Perché il mercato azionario non può crollare (almeno per ora)

Claudia Cervi

13/09/2023

L’economia resiste più del previsto agli allarmi di recessione. Ecco perché è ancora presto scommettere contro il mercato azionario, ma attenzione a questi segnali.

Perché il mercato azionario non può crollare (almeno per ora)

Nel contesto attuale, il mercato azionario mostra una sorprendente resilienza di fronte a potenziali crolli imminenti. Nonostante le incertezze che hanno caratterizzato il 2023, le previsioni di una recessione a breve termine non si sono materializzate. Gli esperti suggeriscono che l’effetto del considerevole stimolo fiscale degli ultimi anni non abbia ancora pienamente influenzato l’economia, e ciò è supportato dalla stabilità delle correlazioni settoriali nell’S&P 500.

Vediamo nel dettaglio perché sembra che il mercato azionario non sia destinato a crollare nel breve termine.

Focus sui fondamentali e non su macroeconomia

Nicholas Colas, co-fondatore di DataTrek Research, è convinto che i mercati stiano reagendo positivamente ai fondamentali delle aziende e non sono influenzati dai fattori macroeconomici come tassi di interesse, rischi di recessione e preoccupazioni geopolitiche. Questa stabilità viene confermata dalle correlazioni settoriali dell’S&P 500, più basse rispetto alla media, mantenendo viva la speranza di un mercato azionario in crescita.

La correlazione tra i settori dell’S&P 500 e l’indice nel suo complesso è un indicatore chiave per valutare la salute generale del mercato azionario.

Nel caso in cui le correlazioni tra i settori scendano costantemente al di sotto di 0,83, siamo in presenza di un mercato rialzista. Per contro, se queste correlazioni raggiungono e mantengono un valore di 0,9 o superiore per più di qualche settimana, potrebbe essere un segnale che le azioni si stanno dirigendo verso un mercato ribassista.

Correlazione settori S&P 500 Correlazione settori S&P 500 Fonte Datatrek

Secondo l’analisi di Nicholas Colas, le basse correlazioni settoriali osservate da metà aprile indicano chiaramente che ci troviamo in un mercato rialzista al momento. Questo è un segnale incoraggiante per gli investitori.

Un mercato rialzista in crescita

L’S&P 500 è ufficialmente entrato nel mercato rialzista all’inizio di giugno, ponendo fine alla sua più lunga corsa al ribasso dal 1948. Questa inversione di tendenza è stata accolta con grande entusiasmo dagli investitori, e i dati lo confermano. Settori come i beni di consumo voluttuari e i servizi di comunicazione hanno registrato notevoli aumenti rispettivamente del 34,8% e del 43,4% dall’inizio dell’anno, superando di gran lunga il guadagno del 16,2% dell’S&P 500 nel suo complesso per lo stesso periodo.

Tuttavia, è importante notare che questa situazione è molto diversa da quanto accaduto nel 2022. Gli anni di mercato ribassista spesso vedono pochi vincitori e molti perdenti, con una vendita massiccia di titoli in risposta alle condizioni macroeconomiche dominanti. Nel 2022, tutti i settori dell’S&P 500 hanno registrato perdite su base totale, ad eccezione dei settori dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, a causa dell’inflazione galoppante che ha costretto la Federal Reserve a rialzare i tassi di interesse sette volte nell’anno per contenere i prezzi. Il risultato è stato un crollo del 19,4% nell’S&P 500, il peggiore dal 2008.

Prospettive positive, ma attenzione all’inflazione

Nonostante le buone notizie che arrivano dal mercato azionario, gli investitori rimangono cauti e vigili. Martedì, il mercato azionario americano ha chiuso in ribasso, in attesa dei dati sull’inflazione di agosto. L’S&P 500 ha perso lo 0,57%, mentre il Nasdaq Composite è sceso dell’1,04%, dimostrando che l’incertezza persiste nel mercato.

L’inflazione rimane una preoccupazione chiave, poiché può influenzare negativamente i rendimenti reali degli investimenti e il potere d’acquisto dei consumatori.

Bill Ackman, manager di Pershing Square Capital Managemen, ritiene che l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse ipotecari, dei pagamenti delle auto e dei tassi delle carte di credito possa avere un impatto negativo sull’economia. Inoltre Ackman prevede che una significativa rivalutazione del debito federale possa aumentare notevolmente gli interessi passivi, diventando una parte significativa del deficit, il che potrebbe frenare l’economia.

In conclusione, almeno per ora, sembra che il mercato azionario stia mantenendo la sua stabilità grazie alle basse correlazioni settoriali che indicano un mercato rialzista. Tuttavia, gli investitori devono rimanere cauti e monitorare da vicino l’andamento dell’inflazione e altri fattori macroeconomici che potrebbero influenzare le prospettive a lungo termine del mercato.

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