In Corea del Sud il sistema per contare l’età è differente, per cui tutti hanno un anno in più rispetto al sistema internazionale. Ecco perché.
Più vecchi di un anno in Corea del Sud. Potrebbe essere scontato calcolare l’età a partire da quando un bambino viene al mondo, ma non è così e il conteggio dell’età avviene diversamente nel Paese sudcoreano, dove un neonato ha già un anno.
È questo il metodo tradizionale ancora oggi in uso in Corea, ma non è l’unico. Accanto a questa tradizione vi sono altre usanze nel contare l’età che possono far guadagnare un altro anno in più, per cui una persona di 25 anni, in Corea potrebbe avere 26 o 27 anni.
L’età in Corea è effettivamente un dato importante che stabilisce rapporti gerarchici all’interno della comunità, infatti, se si ha a che fare con una persona più anziana i termini e gli appellativi devono essere diversi. Eppure, il paradosso nel conteggiare in maniera diversa l’età potrebbe presto cambiare.
Infatti, il presidente neoeletto Yoon Suk-yeol sta promuovendo l’abolizione di questo metodo di conteggio secolare, cercando di standardizzare il modo in cui viene conteggiata l’età per portare la Corea del Sud in linea con il resto del mondo. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo particolare aspetto della tradizione sudcoreana,
Chi abita in Corea del Sud ha un anno in più: ecco perché
Il sistema per calcolare l’età in Corea del Sud è completamente diversa da quella internazionale. Se in Italia, come nel resto del mondo, si comincia a contare l’età al momento della nascita del neonato, secondo il metodo tradizionale in Corea un neonato ha già un anno, in quanto si comincerebbe e a contare dal momento del concepimento. Per cui una persona che in Italia ha 25 anni dovrebbe averne 26 in Corea. La tradizione coreana per la misurazione dell’età ha radici antichissime, trae le sue origini dalla Cina.
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A questa però si affianca un altro metodo di calcolo, secondo il quale bisogna attribuire un anno in più al primo giorno dell’anno, quindi a Capodanno tutti diventano più vecchi di un anno in più. Con questo metodo quindi un bambino nato a dicembre 2020 avrà due anni entro gennaio 2022, anche se non ha ufficialmente compiuto i due anni fino al suo mese di nascita.
In realtà in Corea esiste un terzo sistema per calcolare l’età, ossia il metodo internazionale, introdotto solo nel 1992, utilizzato in alcune pratiche amministrative, ma poco adoperato dalla popolazione e dalle istituzioni, causando non pochi problemi. Infatti, i sistemi tradizionali di calcolo sono ad esempio impiegati per il servizio obbligatorio militare e anche nelle indagini per i reati di violenza sessuale.
L’età in Corea: la proposta per ringiovanire tutti di un anno
Il paradosso di essere più vecchi di un anno in Corea del Sud potrebbe presto cambiare. Se in corea dal 1992 è in vigore il sistema internazionale, questo è poco utilizzato nel Paese delle lunghe tradizioni. Per questo motivo il presidente neoeletto Yoon Suk-yeol sta promuovendo l’abolizione di questo metodo tradizionale per calcolare l’età, cercando quindi di standardizzare il modo in cui viene conteggiata l’età nel Paese.
L’amministrazione del neopresidente ha ammesso che i diversi metodi per calcolare l’età hanno portato a “confusione persistente” e “costi sociali ed economici non necessari”. Infatti, alcuni cittadini hanno cercato di manipolare il sistema di registrazione delle nascite, temendo che i loro bambini nati a dicembre fossero svantaggiati a scuola e nella vita in futuro. A questo poi bisogna aggiungere il caos creatosi durante la pandemia per la somministrazione dei vaccini; infatti, le autorità sanitarie hanno utilizzato l’età internazionale e l’età coreana in modo intercambiabile, generando molta confusione.
La nuova proposta sembrerebbe quindi essere stata ampiamente accolta da una buona parte della popolazione, ma gli esperti sono ancora scettici e dubbiosi sul fatto che l’abolizione del sistema tradizionale sarà effettivamente introdotta.
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