Pensioni per invalidi civili, l’Inps cambia ancora i requisiti: ecco chi rischia di perdere il sostegno

Simone Micocci

26 Luglio 2023 - 16:08

L’Inps, con il messaggio n. 2705 del 2023 ha modificato le regole per il riconoscimento delle pensioni d’invalidità civile. Ecco perché la platea è destinata a ridursi.

Pensioni per invalidi civili, l’Inps cambia ancora i requisiti: ecco chi rischia di perdere il sostegno

Con il messaggio n. 2705 del 2023, l’Inps corregge il tiro per quanto riguarda i requisiti da considerare ai fini della percezione delle pensioni d’invalidità civile, ossia quelle prestazioni erogate in favore delle persone con capacità lavorativa ridotta che nel contempo si trovano in uno stato di bisogno economico.

Un “cambio” dei requisiti che di fatto potrebbe comportare la perdita della pensione d’invalidità fino a oggi spettante. Questo perché c’è il rischio che molte persone - visto il nuovo criterio per il calcolo del reddito - superino la soglia di reddito prevista per beneficiare della prestazione.

Pensioni d’invalidità, a chi spettano?

Prima di guardare ai contenuti del nuovo messaggio Inps e a come questi cambiano i criteri per il calcolo del limite reddituale entro cui stare per godere delle prestazioni per invalidità civile, facciamo un passo indietro e ricordiamo a quanto ammonta oggi questa soglia.

Nel dettaglio, per effetto della rivalutazione di inizio anno, nel 2023 il limite di reddito da non superare per avere diritto alle pensioni d’invalidità civile è pari a:

  • assegno d’invalidità civile per chi ha una capacità lavorativa ridotta in una percentuale compresa tra il 74% e il 99%: 5.391,88 euro;
  • pensione d’inabilità civile, in caso di totale riduzione della capacità lavorativa: 17.920,00 euro.

In entrambi i casi l’importo della prestazione è pari a 313,91 euro al mese.

Come è stato accertato fino a oggi il requisito reddituale

E qui arriviamo al nodo centrale della questione: di quali redditi si deve tener conto per valutare se effettivamente il requisito reddituale viene soddisfatto? A tal proposito, con il messaggio n. 1688 del 2022 l’Inps precisava che ai fini della determinazione del reddito rilevante ai fini del godimento delle pensioni d’invalidità civile si considerano i redditi di qualsiasi natura - da considerare al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali - con la sola eccezione di:

  • reddito derivante dalla percezione della prestazione di invalidità stessa;
  • le rendite Inail;
  • pensioni di guerra;
  • indennità di accompagnamento;
  • reddito della casa di abitazione.

Nel dettaglio, tra gli oneri deducibili da non computare nel reddito l’Inps con il messaggio n. 1688 del 2022 ne indicava alcuni come esempio:

  • contributi previdenziali e assistenziali personali;
  • gli assegni periodici corrisposti al coniuge separato;
  • contributi pagati al personale domestico;
  • le donazioni a organizzazioni non governative.

Stando a queste indicazioni, quindi, nel valutare se chi richiede della prestazione rientra nel limite dei 5.391,88 o 17.920,00 euro - a seconda della percentuale d’invalidità e di conseguenza della prestazione richiesta - sono stati considerati fino a oggi i redditi della persona al netto delle tasse nonché di altri oneri deducibili (come indicato nel suddetto elenco). Tuttavia, proprio in questi giorni l’Inps è tornato sui propri passi rivedendo questa disposizione e di fatto - come vedremo di seguito - riducendo la platea dei beneficiari delle suddette prestazioni.

Nuovi criteri di calcolo fissati dall’Inps

Con il messaggio n. 2705/2023, però, l’Inps ha modificato la suddetta norma, rettificando le precedenti istruzioni e precisando che il reddito rilevante ai fini della verifica del diritto alle prestazioni d’invalidità civile va considerato “al lordo delle ritenute fiscali.

Quindi, d’ora in avanti il reddito andrà considerato al netto degli oneri deducibili ma al lordo delle ritenute fiscali.

Di fatto, dal momento che il reddito andrà considerato al lordo e non più al netto delle tasse, si ridurrà la platea di coloro che possono accedere a tali prestazioni. Pensiamo ad esempio a Tizio, invalido all’80%, con reddito da 6.000 euro lordi che al netto delle ritenute fiscali scende a 4.000 euro.

Fino a oggi questo ha potuto godere dell’assegno d’invalidità civile visto che comunque il reddito è stato considerato al netto; con la nuova interpretazione dell’Inps - e con il reddito al lordo - invece, perderà il diritto alla prestazione a causa del superamento della soglia reddituale.

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