Pensioni, novità con il Recovery Plan: addio a Quota 100, riforma solo per alcune categorie

Antonio Cosenza

24/04/2021

La bozza del Recovery Plan conferma l’addio a Quota 100: flessibilità riservata ai lavoratori con mansioni logoranti.

Pensioni, novità con il Recovery Plan: addio a Quota 100, riforma solo per alcune categorie

L’ultima bozza del Recovery Plan fa chiarezza su cosa ne sarà delle pensioni: finalmente, dopo settimane di indiscrezioni, sappiamo che il dopo Quota 100 sarà mirato solamente ad alcune categorie di lavoratori.

Una bozza da 318 pagine che tocca diversi temi, tra cui le pensioni. Nel testo troviamo scritto quello che ormai si sa da tempo ma per il quale mancava ancora la conferma ufficiale: Quota 100 non verrà prorogata. Inutili, quindi, le pressioni fatte da Matteo Salvini, il quale aveva chiesto un rinnovo per la misura da lui tanto voluta durante l’esperienza del primo Governo Conte.

Quel che è importante, è che nella bozza non si parla nemmeno di Quota 102, misura che secondo i ben informati avrebbe dovuto sostituire Quota 100 evitando uno scalone di cinque anni dal 1° gennaio 2022. Nel testo del Recovery Plan, infatti, non viene lasciato spazio ad altre interpretazioni: in futuro, la flessibilità sarà riservata a determinate categorie e non sarà per tutti com’è stato in passato.

Pensioni: cosa dice il Recovery Plan

Lo avevamo anticipato già al momento della nomina del Governo Draghi: con l’ex Presidente della BCE alla guida del Paese, per Quota 100 - misura tanto criticata dall’Unione Europea - non c’era alcuna speranza di proroga.

E così è stato: nell’ultima bozza del Recovery Plan, che presto verrà sottoposta al vaglio del Consiglio dei Ministri, si legge infatti che “in tema di pensioni, la fase transitoria di applicazione della cosiddetta Quota 100 terminerà a fine anno”.

Questo significa che dal 1° gennaio 2022 non si potrà più andare in pensione con Quota 100. O meglio, visto il principio di cristallizzazione, potranno comunque andarci coloro che ne maturano i requisiti - almeno 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi - entro il 31 dicembre 2021.

Dopodiché si tornerà esclusivamente ai requisiti previsti dalla Legge Fornero: quindi, pensione di vecchiaia a 67 anni, anticipata con 42 anni e 10 mesi di contribuzione (un anno in meno per le donne).

Pensioni: ci sarà Quota 102?

Il Recovery Plan non parla di Quota 102, misura che secondo le ultime anticipazioni dovrebbe sostituire Quota 100 così da evitare che tra il 31 dicembre 2021 e il 1° gennaio 2022 si venga a creare uno scalone di cinque anni.

Nel dettaglio, Quota 102 dovrebbe essere così ritagliata: età anagrafica di almeno 64 anni più 38 anni di contributi (con un limite di due anni per i contributi figurativi, esclusi maternità, servizio militare e riscatti volontari).

Tuttavia, il fatto che il Recovery Plan non ne parli riduce le probabilità che ci sarà una Quota 102 prima del 31 dicembre prossimo. Anche perché bisogna considerare che qualche settimana fa il Ministro del lavoro, Andrea Orlando, parlava della riforma delle pensioni come una non priorità.

Pensioni: riforma solo per alcune categorie

Nel Recovery Plan viene specificato che Quota 100 sarà sostituita da “misure mirate a categorie con mansioni logoranti”. Non sarà, quindi, una flessibilità in uscita rivolta a tutti, in quanto si terrà conto della gravosità del lavoro svolto.

Insomma, come richiesto dal Presidente dell’Inps, ci sarà una maggiore attenzione per alcune categorie di lavoratori, mentre per altri l’unica possibilità per andare in pensione sarà quella offerta dalle regole stabilite dalla Legge Fornero.

Assume, quindi, un ruolo sempre più importante la commissione tecnica per la classificazione dei lavori gravosi che ha come obiettivo quello di valutare l’impatto sull’aspettativa di vita di talune condizioni di lavoro. Solo capendo quali sono i lavori più gravosi si potrà decidere chi mandare prima in pensione, studiando dunque le risposte previdenziali più adatte a specifiche categorie professionali.

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