno.
Ricordate quando nel post pandemia e nel pieno caro prezzi, il governo Draghi riconobbe un bonus complessivo di 350 euro (200 euro a cui poi se ne aggiunsero altri 150) per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, pensionati compresi? Ecco, proprio in questi giorni per alcune di queste persone potrebbe esserci il rischio di dover restituire quanto percepito.
A darne conferma è stato proprio l’Inps che in questi giorni ha concluso le verifiche per accertare che tutti coloro che hanno fatto richiesta per i bonus da 200 e 150 euro fossero nella condizione per farlo. In caso contrario l’Inps chiederà indietro i soldi, trattenendoli dalle prossime pensioni.
A tal proposito, ricordiamo quali erano i requisiti per godere dei bonus contro il caro energia così da far chiarezza su quali sono i pensionati che rischiano di dover restituire quanto percepito.
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Bonus contro il caro energia, cos’era?
È passato un po’ di tempo da quando l’Inps ha erogato il bonus 200 euro sulla pensione a coloro che ne hanno fatto richiesta, quindi la notizia data dall’Inps riguardante la fine dei controlli e il relativo rischio che alcuni pensionati possano trovarsi dei soldi in meno sui prossimi cedolini sta allertando, e non poco, se non altro perché la maggior parte di coloro che ne hanno goduto non ricordano quali fossero i requisiti richiesti.
Bene, andiamo un po’ a ritroso per scoprirlo. Era il 2022, l’inflazione raggiunse livelli elevatissimi e il governo Draghi ritenne necessario stanziare nuove risorse a sostegno delle famiglie attraverso il decreto n. 50 del 17 maggio 2022, il cosiddetto decreto Aiuti.
Qui, all’articolo 32, figura il bonus contro il caro energia, spettante tanto ai titolari di reddito di lavoro o pensione quanto ad alcuni disoccupati, un contributo una tantum del valore di 200 euro da erogare ai residenti in Italia con reddito non superiore a 35 mila euro.
Nel caso dei pensionati il bonus venne erogato anche nei confronti dei titolari delle prestazioni assistenziali erogate dall’Inps, quali Assegno sociale, pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché ai titolari di trattamenti di accompagnamento alla pensione.
Successivamente, con il decreto Aiuti-ter (articolo 19 del Dl n. 144 del 2022), è stata riconosciuta una nuova tranche di pagamenti per le stesse prestazioni, ma questa volta per un valore di 150 euro e a fronte di un limite di reddito di 20.000 euro.
Per entrambe le misure il reddito preso in esame è stato quello presunto per il 2021. Successivamente, sulla base dei dati comunicati dall’Agenzia delle Entrate sono state effettuate le verifiche per accertare l’effettivo possesso del requisito reddituale.
Chi deve restituire i bonus e come
Quindi, con la conclusione delle verifiche l’Inps ha individuato un elenco dei beneficiari del bonus che hanno superato la soglia prevista per goderne. A questi è già stata inviata la comunicazione di indebito - disponibile sulla “Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione (Send)”.
Di fatto, c’è chi rischia di dover restituire il bonus 200 euro e chi quello da 150 euro e in alcuni casi (più limitati) persino entrambi. La buona notizia è che perlomeno la restituzione dell’indebito non sarà in un’unica soluzione: ci sarà infatti una trattenuta mensile di 50 euro fino al totale recupero della somma percepita, a partire da giugno 2025.
Nel caso in cui invece per diverse ragioni non fosse possibile trattenere l’importo dalla pensione, verrà inviato un avviso di pagamento attraverso l’applicativo PagoPa.
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