Pensioni, via libera all’aumento del 2,2%: ecco come cambia l’importo

Simone Micocci

04/08/2022

Anticipata la rivalutazione delle pensioni con il decreto Aiuti bis. Ecco come cambia l’importo degli assegni.

Pensioni, via libera all’aumento del 2,2%: ecco come cambia l’importo

È tutto fatto: il decreto Aiuti bis approvato dal consiglio dei ministri aumenta l’importo delle pensioni, così da contrastarne la perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione.

Il nuovo importo delle pensioni avrà decorrenza da ottobre 2022 e con il primo pagamento utile verranno riconosciuti anche gli importi arretrati. Il merito è della decisione del presidente Mario Draghi di anticipare la rivalutazione attesa nel 2023, come pure di riconoscere fin da subito la differenza rilevata tra il tasso provvisorio accertato per il 2021 e quello definitivo. Nel gennaio scorso, infatti, le pensioni sono state adeguate al tasso d’inflazione rilevato dall’Istat, pari all’1,7%; ma si trattata vi una percentuale provvisoria, in quanto successivamente è stato accertato un tasso definitivo dell’1,9%.

Come da normativa, la differenza dello 0,2% doveva essere applicata sulla pensione da gennaio 2023, con il riconoscimento degli arretrati per gli ultimi 12 mesi. Tuttavia, la situazione attuale ha richiesto degli interventi straordinari ed è per questo che il governo oltre a riconoscere fin da subito tale differenza ha anche deciso di anticipare la rivalutazione attesa nel 2023, applicando per il momento un tasso provvisorio del 2%.

Come funziona la rivalutazione delle pensioni

Il meccanismo che rivaluta le pensioni tenendo conto del costo della vita è molto semplice da capire. Il tasso rilevato dall’Istat, infatti, si applica direttamente sull’importo della pensione percepita, il quale viene dunque aumentato al pari dell’andamento dei prezzi.

Ciò vale, però, solamente per le pensioni inferiori a un certo importo, ossia alle quattro volte il trattamento minimo (515,58 euro nel 2022). Per le pensioni più elevate, invece, si applica un tasso di rivalutazione parziale, così da evitare incrementi spropositati.

Nel dettaglio, dall’1 gennaio 2022 è tornato in vigore un sistema a tre fasce, dove appunto è previsto un incremento del 100% del tasso di rivalutazione per gli assegni che non superano di quattro volte il trattamento minimo (2.062,00 euro), mentre tra le quattro e le cinque volte (ossia fino a 2.577,90 euro) l’aumento è del 90% del tasso. Infine, quando l’importo della pensione è elevato a tal punto da superare di cinque volte il trattamento minimo, quindi sopra i 2.577,90 euro circa, l’aumento è del 75%.

Pensioni, di quanto aumentano con la rivalutazione del 2,2%

Straordinariamente, dunque, con il decreto Aiuti bis viene prevista una seconda rivalutazione annua dopo quella già effettuata nel gennaio 2022, per un tasso del 2,2% che, come anticipato, sarà così costituito:

  • 2% a titolo di anticipo della rivalutazione attesa nel 2023, per la quale è previsto un tasso intorno all’8%;
  • 0,2% a titolo di conguaglio della rivalutazione effettuata nel 2022, vista la differenza tra il tasso provvisorio applicato (1,7%) e quello definitivo accertato (1,9%).

Ma concretamente, di quanto aumenta la pensione? Basta tener conto dei suddetti scaglioni di reddito e applicarvi la percentuale di rivalutazione prevista, ricordando che solo per le pensioni sotto i 2.000 euro (circa) si applica un tasso al 100%.

Ad esempio, per una pensione di 1.000 euro è previsto un incremento di 22 euro al mese, quindi 66 euro in più considerando l’intero periodo (da ottobre a dicembre). Per una pensione di 2.000 euro, invece, l’incremento sarebbe di 44 euro mensili, 132 euro per l’intero periodo.

Salendo d’importo, però, il tasso di rivalutazione applicato si riduce. Ad esempio, una pensione di 2.200 euro viene aumentata del 90% del tasso individuato, quindi solo dell’1,98%. Ciò si traduce in un aumento di 43,50 euro, ossia meno - seppur di poco - rispetto a quanto spetta su una pensione di 2.000 euro.

Sopra i 2.500 euro, invece, la rivalutazione è del 75% del tasso, ossia dell’1,65%. Una pensione di 3.000 euro lordi, quindi, godrebbe per i prossimi sei mesi di un incremento di 49,50 euro.

Pensioni, cosa succede nel 2023?

La rivalutazione sarà quindi anticipata a data 1° ottobre 2022, ma in misura solamente parziale.

Con la pensione pagata a gennaio 2023 ci sarebbe poi una nuova rivalutazione, in base al tasso accertato per i 12 mesi precedenti. Da questo, ovviamente, verrebbe sottratta la parte di rivalutazione già riconosciuta dal decreto Aiuti.

Facciamo un esempio: mettiamo il caso che l’Istat rilevi un aumento dei prezzi dell’8%. In tal caso la rivalutazione sarebbe solamente del 6%, in quanto verrebbe sottratto quel 2% già applicato sugli assegni.

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