Il consulente del lavoro Giuseppe Buscema spiega a Money.it quali saranno gli effetti del nuovo tasso legale, al 5% dal 1° gennaio 2023, su stipendi e pensioni.
Il nuovo tasso d’interesse legale deciso dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti potrà far crescere l’importo di stipendi e pensioni. Il saggio, infatti, dal 1° gennaio 2023 è salito dall’1,25% al 5%. Questo ha un effetto diretto e immediato su tutti i debiti rateizzati, compresi quelli con il fisco, che costeranno di più a chi deve ripagarli.
In alcuni casi, però, ci sono ripercussioni anche sui contributi previdenziali e assistenziali, nonché sui pagamenti dei salari e degli assegni pensionistici. A chiarire a Money.it le fattispecie in cui questo può accadere è Giuseppe Buscema, esperto della Fondazione studi consulenti del lavoro.
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Cos’è il tasso di interesse legale
Il tasso d’interesse legale è il più alto tasso d’interesse che viene permesso dalle leggi nazionali e viene applicato laddove non c’è stata una pattuizione differente. Se alla sua scadenza il debito non viene pagato, cominciano a decorrere gli interessi nella misura legale.
L’aggiornamento del saggio di interesse è annuale e avviene, secondo il Codice civile, “sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno”.
Più soldi in busta paga e nella pensione?
La variazione del saggio ha quindi impatto su tutto quello che è rateizzato, a partire dal ravvedimento operoso e dai debiti con il fisco. Ci sono però, come detto, anche effetti su stipendi e pensioni.
“Anche per queste prestazioni - spiega infatti Buscema a Money.it - si applicano i principi civilistici e bisogna considerare tutti quegli che sono gli interessi moratori che il creditore chiede al debitore: se lo mette in mora e chiede gli interessi, questi sono legati al saggio legale”.
Tasso di interesse legale al 5%, gli effetti sugli stipendi
Se quindi un lavoratore non ricevesse lo stipendio entro i termini di legge e ci fosse un contenzioso, una volta chiesti gli interessi moratori, questi andrebbero pagati al 5% anziché all’1,25%. Il tasso si applica sulle sanzioni civili applicate per l’omesso o il ritardato versamento di contributi previdenziali e assistenziali. Insomma, sintetizza Buscema, “entrerebbero più soldi nelle tasche dei lavoratori, con una mora più elevata a carico dell’azienda”.
Non è però un processo automatico. “Dev’essere il lavoratore - aggiunge l’esperto - che mette in monito il datore di lavoro e gli chiede gli interessi. Qualcosa di raro: capita nel caso di conflitti tra le parti, magari quando gli stipendi non vengono versati”.
Tasso di interesse legale al 5%, Tfr più alto?
E ancora: c’è un effetto nel caso di dilazione concordata del pagamento, cosa che a volte avviene in casi di cessazione del rapporto di lavoro, cioè con il Tfr o il Tfs (per i lavoratori pubblici).
“Soprattutto in caso di cifre elevate - dice Buscema - non raramente capita che le parti concordino una dilazione, pagando un interesse uguale a quello legale, e quindi dal 2023 più dello scorso anno. Anche in questo caso al lavoratore entrano più soldi in tasca e il datore di lavoro deve pagare di più”.
Come si calcola l’effetto del tasso legale su salari e Tfr
Ma come si calcola l’eventuale interesse di mora per il non avvenuto pagamento dello stipendio o per un Tfr rateizzato? Bisogna moltiplicare l’importo del Tfr o dello stipendio annuo per il tasso di interesse legale e per i giorni di ritardo rispetto al pagamento dovuto, e poi dividere tutto per 365 (il numero di giorni in un anno).
Ad esempio se il Tfr vale 15mila euro e il pagamento avviene a 100 giorni dalla scadenza, ad oggi l’interesse varrà 205,47 euro, contro i 51,36 euro che sarebbero stati dovuti nel 2022.
Pensioni, con il tasso di interesse al 5% salgono gli assegni?
Per quanto riguarda le pensioni, se ci fosse una causa che riguarda profili di previdenza, l’interesse moratorio a cui verrebbe pagato l’importo dall’ente pensionistico terrebbe conto dell’interesse legale, risultando ad oggi più alto.
“La pensione - chiarisce il consulente del lavoro - non viene pagata in ritardo, ma il soggetto può chiedere all’ente una pensione che non gli è stata riconosciuta o una differenza di una pensione che non gli è stata riconosciuta nella misura giusta. Se gli spetta un assegno più alto, la persona avrà diritto anche agli interessi”.
Altro caso in cui l’interesse legale incide sulla pensione è quello del ricalcolo dell’assegno fatto dell’ente previdenziale. “Quando questo accade - conclude Buscema - si ricalcolano con gli arretrati gli interessi spettante al pensionato, che si riferiscono all’interesse legale. Con il nuovo saggio, quindi, ci sarebbe un guadagno per i pensionati”.
Come si calcola “l’aumento” pensionistico
Per le pensioni il calcolo dell’interesse dovuto in caso di pagamenti sbagliati o ridefinizione dell’assegno, è simile a quello relativo agli stipendi. Bisogna moltiplicare l’importo della pensione annua per il tasso di interesse legale e per i giorni di maturazione dell’interesse, e poi dividere tutto per 365 (il numero di giorni in un anno).
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