Sei andato in pensione nel 2024? Attenzione, per te ci sono cattive notizie per quanto riguarda la tredicesima. Pessime per chi ha smesso di lavorare grazie all’Ape Sociale.
Verrà messa in pagamento il 2 dicembre prossimo la tredicesima sulla pensione, l’importo aggiuntivo che si va ad aggiungere al cedolino di dicembre, dal quale - e questa è una buona notizia - non vengono sottratte le addizionali regionali e comunali, con un incremento del netto a parità di lordo.
Va detto però che per la tredicesima della pensione le regole di calcolo sono le stesse di quelle previste per i lavoratori dipendenti: ciò significa che il pensionato ne matura una certa parte per ogni mese in cui risulta essere titolare della prestazione sulla quale viene riconosciuta. Questo significa che l’importo spetta per intero, ed è pari solitamente al lordo del cedolino di dicembre, salvo casi particolari di cui parleremo di seguito, nel solo caso di coloro che risultano titolari di pensione da più di un anno.
Brutte notizie, quindi, per chi ha smesso di lavorare nel 2024: per loro la tredicesima sulla pensione avrà un importo ridotto, per quanto comunque va detto che i mesi non pagati non sono comunque andati persi.
Tredicesima e pensioni, brutte notizie per chi ha smesso di lavorare quest’anno
Il calcolo della tredicesima segue generalmente le regole previste per i lavoratori dipendenti. Di fatto il pensionato ne matura 1/12 calcolato su ogni pensione pagata tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dell’anno di riferimento.
Su ogni rateo mensile viene dunque accantonato lo 0,083 di quanto percepito: ad esempio, per chi prende 1.000 euro di pensione lorda ne spettano 83 euro per ogni mensilità percepita. Quanto maturato ogni mese contribuisce quindi al valore finale della tredicesima.
Per questo motivo, nel caso in cui non ci siano state variazioni dell’importo nel corso dell’anno - si pensi ad esempio a chi nel frattempo ha beneficiato di un ricalcolo della pensione per la richiesta di supplemento, quello strumento che permette ai pensionati che continuano a lavorare di valorizzare i nuovi contributi versati - la tredicesima ha generalmente un valore lordo pari a quello dell’ultimo assegno di pensione.
Riprendiamo l’esempio di cui sopra: se il pensionato è titolare di assegno già dallo scorso anno e nel corso del 2024 non ha avuto variazioni, allora l’importo della tredicesima sarà pari alla pensione. Ma attenzione, vale solo per l’importo lordo: il netto infatti è leggermente più basso in quanto sulla tredicesima si applica una tassazione leggermente differente, in quanto ad esempio non vengono riconosciute le detrazioni per redditi da pensione che riducono l’Irpef dovuta.
Diversamente, ci sono cattive notizie per chi ha smesso di lavorare quest’anno dal momento che non ha maturato la tredicesima piena, ma ridotta per il numero di ratei percepiti. Pensiamo a chi è andato in pensione a maggio 2024, che quindi avrà maturato solo 8 mesi di tredicesima. Mentre il cedolino di dicembre ha un importo pari a 1.000 euro, la pensione “aggiuntiva” sarà appena superiore a 665 euro.
Va detto, comunque, che per coloro che hanno lavorato nei mesi in cui non risultavano essere ancora titolari di pensione la tredicesima per le prime mensilità dell’anno è già stata pagata: solitamente nell’ultima busta paga, tra le competenze di fine rapporto, figurano infatti anche i ratei di tredicesima maturati fino a quel momento che in condizioni normali sarebbero stati liquidati con la busta paga di dicembre.
Pessime notizie per chi ha smesso di lavorare grazie all’Ape Sociale
Attenzione però perché c’è una categoria che è maggiormente svantaggiata. Chi ha smesso di lavorare ricorrendo all’anticipo pensionistico, conosciuto come Ape Sociale, non beneficerà neppure di un importo ridotto della tredicesima.
Per quanto questa misura consenta di smettere di lavorare in anticipo, già all’età di 63 anni e 5 mesi, non va considerata una vera e propria forma di accesso alla pensione, ma solo di accompagnamento alla stessa. Nel periodo che manca al raggiungimento della pensione di vecchiaia, quindi fino al compimento dei 67 anni, chi ha avuto accesso all’Ape Sociale percepisce un’indennità sostitutiva erogata dallo Stato pari all’importo di pensione maturato fino a quel momento, comunque entro un limite massimo di 1.500 euro lordi. E soprattutto non spetta alcuna tredicesima, dal momento che l’Ape Sociale viene pagata solo per 12 mensilità (come ad esempio vale per altre misure, come ad esempio per l’indennità di accompagnamento).
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