Il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha spento gli entusiasmi sulla riforma delle pensioni: per il momento non si tratta di una priorità del Governo Draghi.
La riforma delle pensioni non è una priorità del Governo Draghi.
Ve lo avevamo anticipato qualche settimana fa, adesso è arrivata una conferma importante: riformare le pensioni e pensare al dopo Quota 100 non rappresenta un’urgenza per il Paese. A sottolinearlo è il Ministro per il Lavoro, Andrea Orlando, il quale ha concesso un’intervista a Radio 24 dove ha spento le speranze di coloro che confidavano in un’azione di Governo con la quale riconoscere una maggiore flessibilità al sistema introdotto dalla Legge Fornero, con Quota 100 che dal 1° gennaio prossimo non sarà più un’alternativa.
D’altronde, il Governo Draghi deve affrontare una crisi del mercato del lavoro senza precedenti, e per questo motivo si pensa già ad una riforma degli ammortizzatori sociali, come pure ad una riforma per alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie.
Queste le priorità del nuovo Esecutivo, il quale - nonostante le pressioni dei sindacati - per il momento, non ha intenzione di riprendere il dibattito sulla riforma delle pensioni avviato dall’ex Ministro Catalfo.
La riforma delle pensioni non è una priorità
Dal 1° gennaio 2022 la Quota 100 non sarà più un’alternativa alle regole per il pensionamento definite dalla riforma del 2011. Un appuntamento importante, in quanto con la fine di Quota 100 si verrà a creare uno scalone di cinque anni per l’accesso alla pensione.
L’ultimo Governo Conte aveva già avviato un confronto con le parti sociali per pensare ad una serie di misure alternative, ad esempio riflettendo sulla possibilità di introdurre, in via transitoria, una Quota 102 con penalizzazioni.
Questo confronto, però, si è interrotto con il cambio di Governo e - come spiegato da Orlando - non riprenderà a breve. Il nuovo Ministro del Lavoro, infatti, ha sottolineato che le risorse a disposizione sono limitate e, anche se il Governo sta lavorando su un extra deficit, le priorità saranno altre.
È vero che alla fine dell’anno scadrà Quota 100 - “che non sarà rinnovata” - e quindi bisognerà discutere su come affrontare questo passaggio, ma per il momento ci sono altre urgenze.
Il Ministro Orlando lo ha ribadito anche in un’intervista concessa alla stampa estera, dove ha spiegato che per il momento il Governo ha “troppe questioni importanti da affrontare per poter pensare anche alla riforma delle pensioni”.
Sul fronte pensioni, il Governo Draghi ha ereditato dal suo predecessore l’avvio delle commissioni di lavoro e studio sul tema della previdenza; queste sono già al lavoro per analizzare “in che modo ha funzionato Quota 100 e cosa ha prodotto”.
Questi dati saranno utili per fare le dovute considerazioni sulla riforma delle pensioni, con il problema del dopo Quota 100 che “verrà affrontato solo in un secondo momento, non prima di aver avviato il lavoro su altre due questioni più importanti, quali la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive”.
Solamente dopo aver definito questi due aspetti si potrà ragionare sulla questione previdenziale, in quanto per adesso è più importante concentrarsi su “chi rischia di perdere il lavoro e su chi lo sta cercando”.
La riforma delle pensioni ci sarà?
Questo non significa che non ci sarà una riforma delle pensioni, ma solo che verrà rinviata ad un secondo momento. Tuttavia, questo “poco” interesse del Governo conferma quanto noi stessi vi raccontavamo qualche giorno fa, ossia che non bisogna avere grandi speranze sulla riforma.
Questa, infatti, ci sarà solamente per dare una risposta ai futuri pensionati che rischiano un maxi scalone da 62 a 67 anni. Paradossalmente, se non ci fosse stata la scadenza di Quota 100 non ci sarebbe stata neppure una riforma delle pensioni.
Una dimostrazione che il Governo non intende concentrare sforzi - né tanto meno risorse - sul dibattito per le pensioni, il che ovviamente non fa ben sperare.
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