L’Inps avvia i controlli per i pensionati italiani residenti all’estero. Ecco il calendario delle scadenze da rispettare se si vuole scongiurare lo stop dei pagamenti.
Con il messaggio n. 890 del 2025, l’Inps ha comunicato le scadenze per le procedure di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati che riscuotono all’estero. Si tratta, secondo i più recenti dati Inps, di oltre 310 mila persone che hanno scelto di godere della loro pensione all’estero, spesso incentivati da un migliore regime fiscale che aumenta l’importo netto percepito a parità di lordo.
Indipendentemente dal Paese in cui ci si è trasferiti per prendere la pensione - qui un elenco di quelle che sono le mete più ambite dai pensionati italiani - ogni anno bisogna dare prova della propria esistenza in vita nel rispetto delle scadenze previste dalla normativa, pena lo stop dei pagamenti.
A occuparsene è Citibank N.A. in quanto fornitore del servizio di pagamento delle pensioni al di fuori del territorio nazionale. A tal proposito, nelle prossime settimane inizierà la prima fase della verifica che si concentrerà su alcuni Paesi, mentre per il secondo gruppo bisognerà aspettare fino a settembre.
A tal proposito, ecco tutto quello che c’è da sapere sull’avvio della procedura per la verifica dell’esistenza in vita dei pensionati trasferiti all’estero, quali sono le scadenze, come funziona l’accertamento e in quali casi si rischia lo stop della pensione.
Quali sono i pensionati “controllati”
Come anticipato, sono soggetti alla verifica da parte dell’Inps tutti quei pensionati che percepiscono la pensione al di fuori del territorio italiano. Tuttavia, alcuni di questi sono esclusi dall’accertamento in quanto i loro dati anagrafici e di decesso vengono già verificati tramite scambi telematici con enti previdenziali esteri. È il caso, ad esempio, di chi riceve una pensione anche dagli enti previdenziali di Polonia, Germania, Svizzera, Francia, Belgio, Australia e Paesi Bassi.
Sono esclusi anche i pensionati che hanno riscosso personalmente almeno una rata della pensione presso gli sportelli Western Union in prossimità dell’avvio della verifica, poiché il ritiro in contanti - come vedremo anche di seguito - costituisce già una prova di esistenza in vita. Infine, non devono preoccuparsi della verifica coloro le cui pensioni risultano già sospese per mancata attestazione in una precedente campagna di controllo.
Il calendario con le scadenze
Il processo di verifica si articola in due fasi distinte, in base alla residenza del pensionato.
La prima fase riguarda i pensionati residenti in America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi. Citibank invia la richiesta di attestazione a partire dal 20 marzo 2025, e i pensionati devono restituire la documentazione entro il 15 luglio 2025.
La seconda fase coinvolge i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania. In questo caso, le comunicazioni partono il 17 settembre 2025 e il termine per la restituzione della documentazione è fissato al 15 gennaio 2026.
Come dimostrare l’esistenza in vita
Ci sono diverse modalità per la verifica dell’esistenza in vita. Ad esempio, attraverso la restituzione del modulo cartaceo inviato da Citibank, il quale deve essere compilato, firmato e controfirmato da un testimone accettabile, come può essere un rappresentante consolare o un’autorità locale abilitata.
In alternativa, i pensionati residenti in alcuni Paesi possono utilizzare strumenti digitali, come il portale web di Citibank o il servizio di videochiamata con le rappresentanze consolari, per attestare la loro esistenza in vita in modalità telematica.
Per chi preferisce o non può avvalersi delle modalità sopra indicate, è possibile fornire la prova di esistenza in vita tramite la riscossione personale della pensione presso un’agenzia Western Union. In questo caso, il ritiro del pagamento costituisce automaticamente una verifica, esonerando il pensionato dall’invio del modulo cartaceo.
Casi particolari
Nel caso di pensionati che - a causa di gravi condizioni di salute o altre situazioni particolari - non possono seguire la procedura standard, sono previste modalità alternative di attestazione.
Coloro che risiedono in istituti di cura o sono impossibilitati a spostarsi possono far compilare il modulo da un medico responsabile delle cure, da un funzionario della struttura sanitaria o da un tutore legale, allegando una dichiarazione su carta intestata che confermi la loro condizione.
Per quelli reclusi in istituti di detenzione, invece, l’attestazione può essere firmata dalla direzione dell’istituto carcerario.
Cosa si rischia se non vengono rispettate le scadenze
Laddove il pensionato non restituisca l’attestazione entro la scadenza prevista, il pagamento della pensione sarà localizzato presso gli sportelli Western Union nel mese successivo. In particolare, per i pensionati della prima fase, il pagamento avverrà in contanti ad agosto 2025, mentre per quelli della seconda fase avverrà a febbraio 2026.
Qualora il pensionato non ritiri personalmente la somma presso Western Union entro il 19 agosto 2025 o il 19 febbraio 2026, la pensione verrà sospesa a partire, a seconda del gruppo di Paese di cui si fa parte, rispettivamente dalla rata di settembre 2025 o marzo 2026.
Cosa fare se la pensione è stata sospesa
Se la pensione viene sospesa per mancata attestazione dell’esistenza in vita, il pensionato deve contattare la sede Inps di riferimento per richiedere la riattivazione del pagamento.
Per ottenere la riemissione delle rate arretrate, è necessario presentare una prova valida di esistenza in vita, allegando una copia di un documento di identità e specificando le modalità di pagamento richieste. La sede Inps procederà con i controlli necessari prima di autorizzare il ripristino dei pagamenti.
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