Pensioni, c’è una riforma “segreta” che potrebbe stravolgere la Fornero

Simone Micocci

3 Luglio 2024 - 10:20

La riforma delle pensioni si farà? Difficile bilanciare il desiderio di superare la Fornero con la garanzia di sostenibilità. Ma c’è chi afferma di aver trovato una soluzione, per adesso segreta.

Pensioni, c’è una riforma “segreta” che potrebbe stravolgere la Fornero

Sono settimane di fermento per la riforma delle pensioni, con alcuni rappresentanti della maggioranza che non sembrano essere disposti a rinunciare all’idea del superamento della legge Fornero annunciato fin dalla campagna elettorale.

A tal proposito, se da una parte fonti governative minimizzano sulla possibilità che possano esserci stravolgimenti nel breve periodo, dall’altra c’è chi invece starebbe lavorando a un progetto “segreto” che potrebbe garantire flessibilità, permettendo quindi di andare in pensione prima rispetto a oggi, ma al tempo stesso senza incidere sui conti pubblici.

Una riforma vantaggiosa e sostenibile. Sarebbe quindi la ricetta perfetta, in quanto capace di mettere insieme due dei desiderata del governo Meloni che vorrebbe sì riformare le pensioni al fine di rendere meno severe le regole imposte dalla riforma Fornero del 2011, ma al tempo stesso non può incrementare ancora la spesa pensionistica, specialmente alla luce dei nuovi vincoli di bilancio imposti dal nuovo Patto di stabilità Ue.

Nel dettaglio, è il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ad aver annunciato un progetto “segreto” che servirà a superare la legge Fornero. Non ne dà alcuna anticipazione, ma con i pochi elementi a disposizione è possibile farsi un’idea a riguardo.

Cosa sappiamo sulla riforma delle pensioni “segreta”

Massimo Garavaglia, parlamentare per la Lega che in passato ha ricoperto le cariche di viceministro dell’Economia e delle Finanze e ministro del Turismo, mentre oggi è presidente della commissione Finanze del Senato, ha parlato ad Affaritaliani.it della sua proposta di riformare le pensioni, concentrandosi più sugli obiettivi che sui dettagli ella stessa.

Nel dettaglio, ha dichiarato che sta lavorando a un progetto che “secondo lui funziona” in quanto da una parte va a risolvere il problema delle pensioni “superando la legge Fornero” mentre dall’altra non appesantisce i conti pubblici.

Anzi, spiega Garavaglia che secondo lui una tale proposta permetterebbe allo Stato anche di guadagnare. Non fornisce però ulteriori dettagli, per quanto ha aggiunto che si tratterebbe di una soluzione “già pronta” capace di partire già nel 2025.

Dai pochi elementi a disposizione è impossibile capire di cosa si tratta: verrebbe da pensare a Quota 41 per tutti, ossia alla possibilità che ogni lavoratore possa andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età, ma in tal caso non si spiegherebbe una tale segretezza dal momento che di questa misura se ne parla da anni.

Quel che è certo è che la riforma “segreta” di Garavaglia prevede una penalizzazione in uscita: non può essere altrimenti, in quanto ha dichiarato che lo Stato potrebbe persino guadagnare da una tale soluzione.

Potrebbe quindi trattarsi di una misura che, al pari dell’attuale Quota 103, prevede un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, con il lavoratore che quindi dovrebbe rinunciare alla parte calcolata con il retributivo accettando così una riduzione dell’assegno. Oppure potrebbe trattarsi di un vero e proprio taglio percentuale della pensione, con lo Stato che così potrebbe incassare da coloro che vogliono accelerare l’accesso alla pensione.

È presto quindi per sbilanciarsi, ma ciò ci dice che nella maggioranza - in particolare dalla Lega - non sembrano essersi rassegnati all’idea di dover rinunciare all riforma delle pensioni tanto proclamata in campagna elettorale.

Ma cosa serve per superare la legge Fornero?

Va detto poi che spesso il termine “superare” viene utilizzato impropriamente. La legge Fornero è stata una delle riforme più importanti degli ultimi 50 anni, non basterebbe di certo una sola misura per un ritorno al passato.

Anche perché nessuna delle soluzioni fino a oggi paventate rivedono il requisito di accesso alla pensione di vecchiaia, fermo a 67 anni. Oggetto del contendere è perlopiù l’attuale pensione anticipata che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) per accedere alla pensione. Questa sì che verrebbe superata da Quota 41 per tutti, in quanto il requisito contributivo scenderebbe a 41 anni, ma ci si ferma lì.

Adeguamento con le speranze di vita, ricalcolo contributivo dell’assegno, sono tutti aspetti sui quali un ritorno al passato non sarebbe possibile.

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