L’UE allenta le norme sulle emissioni inquinanti delle auto e, di fatto, allontana la realizzazione del sogno elettrico. Quali novità per i produttori auto europei in crisi?
La strategia UE per una concreta conversione alle auto elettriche continua a subire slittamenti. Le ultime notizie che arrivano da Bruxelles sul tema raccontano di un ulteriore rinvio di un obbligo cruciale, quello per i produttori auto di rispettare i canoni di emissione di CO2 per veicoli e furgoni entro un anno.
Nello specifico, la Commissione allenterà le norme sulle emissioni delle auto a combustione interna, consentendo al settore di evitare multe ingenti per aver ritardato la transizione ai veicoli elettrici.
L’UE ha così ceduto alle pressioni delle case automobilistiche europee, concedendo loro tre anni, anziché uno solo, per rispettare i nuovi obiettivi sulle emissioni di CO2.
Quest’anno l’Unione Europea ha abbassato notevolmente il limite massimo delle emissioni di anidride carbonica nel settore automobilistico, il che significa che almeno un quinto di tutte le vendite della maggior parte delle case automobilistiche deve riguardare veicoli elettrici (EV) per evitare pesanti multe. L’obiettivo finale è di raggiungere zero emissioni nel 2035.
Tuttavia, la svolta reale continua a essere rimandata. Il sogno elettrico è un incubo per l’UE?
UE più indulgente sulle emissioni auto di CO2, veicoli elettrici più lontani?
Dopo aver incontrato i dirigenti del settore automobilistico, sindacati e gruppi di attivisti, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato che entro la fine del mese di marzo l’esecutivo dell’UE proporrà di consentire la conformità ai nuovi e più stringenti limiti di emissione CO2 in un periodo di tre anni, anziché entro il 2025.
Un compromesso considerato necessario a Bruxelles visto che, per raggiungere gli obiettivi ed evitare le relative sanzioni, sarebbe necessario vendere più veicoli elettrici, ma le case automobilistiche europee sono in ritardo rispetto ai rivali cinesi e statunitensi e poco propense ad accelerare la svolta.
Secondo Ursula von der Leyen, la Commissione europea manterrà il divieto sulle auto a benzina a partire dal 2035, ma garantirà flessibilità nei prossimi tre anni per quanto riguarda il modo in cui i produttori di automobili si conformeranno ai nuovi e più severi obiettivi sulle emissioni di CO2 che entreranno in vigore quest’anno.
La Commissione europea manterrà il divieto di vendita di auto a combustione interna a partire dal 2035, ma offrirà maggiore flessibilità nei prossimi tre anni per quanto riguarda gli obiettivi di CO2.
Secondo le norme, concepite nell’ambito della transizione verde dell’Unione, le nuove auto e i nuovi furgoni dovranno ridurre le emissioni inquinanti del 15% rispetto ai livelli del 2021. Pena, il pagamento di multe.
L’Associazione europea dell’industria automobilistica (ACEA) aveva precedentemente stimato una perdita complessiva di 16 miliardi di euro se le sanzioni del 2025 non fossero state rinviate. La Volkswagen, per esempio, ha affermato che quest’anno si aspetta un impatto di 1,5 miliardi di euro per conformarsi alle nuove norme sulle emissioni.
Con il nuovo regime flessibile, le sanzioni saranno imposte solo nel 2027, consentendo alle aziende che non raggiungono gli obiettivi in un anno di compensare negli anni successivi ed evitare i pagamenti.
Quale destino per le auto elettriche in UE?
Avere più tempo per conformarsi ai limiti di inquinamento dei veicoli e, quindi, ritardare la spinta alle auto elettriche sembra essere la strada preferita dall’UE, che continua a scegliere di volare basso in questa rivoluzione green.
Le case automobilistiche europee sono senza dubbio coinvolte in una crisi dai tanti volti, con la domanda in calo, la ripresa economica incerta, la concorrenza cinese spietata, l’ombra dei dazi USA.
L’Italia e la Repubblica Ceca, che avevano spinto per un allentamento delle sanzioni, hanno accolto con favore la proposta. Il ministro dell’Industria italiano Adolfo Urso ha affermato che ciò significava che l’industria automobilistica europea era stata salvata, sebbene il ministro dei Trasporti ceco Martin Kupka abbia affermato che il suo Paese avrebbe spinto per una proroga di cinque anni.
Sigrid de Vries, direttore generale di ACEA, ha commentato che la proposta era positiva, ma che raggiungere gli obiettivi sarebbe stato comunque molto impegnativo. Matthias Zink, presidente dell’associazione europea dei fornitori di automobili CLEPA, ha parlato di un “sollievo limitato”.
L’ACEA, che aveva chiesto una proroga più lunga, ha affermato che il settore si è trovato in un contesto avverso, con tagli drastici dei prezzi, riduzione della produzione e ascesa del produttore statunitense di auto elettriche Tesla e dei produttori cinesi di veicoli elettrici.
Il gruppo di ricerca e campagna sui trasporti T&E ha però descritto la proposta come un regalo senza precedenti all’industria automobilistica, che lascerebbe l’Europa ancora più indietro rispetto alla Cina.
“La chiave per la competitività è riuscire a produrre veicoli elettrici a un prezzo che i consumatori di massa desiderano. È quello che hanno fatto i cinesi”, ha affermato il direttore esecutivo di T&E William Todts. “Rimandare questo in Europa non vi rende più competitivi.”
L’esecutivo dell’UE intende pubblicare a breve il suo piano d’azione per il settore automobilistico, per garantire che i produttori di automobili dell’UE possano elettrificare le loro flotte e competere con i concorrenti più avanzati. Intanto, però, il sogno elettrico diventa sempre più nebuloso.
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