Pensioni più alte di 1.000 euro, le nuove regole di pagamento spiegate dall’Inps

Simone Micocci

5 Agosto 2024 - 10:32

Pagamento delle pensioni, fino a che importo può essere liquidato in contanti? L’Inps fa chiarezza.

Pensioni più alte di 1.000 euro, le nuove regole di pagamento spiegate dall’Inps

In Italia, come si può pagare in contanti fino a un massimo di 5.000 euro: per somme che superano un tale importo, quindi, è necessario utilizzare altri strumenti di pagamento che siano tracciabili.

Questo limite, imposto dalla normativa antiriciclaggio, è stato rivisto dalla legge di Bilancio 2023, in quanto prima era molto più basso, pari a 1.000 euro.

Tuttavia, ciò non significa che anche per il pagamento delle pensioni valga lo stesso limite. Come noto, infatti, oltre alla possibilità che vengano accreditati direttamente su conto corrente postale o bancario, possono essere pagate in contanti anche dagli uffici postali, i quali di solito prevedono uno specifico calendario redatto sulla base del criterio dell’ordine alfabetico.

A tal proposito, in virtù delle regole sul limite di pagamento in contanti come modificate dalla legge di Bilancio 2023, infatti, le singole sedi territoriali hanno mosso una richiesta di chiarimento all’Inps per chiedere se tutto ciò valesse anche per le pensioni, chiedendo quindi di indicare un limite chiaro oltre cui il titolare del trattamento è obbligato a indicare un metodo di pagamento tracciabile.

La risposta dell’Inps è arrivata con il messaggio n. 2672 del 2024, con il quale viene sciolto ogni dubbio su fino a quale importo la pensione può essere pagata in contanti.

Fino a quale importo si può pagare in contanti la pensione?

Il problema è che per il pagamento in contanti della pensione ci sono diverse norme che sembrano andare in conflitto tra di loro.

Intanto l’articolo 49 del D.lgs n. 231 del 2007 recante novità in materia di “Limitazioni all’uso del contante e dei titoli al portatore” che appunto, come modificato dalla legge di Bilancio del 2023, stabilisce che “è vietato il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano persone fisiche o giuridiche, quando il valore oggetto di trasferimenti complessivamente è pari o superiore a 5.000 euro” (originariamente il limite era di 3.000 euro).

A ciò si aggiunge però quanto stabilito dall’articolo 2 del D.l. n. 138 del 2011, dove invece si legge che:

“Lo stipendio, la pensione, i compensi comunque corrisposti da p.a. centrali e locali e dai loro enti, in via continuativa a prestatori d’opera e ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato, di importo superiore a 1.000 euro, debbono essere erogati con strumenti di pagamento elettronici bancari o postali.”

Questo limite, che da allora non è più stato modificato, si applica ancora alle pensioni oppure il fatto che le norme antiriciclaggio siano state riviste di recente consente di effettuare anche pagamenti sopra i 1.000 euro? Una risposta che come potete immaginare poteva avere un grande impatto sulle pensioni, in quanto oggi chi prende più di 1.000 euro è costretto ad aprire un conto corrente (anche presso Poste italiane volendo) dove gli verrà accreditato mensilmente l’assegno.

I chiarimenti dell’Inps

L’Inps non ha alcun dubbio a riguardo su quale deve essere il limite oltre cui una pensione non può essere pagata in contanti. Nel messaggio in oggetto l’Istituto ha spiegato infatti che le due norme agiscono in differenti contesti.

Se da una parte il limite di 5.000 euro interessa la generalità di persone, fisiche e giuridiche, pubbliche e private, in qualità di operatori economici, quello di 1.000 euro si applica alla Pubblica amministrazione che - come definito all’art. 1, comma 2, del dlgs 165/2001 - include anche gli enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, quale ad esempio l’Inps appunto.

Per questo motivo, quando si parla di pagamento in contanti delle pensioni è il limite di 1.000 euro che non può essere superato.

Cosa succede se il limite viene superato?

In fase di liquidazione dell’assegno, l’Inps valuta se l’importo della pensione, che può essere anche comprensivo di più trattamenti, è più o meno di 1.000 euro (netti ovviamente). Nel caso in cui questo limite risulti superato allora l’Istituto comunicherà all’interessato che nel più breve tempo possibile dovrà indicare dove intende ricevere l’assegno, scegliendo tra:

  • c/c bancario o postale;
  • libretto bancario o postale
  • carta prepagata assistita da Iban

Ovviamente bisogna che il titolare della pensione risulti anche intestatario di uno di questi strumenti, in quanto non è consentita la liquidazione su conto intestato a terzi (mentre se è cointestato va bene). Fino ad allora la pensione non verrà pagata, e le somme verranno trattenute e poi liquidate dall’Inps non appena verrà sbloccato questo passaggio.

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