Pensioni, sono gli ex commercianti i nuovi esodati. Si tratta degli esclusi dall’indennizzo INPS per cessazione attività, IND COM, che taglia fuori chi ha chiuso l’attività negli anni 2014, 2015 e 2016.
Pensioni, c’è una nuova platea di esodati che chiede risposte: sono gli ex commercianti ai quali, per via di una legge paradossale, non viene riconosciuto l’indennizzo per cessazione attività.
Sono decine i commercianti esclusi da quello che tecnicamente è definito come IND COM, un assegno di accompagnamento alla pensione riconosciuto in caso di chiusura definitiva dell’attività commerciale.
La scorsa Legge di Bilancio ha reso strutturale la misura a partire dal 1° gennaio 2019, ma la buona notizia è stata seguita da un caos dai contorni paradossali.
La possibilità di accedere all’assegno pari a circa 515 euro al mese era inizialmente riconosciuta esclusivamente agli ex commercianti che avevano chiuso l’attività commerciale dal 2019 in poi. Un successivo intervento del Governo ha esteso l’assegno di accompagnamento alla pensione anche alle chiusure avvenute nelle annualità 2017 e 2018.
Restano invece esclusi da ogni beneficio i commercianti che hanno cessato l’attività tra il 2014 ed il 2016, i nuovi esodati senza lavoro e senza tutele da parte dell’INPS fino al raggiungimento dell’età per la pensione.
Sono i commercianti tagliati fuori dall’indennizzo per cessazione dell’attività ad aver segnalato il problema alla redazione di Money.it, per portare all’attenzione nazionale una situazione che ritengono ingiusta e paradossale.
Pensioni, è caos per i nuovi esodati: decine di commercianti in crisi esclusi dall’IND COM
Sono gli stessi ex commercianti a definirsi i nuovi esodati, senza lavoro, troppo giovani per la pensione e senza alcuna tutela da parte dell’INPS.
Una platea di titolari di partita IVA “beffati” dal sistema e che per anni hanno finanziato un fondo gestito dall’INPS dal quale sono stati esclusi.
Per capire il motivo del malcontento degli ex commercianti è necessario fare un passo indietro e capire in primo luogo cos’è e chi può accedere all’indennizzo per cessazione attività.
Dal 1996 e fino al 2011 la legge prevedeva per i commercianti in crisi la possibilità di chiudere l’attività beneficiando di un assegno di accompagnamento alla pensione, pari all’importo del trattamento minimo per gli iscritti alla gestione INPS di riferimento.
L’IND COM altro non è che un ammortizzatore sociale, un assegno minimo introdotto per tutelare i commercianti in crisi.
L’indennizzo è stato più volte stoppato e poi reintrodotto. La Legge di Stabilità n. 147 del 2013 l’ha riproposto nel periodo compreso tra il 2014 ed il 2016 e, successivamente, la Legge di Bilancio 2019 l’ha reintrodotto come misura strutturale.
La Manovra approvata dal primo Governo Conte (Lega-M5S) prevedeva tuttavia, tra i requisiti d’accesso, la chiusura dell’attività dal 1° gennaio 2019; successivamente, grazie alle proteste e alle segnalazioni arrivate degli stessi commercianti, l’IND COM è stato esteso anche alle cessazioni avvenute nel 2017 e nel 2018.
Nulla è stato fatto per i tre anni precedenti, con la conseguenza che chi ha chiuso l’attività nel 2014, 2015 e 2016, e non aveva ancora maturato il requisito anagrafico richiesto per poter fare domanda, vive oggi sperando in una risposta istituzionale.
Per accedere all’IND COM è infatti necessario avere almeno 62 anni di età per gli uomini, 57 per le donne, accanto al requisito di iscrizione per almeno 5 anni alla gestione INPS artigiani e commercianti.
Nuovi esodati senza pensione e senza lavoro, la beffa del contributo aggiuntivo per i commercianti
Gli ex commercianti che hanno chiuso l’attività negli anni 2014, 2015 e 2016, e che non avevano maturato il requisito anagrafico richiesto, si trovano quindi in una sorta di limbo, troppo giovani per la pensione ma in età ormai avanzata per rimettersi in gioco nel mercato del lavoro.
A far crescere il malcontento tra i tanti commercianti esclusi senza motivazioni dall’IND COM è poi l’aver finanziato per anni un fondo al quale non hanno accesso per un evidente buco normativo.
Proprio ai fini del finanziamento dell’indennizzo, i commercianti iscritti all’apposita gestione INPS sono tenuti a versare un contributo aggiuntivo pari allo 0,09% dell’aliquota complessivamente dovuta.
Insomma, sono gli stessi commercianti a pagare per il finanziamento dell’ammortizzatore sociale riconosciuto dall’INPS. Peccato che non tutti possano accedere alle medesime tutele, e che per il momento sono poche o nulle le risposte dal fronte istituzionale.
L’INPS, ci comunicano alcuni dei commercianti esodati, sta temporeggiando. Per alcune delle domande trasmesse stanno arrivando le prime risposte di mancato accoglimento, per altre bisogna ancora attendere.
Quel che si spera è che il problema degli esodati del commercio trovi spazio nelle sedi competenti. Restiamo a disposizione di chi volesse fornirci ulteriori chiarimenti o raccontarci la propria esperienza.
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