La recessione ci sarà o no? Colpirà l’Europa o gli Stati Uniti? Domanda alle quali cercano di dare risposte gli analisti e gli osservatori. Intanto, si diffonde un clima di maggiore ottimismo.
Si può evitare una recessione? Il quesito si sta diffondendo in diversi contesti europei e statunitensi, in una crescente consapevolezza che forse, nonostante lo scenario incerto della guerra e la crisi energetica non risolta, il peggio si possa evitare.
L’ultima voce di questo coro più aperto a previsioni positive è stata del commissario europeo all’Economia Gentiloni. L’Europa ha l’opportunità di evitare una recessione profonda e prolungata anche se la situazione economica rimane incerta, ha dichiarato.
Ma è davvero così? E negli Usa, con la Fed ancora pronta ad alzare i tassi seppure in modo meno aggressivo?
Cosa suggeriscono alcuni esperti al riguardo e perché ci sono opportunità affinché la recessione nel mondo venga evitata.
La recessione sta per arrivare? Forse no
Gli economisti di Goldman Sachs si aspettano una contrazione dell’economia della zona euro nel quarto trimestre, ma ora prevedono un leggero aumento nel primo trimestre. Per il 2023 nel suo complesso, il team si aspetta che il Pil crescerà dello 0,6%, contro una precedente previsione di un calo dello 0,1%.
Ci sono tre ragioni fondamentali che sostengono questa previsione più ottimista. Una è che il settore industriale è stato sorprendentemente resiliente. Un’altra è che i prezzi del gas naturale hanno continuato a diminuire drasticamente. E infine, la Cina sta riaprendo prima del previsto.
L’Europa è salva dalla recessione? Non del tutto, ma per alcuni versi le nubi sembrano meno nere. Certo, si prevede che la Germania e l’Italia siano ancora sull’orlo della recessione, a causa della loro precedente dipendenza dalle importazioni di gas russo. Ma Francia e Spagna hanno fonti energetiche più diversificate e sono anche economie ad alta intensità di servizi.
Non solo, il membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea Mario Centeno ha affermato che l’economia dell’area dell’euro sta andando meglio di quanto molti si aspettavano di fronte all’inflazione record e alla crisi energetica scoppiata dopo che la Russia ha attaccato l’Ucraina.
“L’economia ci ha sorpreso trimestre dopo trimestre”, ha detto. “Il quarto trimestre in Europa sarà molto probabilmente ancora positivo. Forse saremo sorpresi anche nella prima metà dell’anno”.
Il più grande segno di sovraperformance è arrivato la scorsa settimana, quando la Germania ha sfidato le previsioni di contrazione della produzione negli ultimi tre mesi del 2022. La più grande economia europea potrebbe ora evitare del tutto una recessione, offrendo speranza alla regione dell’euro a 20 nazioni.
Gli ha fatto eco il commissario Gentiloni:
“Siamo riusciti a ridurre la dipendenza energetica, i prezzi dell’energia sono scesi in modo significativo e l’inflazione ha raggiunto il picco alla fine dello scorso anno in Europa, quindi c’è la possibilità di evitare una profonda recessione e forse di entrare in una contrazione più limitata e superficiale”
Evitare una profonda recessione dipende dalle politiche dell’Europa, non solo dalle tendenze globali, ha affermato, aggiungendo di essere ottimista sul fatto che il blocco possa limitare le conseguenze della crisi energetica.
Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe aveva già sostenuto che l’area dell’euro si trova in una posizione molto resiliente ed è probabile che quest’anno eviti la recessione con un livello di crescita molto basso.
In sintesi: una Cina che riapre e spinge per accelerare la crescita, il prezzo del gas che cala e lo sforzo di diversificazione energetica continua possono salvare l’Europa dallo scenario peggiore, al massimo con una crescita bassa, ma non da recessione.
La Fed salverà gli Usa dalla recessione?
Sul fronte Stati Uniti potrebbe farsi strada il cosiddetto atterraggio morbido, ovvero la strategia Fed che combatte l’inflazione con tassi in rialzo, ma utilizza prudenza ed evita la recessione.
Alcuni segnali di ottimismo in questo senso ci sono e li ha elencati in una sua analisi Federico Rampini, sul Corriere della Sera. Il punto è che la Federal Reserve potrebbe iniziare a moderare l’uso degli aumenti dei tassi, confortata da almeno due fattori:
“da sei mesi consecutivi l’inflazione americana continua a calare: l’aumento di dicembre nell’indice dei prezzi al consumo è stato del 6,5% annuo, rispetto a un picco del 9% raggiunto nel mese di giugno dell’anno scorso...L’economia americana continua a generare nuova occupazione, le assunzioni al netto dei licenziamenti sono state di 223.000 unità a dicembre. È un dato positivo, che continua a far scendere il tasso di disoccupazione (attualmente al 3,5% negli Usa) e al tempo stesso il ritmo delle nuove assunzioni si sta calmando (a novembre era stato di +256.000).”
Tradotto: c’è un’economia forte, ma non surriscaldata e si può evitare la spirale salari-prezzi.
Gli scenari restano incerti. Forse, a detta di alcuni analisti, in questa incertezza non entrerà la recessione in modo così netto e brutale. Diversi fattori avversi, però, non mancano: dall’incognita guerra all’andamento reale dell’economia cinese, fino alla percezione di fiducia di imprese e consumatori. La recessione di può evitare, negli Usa come in Europa, ma condizioni positive devono concretizzarsi e restare.
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