Cambia l’esperienza, cambia il suono, si moltiplica la cura da dedicare alla musica. Ma i giradischi non sono tutti uguali: ecco i migliori, per fasce di prezzo
La musica ha sempre esercitato un grande fascino sull’essere umano, costantemente a cavallo tra passatempo imprescindibile delle nostre vite e vera e propria passione. E uno dei modi migliori per usufruirne onorando questo secondo concetto è sicuramente quello di ascoltarla con uno strumento apparentemente vetusto, ma che così non è. Stiamo parlando del giradischi.
Accedere alla musica è diventato generazione dopo generazione, decennio dopo decennio, e ormai anno dopo anno, sempre più facile. Con la digitalizzazione ai massimi livelli, chiunque può disporre di cataloghi di migliaia di canzoni a cifre contenute e sostanzialmente senza alcuno spreco di spazio sui nostri scaffali e nelle nostre credenze. Eppure il giradischi continua a rappresentare il non plus ultra per chi vuole vivere l’esperienza dell’ascolto con un coinvolgimento che nessun bitrate e nessun impianto HiFi iper tecnologico potrà mai regalare. Vediamo perché.
Perché il giradischi è la scelta obbligata per chi ama la musica
Innanzitutto, il rituale. Far partire la nostra consueta playlist digitale è operazione che richiede un clic. Saltare una o intere tracce che in quel momento non ci interessano, anche. Riascoltare una, due, dieci volte l’assolo che ci fa venire i brividi, pure. Con il giradischi, invece, bisogna estrarre con grande cura il disco dalla sua custodia, appoggiarlo sul piatto con attenzione, posizionare l’ago. Solo a quel punto inizierà il nostro ascolto, che per forza di cose non rappresenterà un mero sottofondo ad altre attività. Chi sceglie di «mettere su la musica» in questo modo, lo fa non per sentirla: lo fa per ascoltarla. Realmente.
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Il suono, poi, è diverso. Questo è un vecchio cliché degli amanti del vinile, ma è la stessa scienza a dimostrare che è tutto vero. La qualità audio digitale dà infatti pari importanza a tutte le frequenze, soprattutto negli ultimi anni (in cui la compressione necessaria per gli mp3 è stata definitivamente superata). Il giradischi invece regala una struttura diversa, e potremmo dire un’anima specifica, a ogni singolo strumento che si trova a riprodurre. I bassi sono morbidi, gli alti aperti, i medi dolci. E, soprattutto, non è l’amplificatore a fare il grosso del lavoro. Il suono proviene infatti direttamente dalla puntina, ed è quindi «fisico». Qualcosa che, oggi, non ha pari.
Una passione che richiede attenzione e cura
Un disco in vinile, con tutti i suoi solchi che lo rendono potenzialmente unico sebbene frutto della distribuzione di massa, richiede una cura e quasi un affetto tutto suo. La cosa è risaputa, ed esistono diversi metodi per prolungarne la vita. Anche il giradischi, però, va saputo tenere. La manutenzione infatti è fondamentale, trattandosi di un meccanismo di precisione in continuo movimento, in cui tutte le parti sono soggette a vibrazioni. Ciclicamente bisogna verificare che le tarature della sospensione siano ancora ottimali, e che viti e bulloni siano ancora perfettamente serrate (non troppo poco, ma nemmeno troppo). Il tappetino deve poi essere sempre pulito, facendo attenzione a non rovinarlo. Lo stesso vale per la cinghia e per braccio e testina. Per non correre rischi, l’ideale è procurarsi spazzole e pennellini specifici per queste operazioni.
Quale giradischi è però il caso di procurarsi se si è un novello appassionato, un mero curioso o un cultore di vecchia data di uno strumento che vuole ora riscoprire? Le risposte, inevitabilmente, sono molteplici. A seconda delle nostre esigenze, e della qualità che stiamo cercando, il mercato offre infatti svariate possibilità. Se poco conosciamo questo mondo possiamo dotarci di apparecchi assolutamente funzionali spendendo anche meno di 100 euro. Il top di gamma, però, può arrivare anche a superare le migliaia. Ecco quindi qualche consiglio.
I migliori giradischi, a buon mercato
Per chi bada al sodo, ma cerca comunque un prodotto di buona qualità, un’ottima scelta è il giradischi Mersoco a tre velocità. Può quindi riprodurre vinili a 33, 45 e 78 giri, presenta dimensioni contenute, un’estetica gradevolmente vintage e funzionalità complete a un prezzo assolutamente modico.
Salendo di fascia di prezzo troviamo l’opzione ION Audio Max LP, elegante con il suo case in legno, ma funzionale grazie agli altoparlanti integrati, e anche tecnologico. Con il suo software ION EZ Viniyl/Tape Converter permette infatti di convertire i brani dei vinili in versione digitale. Basta lanciare il comando, poi farà tutto da solo.
Per chi ha esigenze un po’ più alte, il consiglio è di dare un’occhiata allo Stir It Up di House of Marley. Nato da un progetto di Rohan Marley, figlio nientemeno che di Bob, è completamente ecosostenibile (il case è di legno di bambù), ma all’avanguardia grazie all’esclusiva cartuccia a magnete mobile prodotta da Audio-Technica. Include anche un ingresso USB per la conversione dei vinili, e il bluetooth versione 4.2 per una riproduzione di qualità in tutta la casa.
Ma restando in casa Audio-Technica, se le proprie esigenze sono ancora più sofisticate c’è l’opzione AT-LP120X. Erede spirituale dell’LP-120, un punto di riferimento per gli amanti dei giradischi, qui troverete un pre-amplificatore integrato di altissima qualità, un motore a trazione diretta e un elegante braccio a «S», dotato di testina AT-VM95E. Anche qui non manca la porta USB, per chi volesse digitalizzare la propria musica dal vinile.
Il massimo per chi ama i giradischi: due proposte da urlo
Siete pronti a esagerare? E allora valutate di buttarvi su un nome che certamente già conoscete: Pioneer. Famosissima negli anni ’80 e ’90 per i suoi impianti stereo di assoluta avanguardia, l’azienda di Kawasaki ha mantenuto i propri standard agli stessi livelli anche oggi. Lo dimostra il suo PLX1000, giradischi che va per la maggiore tra i DJ più di successo in ogni angolo del Globo. Qui potrete usufruire di un braccio a «S» a bilanciamento statico, un sistema di frenata elettronico e soprattutto un motore a tre fasi a trazione diretta. Il tutto a un prezzo senza paragoni con chi offre le stesse funzionalità.
Se poi non vi basta neppure questo, e siete disposti ad aggiungere un ulteriore zero, potete restare in Giappone e spostarvi in casa Technics. Il marchio della Panasonic offre attualmente il top di gamma del settore con il suo SL 1210 MK7. Perché? Anche qui troviamo un braccio a «S», ma con sistema di sospensione dalla protezione millimetrica. Il telaio invece presenta rinforzi in fibra di vetro, rendendo impossibile ogni tipo di risonanza. Il solo piatto pesa 1,71 kg, con una rotazione quindi al massimo livello di regolarità. E il motore, a trazione diretta, presenta una velocità di frenata regolabile su quattro livelli diversi. Di più, ora come ora, non si può.
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