Pensioni, da quando aumentano veramente? La risposta dell’Inps

Alessandro Nuzzo

24 Dicembre 2022 - 10:35

Diffusa la circolare dell’Inps che comunica l’adeguamento delle pensioni in vista del nuovo anno. Per alcuni aumenti già a gennaio, per altri bisognerà attendere.

Pensioni, da quando aumentano veramente? La risposta dell’Inps

Nel 2023 le pensioni saranno più corpose. Frutto del meccanismo della perequazione con cui ogni anno si rivalutano gli importi di tutte le pensioni al fine di adeguarli al costo della vita per proteggere il loro potere d’acquisto, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione. Per il 2023 l’aumento sarà del 7,3% come stabilito dal decreto del ministero del lavoro del 10 novembre 2022. Questo viene applicato a tutte le pensioni erogate dall’istituto, sia dirette che ai superstiti, nonché alle prestazioni d’invalidità civile e all’assegno sociale.

Gli aumenti però non scatteranno per tutti a partire da gennaio. L’Inps ha pubblicato la circolare n. 135/2022 con la quale ha adeguato gli importi dei trattamenti pensionistici o assistenziali comunicando l’indicizzazione dal 1° gennaio 2023 solo per le pensioni inserite in una specifica fascia di rivalutazione. Per le altre bisognerà attendere.

Chi riceverà per primo la pensione rivalutata

I primi a ricevere la pensione rivalutata del 7,3% saranno i trattamenti che prevedono un assegno fino a 4 volte il minimo, ovvero le pensioni lorde fino a 2.101 euro. Per loro ci sarà il 100% della rivalutazione già il 3 gennaio. Per questo primo mese però l’importo sarà ridotto del 2% che è stato già riconosciuto ai pensionati dal decreto aiuti bis dal 1° ottobre 2022 per le pensioni a settembre 2022 di importo non superiore a 2.692€. Gli aumenti a gennaio, pertanto, saranno del 5,3%. Per le altre pensioni ci sarà da attendere ancora un po’. Questo perché le altre fasce di reddito sono coinvolte nel nuovo modulo perequativo inserito nella nuova Legge di Bilancio in approvazione in Parlamento in questi giorni.

«Al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l’approvazione della legge di bilancio 2023» - fanno sapere dall’Inps.

Quando? la Legge di Bilancio dopo l’approvazione in Parlamento entro la fine dell’anno dovrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Solo allora verrà dato via libera ai ministeri di attuarla. Quindi superati i tempi tecnici l’Inps procederà all’adeguamento anche per le altre fasce pensionistiche. Nulla però sarà perduto, il primo mese utile di adeguamento i pensionati riceveranno anche gli arretrati spettanti. Insomma ci sarà solo da attendere presumibilmente qualche mese in più ma non ci saranno problemi.

Quali saranno gli importi per i trattamenti minimi? Secondo la tabella pubblicata dall’Inps i lavoratori dipendenti e autonomi da gennaio 2023 passeranno da 525,38 euro al mese a 563,74 euro. Gli assegni vitalizi da 299,49 euro al mese a 321,36 euro. La pensione sociale passerà da 386,54 euro a 414,76 euro al mese. L’assegno sociale da 469,03 € al mese a 503,27 €. Aumenti anche per le prestazioni erogate a favore degli invalidi che nel 2023 saranno fissate a a 313,91 euro al mese. Sale anche l’indennità di accompagnamento a 527,16 euro.

Le altre fasce di rivalutazione

La nuova Legge di Bilancio 2023 ha previsto una rivalutazione del 100% degli assegni sino a 4 volte il minimo Inps poi si andrà man mano a scendere. Ecco la tabella completa:

  • 85% tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo;
  • 53% tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo;
  • 47% tra le sei e le otto volte il trattamento minimo;
  • 37% tra le otto e le nove volte il trattamento minimo;
  • 32% sopra le dieci volte il trattamento minimo.

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